IC7 - Il commento di Valentina Colombo
Dal 17 al 23 luglio 2016
Islam politico
“Se l’Isis sopravvivrà agli attacchi e se l’Arabia Saudita, l’Iran e il Qatar continueranno la loro sovversione internazionale, noi andremo verso conflitti di grandi proporzioni”, così ha dichiarato lo scrittore algerino Boualem Sansal al Corriere della Sera il 23 luglio 2016. Nulla di più veritiero, soprattutto alla luce degli ultimi tragici eventi e del fallito golpe in Turchia, che ha fatto non solo venire allo scoperto i legami e le simpatie dell’islam politico, ma anche scoppiare i primi tristi attriti in seno alla cosiddetta comunità islamica.
Ad esempio, il 18 luglio a Modena un raid di venti sostenitori di Erdogan ha attaccato il centro Milad, vicino all'oppositore Fethullah Gulen accusato di avere orchestrato il golpe, per insultare l’associazione del partito di minoranza a poche ore dall’attentato incendiario contro lo stesso centro. D’altronde il fronte CAIM milanese in particolare e la galassia UCOII in generale si è schierato con Erdogan, ma soprattutto continua a schierarsi con il “sultano” anche a seguito della feroce repressione contro gli oppositori.
Il logo dei Fratelli Musulmani: il Corano l'obiettivo, gli spadoni gli strumenti per imporlo
Hamza Roberto Piccardo, ex segretario nazionale dell’UCOII e ora membro del European Muslim Network di Tariq Ramadan, ha inneggiato: «Dopo tante primavere bidone, ora una vera rivoluzione. Non mi interessa neppure chi l’abbia innescata, quello che conta è che a quasi cento anni da Ataturk la Turchia torna ad essere una grande nazione musulmana di fatto e di diritto. Allah protegga nostro fratello Erdogan e tutto il popolo turco». Davide Piccardo e i Giovani musulmani si sono pronunciati con dichiarazioni in cui celebravano la vittoria del presidente turco senza mai osare un cenno critico, a differenza di quanto hanno fatto, e continuano a fare, gli stessi attori nei confronti del governo Al Sisi in Egitto.
D’altronde il CAIM a Milano è molto vicino al Milli Gorus, movimento pro-Erdogan sotto il radar dei servizi tedeschi da anni, e al contempo molto vicino alla Fratellanza musulmana egiziana e siriana come dimostrano molte manifestazioni organizzate dal 2013 in poi. In Europa, e non solo, tutto il fronte della Fratellanza è schierato con il governo turco e promette di difenderlo dagli attacchi. Queste posizioni potrebbero scatenare frizioni in seno alle comunità turche e alimentare un indebolimento della stabilità in seno alla comunità che andrebbe ad aggravare la sicurezza interna e importerebbe sul territorio europeo gli scontri politici turchi.
In Germania, dove la comunità turca è ben più consistente che in Italia, alcuni scontri si sono già verificati e l'allarme è stato lanciato da diversi appartenenti alla comunità turca il cui 56% alle ultime elezioni si è schierato con Erdogan. In Germania le frizioni sul terreno sono sfociate anche in attacchi e accuse verbali sui social media nei confronti di laici turchi residenti in Europa, come nel caso dell'intellettuale Seiran Ates che è stata accusata di essere al soldo del movimento Gulen e talvolta al soldo del PKK. Tutto ciò dovrebbe condurre a una seria riflessione sulle conseguenze del monopolio dei luoghi di culto islamici da parte dell’islam politico della Fratellanza musulmana che, come evidenziano i fatti appena riportati, non è neutrale e non può quindi assicurare l’accoglienza di tutti i musulmani a prescindere dallo schieramento politico, in Italia e nei paesi d’origine. Per ritornare all’affermazione di Sansal, condivisa da molti altri intellettuali provenienti dal mondo islamico, l’influsso ideologico di paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar certamente non lascia presagire una predicazione moderata, nonostante tutte le promesse di sermoni in italiano e rispetto della costituzione.
L’Arabia Saudita non vanta un record per i diritti umani e il Qatar nemmeno. Non solo, ma i finanziamenti ingenti – in modo particolare dell’emirato del Golfo – che ufficialmente ammontano a 25 milioni di euro hanno già creato dissapori in seno all’islam politico italiano. Proprio il 23 luglio scorso, il pubblico ministero Carmen Pugliese ha chiuso l'inchiesta sui fondi della Qatar Charity per la realizzazione di un centro islamico in via San Fermo a Bergamo. Da un lato Mohamed Saleh, presidente del Centro culturale islamico di via Cenisio a Bergamo, dall’altra, l’Associazione Comunità islamica di Bergamo che ha come riferimento al giordano Imad El Joulani che aveva incontrato in Svizzera nel gennaio del 2012 Ahmad Al Hammadi, uomo chiave delle operazioni europee della Qatar Charity che nei mesi scorsi ha inaugurati molti centri islamici nel nord-est del nostro paese – confidando il suo sogno di costruire una moschea a Bergamo.
Tra il maggio 2013 e il febbraio 2014 Qatar Charity aveva versato su un conto di una banca di Bergamo circa cinque milioni euro che hanno segnato l’inizio dello scontro al vertice tra il presidente El Joulani e l’allora suo vice Mohamed Saleh. Flussi di denaro e schieramenti politici hanno quindi dimostrato di non garantire la serenità dei musulmani residenti in Italia, non solo ma in paesi come il Belgio e la Francia decenni di investimenti provenienti dal Golfo hanno contribuito a inasprire non solo le frizioni in seno alla “comunità islamica”, ma hanno altresì acuito l’odio nei confronti del paese ospitante, sovente accusato di islamofobia e discriminazione. In siffatto contesto e prima di concedere ulteriore spazio all’islam politico, va rammentato quanto di recente espresso da Khalil Ali Haydar sul quotidiano emiratino al-Ittihad:
"L'islam politico e i suoi partiti hanno generato e prodotto l'islamofobia, ha diffuso l'estremismo religioso tra gli immigrati, ha lavato il cervello dei giovani, ha messo sotto controllo la libertà delle donne, ha diviso le persone che vivono nel mondo tra i credenti e miscredenti, e ha costruito un fossato per ogni gruppo! L'Islam politico, in particolare i Fratelli Musulmani, è all'origine dell'odio contro il cristianesimo e l'Occidente, dell'ostilità nei confronti dell'altro nel mondo arabo; l'islam politico ha pubblicato libri, ha scritto messaggi, ha preparato sermoni, ha tenuto conferenze - anche in Europa - contro il cristianesimo, contro "le minacce e progetti dei crociati", l'"invasione culturale" e l'occidentalizzazione; l'islam politico ha ripetuto slogan come "le nostre roccaforti sono in pericolo", "le nostre nuove generazioni sono minacciate", "la cultura materialista dell'Occidente ci sta spazzando via", "la dissoluzione morale ci sta soffocando e sta afferrando per il collo"! L'islam politico sta conducendo l'aborto di ogni tentativo di rinnovamento e sviluppo [...]."
Alla luce della repressione in Turchia nel post-golpe, dell’appoggio acritico dell’islam politico europeo e italiano a quanto sta accadendo, alla luce delle conseguenze sul terreno dell’enorme afflusso di denaro del Golfo, ma soprattutto alla luce delle testimonianze di chi nel mondo arabo ha vissuto l’islam politico, l’Italia dovrebbe correre al più presto ai ripari e sottrarre i luoghi di culto islamici alle ingerenze finanziarie e ideologiche provenienti dall’estero e il governo italiano dovrebbe garantire, come in parte accade nella grande moschea di Roma, la neutralità politica dell’islam italiano.
Valentina Colombo