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Un successore per Abu Mazen: Mohamed Dahlan?
Fra i politici che si candidano alla successione di Abu Mazen, l’unico nome che suscita il nostro interesse, e non da oggi, è quello di Mohamed Dahlan (nato a Gaza nel 1961), in esilio tra Giordania e Emirati. Le accuse contro di lui sono risibili, sufficienti però per privarlo della libertà. Dahlan è infatti l’unico ad esprimere le proprie critiche alla leadership di Ramallah senza peli sulla lingua.
Il suo percorso politico inizia con Arafat, che lo nomina responsabile della sicurezza a Gaza nel 1995, ma si dimette nel 2002 per divergenze con il raiss. Rientra a Ramallah, dove gli vengono affidati incarichi sempre attinenti alla sicurezza a livello ministeriale. Quando però Hamas minaccia di impadronirsi di Gaza, Arafat lo rinvia nella Striscia, ma la popolazione vota in maggioranza contro Fatah, nell’illusione che il nuovo potere possa mettere fine alla corruzione dilagante di Arafat. Ramallah accusa invece Dahlan per non essere riuscito a impedire il successo elettorale dei rivali, anche se la responsabilità non era certo sua ma di Arafat. Rientrato nuovamente a Ramallah , entra a far parte del Comitato Centrale di Fatah nel 2009, ma, ancora una volta, ci rimane per poco tempo, la sua opposizione ad Arafat è sempre più forte. Nel 2011 l’incarico gli viene revocato, con l’accusa di diffamazione. Dahlan riesce a fuggire in Giordania in tempo per non essere arrestato. È da questo momento che la sua immagine assume un aspetto internazionale. Nel 2014 cerca di creare un fronte nazionale in grado di opporsi al regime di Abu Mazen, che, dichiara, “ sta conducendo i palestinesi verso la catastrofe “. Ha buoni rapporti con l’Egitto, con gli Emirati Arabi Uniti, persino con Hamas ha in qualche modo riallacciato un legame, avendo ottenuto il permesso di inviare nella Striscia aiuti umanitari. Sin dal suo ingresso in politica, Israele l’ha seguito con attenzione, Dahlan ha infatti rapporti frequenti anche con esponenti di primo piano del governo israeliano. Alcuni avanzano dubbi sul seguito che può avere nell’Anp, in effetti Dahlan assomiglia di più a un politico occidentale, pragmatico lo è di sicuro, una qualità che mancava ad Arafat e che non possiede nemmeno Abu Mazen. Potrebbe essere l’uomo giusto per un accordo di pace con Israele, sempre che questa sua disposizione non gli procuri un giudizio sfavorevole da parte degli organismi internazionali, che finora si sono sempre schierati in funzione anti-israeliana con i leader palestinesi. Alla pace hanno sempre preferito appoggiare chi prediligeva la sconfitta dello Stato ebraico. Mohamed Dahlan potrebbe essere l’alternativa.
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