Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/07/2016, a pag. 2-3, con il titolo "Anche in Italia aumenta la paura: 'I rifugiati portano terrorismo, sono un peso e commettono reati' ", il commento di Linda Laura Sabbadini
Linda Laura Sabbadini
Paura, incertezza, sentimenti molto diffusi nel nostro e negli altri Paesi europei, un po’ per il protrarsi delle difficoltà emergenti con la crisi, un po’ per l’arrivo dei rifugiati, e certamente non poco per la crescita degli attacchi terroristici. Un’interessante ricerca condotta in primavera dal Pew Research Center, importante centro di ricerca americano, in dieci Paesi europei che raccolgono l’80% della popolazione, sottolinea come la crisi dei rifugiati e la minaccia del terrorismo siano molto connesse nelle percezioni e nel modo di pensare degli europei. E ciò in modo più o meno accentuato a seconda dei Paesi.
Secondo i cittadini di otto Paesi su dieci l’arrivo dei rifugiati aumenta la probabilità di terrorismo, lo sostiene il 59% in totale. Circa la metà pensa anche che rappresentino un peso da un punto di vista lavorativo e dei benefici sociali e il 30 per cento che tendono a commettere reati più degli autoctoni. L’Italia presenta atteggiamenti più negativi rispetto alla media. La maggioranza dei rifugiati, come noto, proviene da Siria ed Iraq, quindi da Paesi in maggioranza musulmani. Ebbene, secondo la ricerca, la percezione negativa nei confronti dei rifugiati è influenzata anche dall’atteggiamento negativo nei confronti dei musulmani. Questo avviene in particolare in Ungheria, nel nostro Paese, in Polonia e in Grecia. I musulmani vengono percepiti come una comunità a sé stante che non si apre abbastanza nei confronti della società, in tutti i Paesi viene sottolineato come vogliano fare una sorta di ‘mondo a sé’ . Questa valutazione è in diminuzione in alcuni Paesi soprattutto in Germania, dove dal 2005 diminuisce dall’88% al 61%).
Nell’ultimo anno si è incrementato nel nostro Paese l’atteggiamento negativo nei confronti dei musulmani, di 8 punti, e anche in Spagna ,mentre in Francia nonostante gli attacchi terroristici a Parigi le opinioni più negative sono salite solo di 5 punti e raggiungono solo il 29%, 40 punti in meno del nostro Paese. l’Italia (69%) è il Paese che presenta il valore più alto insieme all’Ungheria alla Grecia e alla Polonia. E la Francia, insieme al Regno Unito , alla Germania a presenta i valori più bassi. Una posizione più negativa nei confronti dei musulmani è molto più diffusa tra coloro che si pongono alla destra dello schieramento politico piuttosto che alla sinistra, in Grecia coinvolge anche la metà di coloro che si dichiarano di sinistra e l’80% degli altri. Ma non è tanto e solo l’atteggiamento ideologico a contare, ma anche l’età e il livello di istruzione della popolazione. Tendenzialmente sono gli anziani e le persone con più basso titolo di studio che esprimono opinioni più negative.
È interessante però notare che questa visione negativa non porta i cittadini a pensare che la maggioranza o molti musulmani simpatizzino con l’Isis, la percentuale è minore della metà in tutti i Paesi considerati, ma raggiunge il 46% in Italia, il 37% in Ungheria, il 35% in Polonia e il 30% in Grecia. Sono questi quattro Paesi ad avere l’atteggiamento più negativo nei confronti dei rifugiati e delle minoranze.
La diversità non è vista come potenziale elemento di ricchezza del Paese ma affrontata con timore difensivo. L’Italia appare molto chiusa. Quando viene chiesto se un aumento della popolazione di differenti origini etniche e nazionalità nel proprio Paese, rende la propria società un posto migliore dove vivere, uno peggiore o uguale, più della metà degli italiani sottolineano che la situazione peggiora. E sono molto pochi coloro che ne vedono effetti positivi, la percentuale più alta è raggiunta dalla Svezia con il 36%. La cosa importante da sottolineare è che non solo nei confronti dei musulmani emergono atteggiamenti negativi ma anche nei confronti di altre minoranze.
In tutti i dieci Paesi europei una maggioranza consistente esprime una atteggiamento negativo nei confronti dei Rom. Il dato più elevato lo esprime l’Italia con l’82% seguita dalla Grecia 67%, dall’Ungheria 64% e dalla Francia 61%. L’atteggiamento negativo è molto cresciuto in Spagna rispetto al 2015 (+14%), nel Regno Unito (+8) e in Germania (+6). Atteggiamenti negativi nei confronti degli ebrei sono meno diffusi, in media nel 16% dei casi. Preoccupante il dato del 55% raggiunto in Grecia, anche grazie all’azione antisemita di Alba Dorata, il 32% in Ungheria e il 24% in Italia e Polonia.
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