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Il Foglio Rassegna Stampa
20.07.2016 Lupi islamici per niente solitari e politicamente corretto: la guerra che non vogliamo vedere
I media dopo la strage di Nizza non sono cambiati: due editoriali del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 20 luglio 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Il teenager con l'ascia - Tutto tranne l'islamismo»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/07/2016, a pag. 3, gli editoriali "Il teenager con l'ascia", "Tutto tranne l'islamismo".

Ecco gli articoli:

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"Il teenager con l'ascia"

L’ultimo lupo solitario del jihad sul continente europeo ha provato a fare la sua guerra santa a colpi di ascia: è un ragazzo afghano di diciassette anni, che aveva chiesto asilo in Germania un anno fa, dopo essere arrivato alla frontiera come minorenne non accompagnato (l’anno scorso la Germania ha accolto più di un milione di migranti, tra i quali più di 150 mila afghani). Il teenager aveva lasciato da due settimane il campo profughi in cui era stato accolto al suo ingresso ed era stato affidato a una famiglia, che abitava in una cittadina della Baviera poco lontana da dove è stato sferrato l’attacco, a Würzburg.

Gli investigatori hanno trovato nella sua stanza una bandiera nera dello Stato islamico dipinta a mano e un testo scritto in pashto che fa pensare a “un’autoradicalizzazione” del ragazzo che ora che è stato ucciso dalla polizia tedesca dopo aver ferito gravemente tre cittadini di Hong Kong e aver mandato all’ospedale altre 15 persone, viene descritto come un ragazzo calmo che frequentava la moschea “soltanto nelle occasioni speciali”. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato, ha detto che il teenager è “un combattente”, ha fatto circolare un video in cui il ragazzo dichiara il suo odio jihadista, annuncia un attentato in Germania, vuole vendicare l’uccisione di un suo amico da parte degli infedeli.

Gli esperti da giorni – dall’attentato di Nizza a opera di un musulmano molto poco pio – ripetono che tali rivendicazioni non sembrano credibili, i toni non sono trionfanti, sembra quasi che lo Stato islamico, indebolito laddove vuole farsi stato, tra la Siria, l’Iraq e la Libia, corra a mettere la sua firma su attacchi con cui in pratica c’entra poco. Sarà, ma intanto a Nizza un trentenne “più psicopatico che jihadista” ha fatto 84 morti e in Baviera un teenager è stato abbattuto prima di poter fare una strage. Nella definizione autoconsolatoria di “lupo solitario” ci sono due elementi terrorizzanti. Il primo: il lupo jihadista non è mai solitario, va a caccia di una causa e di una comunità e le trova, velocemente, senza troppe domande o verifiche, se vuoi ammazzare infedeli sei uno di noi. Non c’è un test, c’è la passione jihadista a fare da collante a lupi che s’ispirano a vicenda, inventando metodi di ammazzamento a basso costo e bassa tecnologia molto efferati. Il lupo jihadista non è affatto solitario e non è meno pericoloso dei gruppi cui s’ispira.

Il Califfato di al Baghdadi vuole terra, roccaforti, popolazione soggiogata, ha una visione antica di conquista, per questo può essere colpito e fatto arretrare con i mezzi della guerra. Il jihadista che s’ispira alla causa sfugge, attacca, terrorizza, non c’è nulla di consolatorio nella sua figura, non in un continente sott’attacco che già si perde a discutere su come si fa o non si fa uno stato d’emergenza.

"Tutto tranne l'islamismo"

Il terrorista di Nizza “aveva una vita senza freni”, titolano con involontaria e macabra ironia diversi giornali, citando il procuratore di Parigi François Molins. Fino a pochi giorni fa il profilo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, lo stragista che con il suo Tir ha ucciso 84 persone e ne ha ferite oltre un centinaio lungo la Promenade des Anglais, era quello di un individuo “depresso” e instabile, che non salutava i vicini di casa e stava divorziando. In pratica era un asociale, psicologicamente instabile, un caso patologico più che di estremismo islamico, anche perché “non aveva fatto per intero il Ramadan”.

Ora invece il profilo tracciato sulla base delle notizie diffuse dagli inquirenti è quello di una persona “senza freni”. Altro che asociale, Bouhlel aveva una vita sessuale dissoluta, fatta di relazioni omosessuali e siti d’appuntamento, era sempre “arrapato”, si drogava e aveva alcuni amici che probabilmente l’hanno aiutato nell’organizzazione dell’attentato. Così il lupo solitario aveva in realtà il suo branchetto, non era depresso per il divorzio e se la spassava un po’ con tutti, ma in ogni caso non era un musulmano vero perché mangiava carne di maiale e beveva alcol, tutte cose in contraddizione con la fede islamica, come d’altronde la bisessualità.

Si tratta comunque di un caso patologico, non più di un depresso paranoico, ma un pazzo esaltato che ha fatto una strage partendo dalla pornografia e finendo a guardare i video di incidenti stradali mortali in rete. Ma la nostra società è piena di persone che spesso, anche solo per periodi temporanei, hanno problemi psichici, attraversano depressioni, hanno una vita sessuale dissoluta, fanno uso di droghe eppure quasi mai si trasformano in terroristi. Cosa ha spinto uno come Bouhlel a premeditare e organizzare una strage del genere? Ci sarebbe una pista che grazie ad alcuni indizi gli investigatori stanno battendo. Pare che Bouhlel mostrasse un interesse certo e recente per il movimento jihadista radicale. Pare che ascoltasse canti religiosi dell’Isis, che guardasse video di decapitazioni islamiste, facesse ricerche sulle sure del Corano e sostenesse il diritto del Califfato a un suo stato. Pare insomma che c’entri qualcosa il radicalismo islamico. Ma è solo un’ipotesi perché, come quasi tutti ripetono, non sono provati i legami con l’Isis. E allora va a finire che l’islamismo non c’entra nulla, sarà stata colpa della carne di maiale.

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