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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.07.2016 Un rapporto del tutto non professionale sull’anti-semitismo nel Partito Laburista inglese
Commento di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 luglio 2016
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Un rapporto del tutto non professionale sull’anti-semitismo nel Partito Laburista inglese»

Un rapporto del tutto non professionale sull’anti-semitismo nel Partito Laburista inglese
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Jeremy Corbyn partecipa a una manifestazione contro Israele e in sostegno al terrorismo palestinese

Il 30 giugno scorso, Shami Chakrabarti ha pubblicato un rapporto sull’anti-semitismo, islamofobia e altre forme di razzismo all’interno del Partito Laburista inglese. Un documento decisamente non professionale. La prima frase della sua prefazione evidenzia subito una doppia manipolazione, quando scrive: “Il Partito Laburista non è invaso da anti-semitismo, islamofobia o altre forme di razzismo”. La prima manipolazione sta nello scandalo che sta fagocitando negli ultimi mesi il partito laburista, che riguarda esclusivamente le dichiarazioni fortemente anti-semite dei leader del partito. Aggiungere islamofobia e razzismo, accuse che il partito non ha mai ricevuto, diminuisce la gravità specifica delle accuse di anti-semitismo. La seconda manipolazione è aver usato la tattica di attribuire una dichiarazione eccessiva e facilmente confutabile al proprio avversario, per poi smentirlo. In questo caso, Chakrabarti ha negato che il partito laburista fosse “invaso da anti-semitismo”, ma nessuno l’ha affermato. Molti deputati hanno protestato contro l’anti-semitismo, mentre pochi deputati laburisti e altri leader del partito hanno cercato di sminuirne l’importanza.

Ciò che era veramente in gioco era qualcosa di totalmente diverso. Chakrabarti aveva richiesto la pubblicazione della sua indagine. Nella mia lettera aperta, uscita su Israel National News, nella quale citavo il suo rapporto, scrivevo: “ Ci sono chiare indicazioni che l’anti-semitismo nel partito laburista non riguardano solo alcuni individui, ma è un fenomeno molto più diffuso. I suoi deputati non avrebbero fatto dichiarazioni così estremiste contro gli ebrei e Israele se avessero saputo di incontrare una critica significativa nella direzione del partito. Le loro diffamazioni sono state pubblicate sui social media ed erano facilmente accessibili a tutti i responsabili del partito e quei post erano così numerosi da non potere non essere notati.

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Corbyn con la kefija

La deputata ebrea Luciana Berger ha ricevuto migliaia di mail piene di insulti, alcune anche con minacce di stupro e morte, dopo che aveva criticato il partito laburista per non aver condannato l’anti-semitismo. È logico ritenere che chi le ha inviate fossero membri del partito o comunque sostenitori. Chi non è vicino al partito laburista, perché avrebbe dovuto interessarsi alle sue critiche ? Un sondaggio del Times ha rivelato che soltanto 1 su 10 iscritti al partito laburista considera l’anti-semitismo un problema che riguarda il partito. Questo rende lecito affermare che “ una forte parte del partito laburista è influenzata dall’anti-semitismo o non gliene importa nulla”. La successiva manipolazione sono le lodi di Chakrabarti verso il leader laburista Jeremy Corbyn, che le ha dato l’incarico per non intervenire personalmente sull’argomento. In nessuna parte del rapporto viene scritto che questo estremista di sinistra è uno che legittima l’anti-semitismo. Corbyn ha invitato al parlamento inglese i rappresentanti delle organizzazioni terroriste Hezbollah e Hamas, definendoli “miei amici”. Malgrado abbia ricevuto pressioni quando venne pubblicata l’indagine,non ha mai ammesso di aver fatto un errore.

Corbyn ha poi assegnato importanti incarichi all’amico di Hamas, Seamus Milne, che aveva definito la creazione di Israele un crimine e all’ex sindaco di Londra Ken Livingstone. Da sindaco ricevette con tutti gli onori Yusuf Al-Qaradawi, nato in Egitto e residente in Qatar, che esalta i kamikaze suididi, ed è sia anti-semita che omofobo. Oltre ad altre rilevanti distorsioni, manipolazioni e omissioni, l’esempio di come il rapporto di Chakrabarti è un esempio di mancanza di professionalità: nelle sue 28 pagine non usa mai una specifica definizione di ani-semitismo. Come si può indagare il carattere anti-semita di una lunga serie di diffamazioni contro gli ebrei e Israele se non si definisce che cosa è l’anti-semitismo? Chakrabarti non pubblica nemmeno l’elenco delle affermazioni anti-semite di tutti quelli che sono stati sospesi dal partito. È chiaro che non vuole far sapere che ha ricevuto quell’incarico proprio a causa dell’alto numero di diffamazioni. Che la definizione di anti-semitismo IHRA/EUMC dovesse essere citata, era stato richiesto a Chakrabarti dalla rappresentanza dei deputati ebrei d’Inghilterra, che agisce in nome degli ebrei inglesi. Lo stesso avevo fatto io nella lettera aperta che le avevo inviato.

Il rapporto, non facendo uso di quella definizione, ha fatto fare un passo indietro al Partito Laburista nella lotta contro i diffusori di odio. Il Report of the British All-Party Parliamentary Inquiry into Anti-Semitism del 2006, raccomandava l’uso di quella definizione. Anche 6 membri laburisti su 14 l’avevano votata. Chakrabarti fa poi un appunto sul suo essere musulmana, quando scrive “ sono stata spesso , specialmente sui social media, descritta come una musulmana simpatizzante dei terroristi, ma non ho mai negato l’etichetta musulmana”.

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È questa una valida ragione per omettere l’altissimo numero di musulmani fra i sospesi dal partito per anti-semitismo? In più, la diffamazione estrema, Israele come stato genocida, è stata detta da un consigliere musulmano. In un tweet ha scritto che si augurava che l’Iran con l’uso dell’arma nucleare, avrebbe spazzato via Israele dalle carte geografiche. Va ricordato come molti fra i sospesi nel partito laburista provengono da aree con una forte percentuale di musulmani. Per esempio la regione di Bradford, dove un quarto della popolazione è musulmana. Corbyn ha commesso un numero enorme di errori. Incaricare Chakrabarti a condurre l’inchiesta, non è però fra questi. Ha infatti dichiarato: “ In quanto attivista, ho sempre creduto nel diritto di offendere, ma, in quanto avvocato conosco la differenza fra diritto e dovere”.

Un investigatore con attitudini simili verso chi predica odio, non sarà certo severa nel giudicare i molti diffamatori di ebrei e Israele del partito. Nel rapporto c’è poi una sezione che potrebbe definirsi di ‘propaganda’, nella quale Chakrabarti – che solo di recente si è iscritta al partito laburista – scrive come nel passato gli ebrei fossero i benvenuti nel partito. Un fattore irrilevante con quanto accade oggi. Si chiama anche revisionismo storico, dato che dimentica di ricordare come l’ex Segretario agli Affari Esteri Ernest Bevin, un laburista, era stato uno dei politici più odiati nel mondo ebraico, perché si opponeva all’indipendenza di Israele. È per farsi perdonare tutte le sue omissioni che Chakrabarti ci offre un altro extra? Scrive infatti spesso nel rapporto delle esperienze sue e della sua famiglia, un’altra forma interessata per distrarre da quel che l’indagine avrebbe dovuto essere: investigare le estreme diffamazioni anti-semite dei rappresentanti laburisti. Il rapporto vaga attraverso varie dichiarazioni in modo confuso.

Alcune sono rilevanti, come il ricordo della Shoah non debba essere abusato, altre sono marginali, come la raccomandazione di non usare termini come “zio” o “paki”. Era rimasta scioccata quando era stata definita Paki da qualcuno durante l’indagine. Non menziona però la dichiarazione di un leader laburista che aveva dichiarato “ Adolf Hitler è stato il più grande uomo della storia” Chakrabarti causa un danno al partito laburista anche in altri modi, quando suggerisce una moratoria sul passato. Se venissero alla luce casi di anti-semitismo, non dovranno essere presi in considerazione?

Ci sarebbero ancora molte critiche da fare al rapporto, ma ci vorrebbe più spazio, ma c’è un altro motivo per cui il documento è interessate. È una raccolta di importanti manipolazioni, molte omissioni e semplificazioni di temi che soli varrebbero un’indagine. Un primo esempio l’azione di abbellimento dei fatti e la riduzione dei danni, a favore di riferimenti a storie personali. Quando si insegna anti-semitismo, il modo migliore è lasciare che gli studenti esprimano i propri commenti, poi spiegare come l’anti-semitismo debba essere analizzato nella realtà; per finire col dimostrare ciò che è radicalmente sbagliato nel Rapporto Chakrabarti.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.  


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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