Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/07/2016, a pag. 10, con il titolo "Delitto d'onore alla pachistana: modella social uccisa dal fratello", la cronaca di Francesca Paci.
Francesca Paci
Qandeel Baloch
Si chiamava Qandeel Baloch, aveva 26 anni, faceva la modella ma soprattutto propagandava via social network un modello femminile che nel suo Pakistan faceva a pugni con la morale tradizionale più retriva prima ancora che con la religione. E’ morta per mano di suo fratello, che sorprendendola a casa dei genitori a Muzaffarabad in occasione della fine del Ramadan l’ha strangolata vomitandole addosso tutto l’odio del mondo per aver disonorato la famiglia, l’islam, la reputazione.
Sfida ai costumi arcaici
Qandeel, nata Fauzia Azee, è solo l’ultima in ordine di tempo di un esercito di vittime spesso senza nome cadute nel nome del delitto d’onore, temerarie quanto sconosciute Franca Viola dei nostri giorni che, come la pioniera di Alcamo nella Sicilia degli Anni 60, sfidano costumi ancora più arcaici delle confessioni a cui s’ispirano. Originaria di un quartiere povero di Dera Ghazi, nella provincia del Punjiab, Qandeel si era guadagnata la notorietà e il parallelo con Kim Kardashian attraverso i suoi video e i selfie in cui in modo dissacrante provocava i connazionali sui temi più tabù. In uno dei più famosi, rilanciato da decine di migliaia di followers, aveva promesso di spogliarsi in onore del capitano della nazionale di cricket Shaid Khan Afridi in caso di vittoria contro l’India nei mondiali T20. In un altro, ancora più oltraggioso, era apparsa accanto al mufti Kavi, un’icona confessionale che per smentire le voci di una proposta di matrimonio aveva poi giurato di averle solo voluto insegnare il Corano.
Le minacce
Secondo il quotidiano Dawn il fratello la minacciava da tempo, da quando era tornata da un periodo di lavoro in Sudafrica, e tre settimane fa lei aveva chiesto protezione al ministro dell’Interno, invano. Secondo la Commissione indipendente per i diritti umani del Pakistan lo scorso anno ci sono state 1096 donne e 88 uomini vittime di delitti d’onore (un reato che per esempio in Italia è stato cancellato solo nel 1981).
Le reazioni
«Non è solo Qandeel, nessuna donna è al sicuro in Pakistan» commenta Sharmeen Obaid Chinoy, firma del film premio Oscar “A girl in the river - The prince of forgiveness”. Il primo ministro Nawaz Sharif continua a ripetere che «non c’è spazio per il delitto d’onore nell’islam». Ma quando a febbraio il Punjab ha proposto una legge contro la violenza sulle donne (900 vittime di violenza sessuale nel 2015) ben 30 gruppi religiosi, tra cui i principali partiti politici confessionali, hanno minacciato le barricate in caso di approvazione, argomentando che una legge del genere aumenterebbe i divorzi e distruggerebbe la famiglia.
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