Abu Mazen giramondo per non incontrare Netanyahu
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Abu Mazen, Benjamin Netanyahu
Non ci sono novità dopo l’incontro a Gerusalemme tra Netanyahu e il Ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry della scorsa domenica, tranne la valutazione positiva per la conferma del rapporto tra i due paesi. Si era ventilata anche l’ipotesi di un summit al Cairo, con la presenza di Netanyhau, Abu Mazen, il presidente egiziano e il re di Giordania, ma si è rivelata una voce e nient’altro, nata forse il 29 giugno a Ramallah , quando il capo dell’Anp e Shoukry si sono incontrati. Ma la posizione intransigente di Abu Mazen,le cui richieste reiterate con la solita lista delle precondizioni, in realtà è un modo ipocrita per giustificare l’intenzione di non partecipare a nessun incontro che non veda riconosciute le sue richieste.
Che Bibi Netanyahu respinge da sempre, gli accordi si fanno dopo che si è discusso, non prima. A differenza del palestinista, è pronto a incontrarlo ovunque, a patto che non esiga delle concessioni ancora prima che inizino le negoziazioni. È da sempre che poi si arriva a un compromesso. Che fa invece Abu Mazen? La prossima settimana parteciperà a un summit dell’Unione Africana che si terrà nel Rwanda, un tour che assomiglia molto a quello fatto proprio da Bibi non molti giorni fa, un successo diplomatico che deve avere spinto il capo dell’Anp a imitarlo.
Gli rimangono sempre Grillo e i 5 stelle, adesso che hanno dalla loro l’amministrazione della città di Roma, se è solo pubblicità che cerca, lì potrà trovarne. Magari qualcuno – di certo non fra i 5 stelle - gli chiederà perché continua a rifiutarsi di incontrare Netanyahu, invece di girare il mondo intero a lamentarsi dell’Entità Sionista.
Angelo Pezzana