Il diavolo si nasconde nei dettagli: capire l’incomprensibile
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Angelo Pezzana)
(Dall'edizione settimanale in francese del JERUSALEM POST)
L'attentato al bar di Sarona, Tel Aviv
Un mese fa, due terroristi palestinesi seduti in un caffè nella zona del mercato Sarona di Tel Aviv, si sono alzati di scatto e hanno aperto il fuoco. Bilancio : quattro morti e 17 feriti. Per i media stranieri non è stato altro che un nuovo episodio della serie sinistra iniziata il 13 settembre 2015 : 151 accoltellamenti, 92 attacchi con arma da fuoco, 43 assalti alle auto e un attentato con bombe a mano contro un autobus. Sono morte 38 persone, i feriti 500.
Gli ebrei, la vera piaga ( dalla propaganda nazi-palestinista)
Un bilancio purtroppo molto pesante. Eppure c’è un fatto nuovo, i due terroristi di Sarona sono stati catturati insieme a un complice. Adesso li stanno interrogando. Ecco la storia di Khaled, 20 anni, Mahmoud e Yunis 21, tre ragazzi normali di Yatta, un grosso sobborgo di 60.000 abitanti non lontano da Hebron decidono un giorno di uccidere il numero più alto possibile di israeliani, meglio, di ebrei. E’ sul treno che collega Tel Aviv a Haifa che pensano di trovare le loro vittime : costrette in un vagone, non potranno fuggire. Per premunirsi da un possibile malfunzionamento di armi fabbricate artigianalmente, i tre hanno con sè dei coltelli a lama larga, insieme a un veleno per i topi, molto tossico anche per le persone, che renderà le ferite ancora più micidiali. Hanno valutato il rischio di non uscire vivi dalla loro impresa, ma la prospettiva di diventare dei martiri, con l’aureola della gloria e onorati dai loro concittadini, non fa che incoraggiarli.
C’è comunque un problema. Secondo la tradizione (?) chi ha dei debiti non può accedere al martirio. Ora Yunus è carico di debiti, per cui rinuncia ad accompagnare gli altri due nella loro « eroica missione », pur continuando a sostenerli attivamente ; sarà lui ad acquistare le armi. Preparano un piano meticoloso. All’inizio, Khaled e Mahmoud, che sono cugini, si fanno tagliare ii capelli e rasare la barba per darsi un’apparenza se non occidentale, almeno rispettabile. Comprano abiti di buona fattura, camicie eleganti, orologi costosi e delle borse 24ore nelle quali nascondere le armi. Lo scopo ? Passare per tranquilli uomini d’affari.
Dopo aver consultato l’orario dei treni, arrivando a Tel Aviv all’ora voluta per prendere il treno per Haifa si rendono conto che i controlli alla stazione sono severi, le armi che trasportano faranno scattare l’allarme. Che fare allora ? I due cugini si rivolgono a dei passanti e con fare ingenuo si fanno consigliare un caffè simpatico in un luogo popolare.. è così che arrivano al mercato Sarona, poco distante dalla stazione. Un attentato come tanti altri, no ? Sì, ma c’è il veleno per i topi, uccidere gli ebrei come si avvelenano i topi. Una associazione di idee che sarebbe piaciuta ai nazisti.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post.