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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La diplomazia di Israele, una lezione per l’Europa 06/07/2016
La diplomazia di Israele, una lezione per l’Europa
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

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Benjamin Netanyahu, Recep Tayyip Erdogan

Commentando l’intervista a Dore Gold, direttore generale del Ministero degli Esteri di Israele, pubblicata lo scorso venerdì sul Jerusalem Post (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62942) ho messo in rilievo le iniziative diplomatiche che il Premier Netanyahu sta applicando alla politica estera del suo governo, in particolare con il viaggio in Africa, dove viene ricevuto con entusiasmo dai capi di stato di Uganda, Kenya, Rwanda e Etiopia.

L’analisi di Gold affrontava anche i risultati ottenuti da un’altra mossa diplomatica, non meno audace, che cambierà i rapporti fra gli stati della regione mediorientale e contribuirà a dare maggiore stabilità grazie alla nuova strategia messa in campo da Netanyahu.

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Dore Gold

L’accordo con la Turchia, per esempio, pur essendo un paese sotto moltissimi aspetti lontano da Israele, eppure nella lotta al terrorismo, che minaccia entrambi i paesi, può esserci una strategia comune. L’impegno di Erdogan di contribuire alla ricostruzione di Gaza, ad esempio, non potrà non avere effetti sulle scelte terroristiche di Hamas contro Israele. Se le minacce oggi verbali diventeranno concrete, con attacchi missilistici, la risposta di Israele sarà immediata e – si chiede Gold - che cosa succederà se Hamas utilizzerà per le proprie basi militari – come ha sempre fatto - le infrastrutture ricostruite dalla Turchia, scuole, ospedali ecc.., trasformandole in obiettivi da colpire ?

A queste considerazioni, già di per sé di grande interesse per i rapporti con Gaza, si aggiunge il rapporto con la Fratellanza Musulmana, della quale Hamas è una emanazione, e il cui rapporto con la Turchia è stato finora di piena collaborazione, in particolare nelle iniziative ostili a Israele. Così non potrà più essere domani. Israele ha poi stabilito rapporti di collaborazione con Russia, Grecia, Cipro e, da lungo tempo, con l’Egitto, a cui si aggiunge ora la Turchia. Sicurezza e intelligence contro il terrorismo saranno un fattore decisivo per una comune collaborazione. Qualcosa cambierà anche per l’Iran, che si troverà ad affrontare un Medio Oriente con una frattura tra sciiti e sunniti sempre più profonda, anche il regime dei mullah si troverà presto a dover prendere decisioni, che lo voglia o no.

Di fronte a un’Europa in preda a grande confusione, l’esempio di Israele, un paese in continua tensione per sopravvivere, ma dalla visione pragmatica su come muoversi, potrebbe far capire al vecchio continente come si deve comportare quando sembra che il caos e l’incertezza cancellino ogni speranza.


Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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