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La Stampa Rassegna Stampa
03.07.2016 I grillini in 'Palestina e Israele': in preparazione il viaggio dell'odio
Cronaca di Ilario Lombardo

Testata: La Stampa
Data: 03 luglio 2016
Pagina: 15
Autore: Ilario Lombardo
Titolo: «Missione dei grillini in Israele. 'Ma andremo anche a Gaza'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/07/2016, a pag. 15, con il titolo "Missione dei grillini in Israele. 'Ma andremo anche a Gaza' ", la cronaca di Ilario Lombardo.

Il Movimento 5 Stelle, da sempre ostile a Israele, prepara un viaggio in "Palestina e Israele", sottolineando però che l'intenzione principale è di entrare a Gaza. A Gaza domina un regime terrorista come quello di Hamas, ma questo evidentemente per i 5 Stelle non è un problema.

Nei mesi e negli anni passati diversi esponenti grillini, da Di Stefano a Di Battista allo stesso Grillo, hanno espresso posizioni tipiche dell'estremismo anti-Israele, strumentalizzato la Shoah (Grillo), auspicato il dialogo con i terroristi dello Stato islamico (Di Battista). Nel partito, inoltre, sono diffuse idee di complotto che ben si saldano con il tradizionale antisemitismo, ancora largamente presente in Europa e anche in Italia.

Un consiglio: prima di partire, perché non leggono lo statuto di Hamas ?

Ecco l'articolo:

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L’obiettivo dichiarato è la Striscia di Gaza. «Qualche mese fa ci ha provato Pablo Iglesias a entrare, senza successo. Noi ce la faremo». Sicuramente ci proveranno sperando in un esito diverso da quello del leader di Podemos, Luigi Di Maio guiderà la piccola delegazione del M5S, composta dal capogruppo in commissione Esteri alla Camera Manlio Di Stefano e dalla senatrice Ornella Bertorotta, che dal 7 al 12 luglio sarà in Palestina e in Israele.

«Esattamente in questo ordine. Palestina e Israele» tengono a precisare i 5 Stelle che hanno diviso il viaggio proprio in due parti per dare subito una dimostrazione delle proprie convinzioni sulla questione dei Territori.
Ma se dell’istituzionalissimo Di Maio, da mesi in tour per accreditarsi con le cancellerie d’Europa e non solo, non si ricordano roboanti dichiarazioni sul cuore caldo del Medio Oriente, di Di Stefano invece pullulano gli archivi.

Interviste, interventi in aula in difesa del popolo palestinese, attacchi alle politiche israeliane su Gaza. Il deputato, che due anni fa fu il primo ad andare in visita a Gerusalemme da parlamentare pentastellato, non si tira indietro e conferma le critiche. Poco più di un anno fa fu molto duro contro la mozione votata in aula per lo Stato della Palestina che però di fatto rinviava il riconoscimento italiano al proseguimento degli accordi di Oslo: «Sono fermi da 20 anni» urlò Di Stefano prima di promettere che «il mio lavoro per i diritti del popolo palestinese continuerà».

Questo viaggio è un’altra occasione per lui, sicuramente una vetrina per Di Maio, il leader di fatto del M5S che sta muovendo le curiosità delle diplomazie di molti Paesi, interessati a conoscere di più una forza politica che ha ambizioni di governo ma ha una linea sulla politica estera ancora poco chiara e ambigua, anche per le diverse posizioni che convivono al suo interno. Si ricordano, su tutte, le ardite dichiarazioni sull’opportunità di rendere l’Isis un interlocutore, a firma di due esponenti di primo piano del Movimento come Alessandro Di Battista e Carlo Sibilia.

La tappa in Palestina e Israele è nata dopo mesi di lavori e contatti che, spiegano dal M5S, «sono partiti dagli israeliani: c’è un desiderio reciproco di conoscere diversi punti di vista». Un modo certamente, per Di Maio, per mostrare il volto più moderato e governativo del Movimento.
Nella prima parte del viaggio organizzato assieme all’ambasciata italiana a Tel Aviv, ci saranno incontri con esponenti della società civile di Israele, associazioni e intellettuali. Ancora il programma non è completo, ma dovrebbe prevedere sicuramente una visita al museo dell’Olocausto e un faccia a faccia con qualche autorità politica.

Nella seconda parte i grillini saranno a Gerusalemme, incontreranno anche qui associazioni e autorità palestinesi, prima di spostarsi al confine di Gaza: «E’ lì - ripetono con ansia - che vogliamo andare».

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direttore@lastampa.it

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