Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 02/07/2016, a pag. 15, la breve "Spari contro un'auto israeliana: una vittima".
Anche oggi Avvenire diffonde disinformazione. Lo fa anche quando gli ebrei israeliani vengono uccisi da terroristi palestinesi.
1) Il quotidiano dei vescovi scrive di una "ragazzina uccisa giovedì a coltellate, mentre dormiva in camera sua, da un adolescente palestinese, poi ucciso a sua volta dalle guardie israeliane". In questo modo stabilisce una equazione tra i due "uccisi". Una equazione moralmente impossibile, poiché la prima è la vittima, il secondo il terrorista, che per essere fermato è stato colpito. Forse Avvenire avrebbe preferito che venisse lasciato a piede libero, in modo da poter compiere altri crimini del genere?
2) Il giornale insiste - come da copione - sul fatto che l'accaduto si è svolto in una "colonia in Cisgiordania". Come se fosse questa la causa del terrorismo palestinese, che invece colpisce spesso in West Bank soltanto perché gli ebrei che là vivono sono raggiungibili più facilmente.
3) La descrizione di un secondo attentato è un capolavoro di disonformazione. La riprendiamo: "Sempre ieri, a pochi chilometri da Kiryat Arba, è stato fatto scorrere altro sangue. È di un morto e tre feriti il bilancio di un attacco contro un'automobile israeliana vicino a Hebron. L'auto è stata raggiunta dai colpi di un'altra vettura in corsa, forse palestinese, e si è ribaltata. L'Esercito ha parlato di «terrorismo»". Secondo Avvenire il sangue scorre da solo ("è stato fatto scorrere"), gli attacchi avvengono non contro gli ebrei israeliani ma contro le automobili, così come non vengono uccisi gli ebrei ma sono colpite le auto ("l'auto è stata raggiunta dai colpi..."). Inoltre è un'altra auto la responsabile dell'uccisione, e non criminali terroristi ("i colpi di un'altra vettura"), e infine si tratta di un'auto "forse" (forse? Quali dubbi possono sussistere?) palestinese. Non è neanche sicuro si tratti di terrorismo, solo l'esercito israeliano ne "ha parlato".
Ecco l'articolo:
Terroristi palestinesi. Per Avvenire sono "bravi ragazzi"?
«Vedere le macchie di sangue accanto al suo letto, i libri e i vestiti di una ragazzina, è sconvolgente. Tutto ciò ci ricorda chi e cosa abbiamo di fronte». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto visita alla famiglia della ragazzina uccisa giovedì a coltellate, mentre dormiva in camera sua, da un adolescente palestinese, poi ucciso a sua volta dalle guardie israeliane. Ha avuto un lungo colloquio con i genitori di Hallel Yafa Ariel nella loro abitazione a Kiryat Arba, colonia in Cisgiordania. Ha promesso, inoltre, che il suo governo provvederà a rafforzare gli insediamenti.
Proprio il contrario di quanto chiesto anche ieri dal Quartetto. Eppure, stavolta, l'ufficio di Netanyahu ha accolto con favore il documento poiché chiede un maggior impegno dell'Autorità nazionale palestinese nel fermare e condannare la violenza, sempre più diffusa.
Sempre ieri, a pochi chilometri da Kiryat Arba, è stato fatto scorrere altro sangue. È di un morto e tre feriti il bilancio di un attacco contro un'automobile israeliana vicino a Hebron. L'auto è stata raggiunta dai colpi di un'altra vettura in corsa, forse palestinese, e si è ribaltata. L'Esercito ha parlato di «terrorismo».
Sempre nella zona di Hebron, un donna palestinese è stata uccisa perché aveva tentato di accoltellare alcuni militari. Mentre a Ramallah, al valico di Qalandiya, un palestinese è morto quando i soldati israeliani hanno usato i lacrimogeni per respingere la folla che cercava di forzare i cancelli per raggiungere la moschea di al-Aqsa (Gerusalemme) nell'ultimo venerdì del Ramadan. Tra le prime misure per reagire all'ondata di violenza, Netanyahu ha ordinato la riduzione dei fondi fiscali che mensilmente Israele trasferisce all'Anp e la chiusura degli accessi a Hebron.
Per inviare la propria opinione a Avvenire, telefonare 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante