Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 16, la breve "Israele vuol far rivivere la ferrovia ottomana".
Oltre un centinaio d'anni fa, l'Impero ottomano costruì una linea ferroviaria per traghettare le merci su locomotive a vapore dal Mar Mediterraneo al souk di Damasco e a Medina, città santa in Arabia Saudita. Adesso Israele è pronta a riaprire quel vecchio tracciato tra il porto di Haifa e un terminal a 5 miglia di distanza dal confine della Giordania. Lo sforzo è di incrementare il commercio, moribondo, con i paesi arabi confinanti. Ma questi hanno riservato al progetto un'accoglienza gelida.
L'ex ferrovia di Hejaz collegava l'area che oggi è Israele con il mondo arabo più a est, oltre i territori lacerati del Medio Oriente. Dopo la creazione di Israele nel 1948, fu smantellata e il commercio regionale è stato penalizzato da una serie di guerre arabo-israeliane. «Abbiamo sempre pensato che questa linea potesse diventare il simbolo di pace nei territori della regione», ha specificato Ban Bozenfeld, direttore del progetto per la nuova linea ferroviaria di 40 miglia (circa 64 chilometri) per i treni elettrici attraverso le fertili pianure della Valle di Jezreel, a Sud-Est del mare di Galilea. «E da tanto che aspettiamo».
La nuova linea, costata all'incirca un miliardo di dollari (900 milioni di euro), che aprirà a ottobre, è promettente, secondo il ministro israeliano dei trasporti. I traffici commerciali su strada e via aerea in Israele hanno subito una rilevante crescita negli ultimi anni, dal momento che le compagnie di navigazione hanno evitato la Siria dall'inizio della guerra, nel 2011. Il traffico merci al valico di Sheikh Hussein tra Israele e Giordania è aumentato del 65% tra il 2010 e il 2015, con il numero di camion quadruplicato in cinque anni, fra il 2010 e il 2015 secondo l'autorità aeroportuale israeliana. Le merci (arance spagnole, tessuti giordani, componenti di auto provenienti dall'Europa) sono state trasportate sulle navi portacontainer fino al porto di Haifa e poi hanno proseguito su gomma verso la Giordania o l'Arabia Saudita, l'Iraq e i paesi del Golfo.
Al porto di Haifa, un camionista turco di 43 anni ha scaricato merci venute da Mersin in Turchia. Era solito guidare attraverso la Siria per portare frutta e verdura nella capitale della Giordania, Amman. Ora deve andare via mare attraverso il canale di Suez per consegnare le merci in Arabia Saudita, o via terra attraverso Israele per arrivare in Giordania. L'itinerario israeliano «è la via migliore per il business» perché più economica e richiede meno tempo, secondo un camionista veterano che da 20 anni fa questo lavoro, «e questo la rende una via promettente». Tuttavia, lo sviluppo dell'itinerario commerciale è ostacolato da interessi economici e politici che impediscono ancora a Israele di diventare una porta per il commercio regionale.
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