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La Stampa Rassegna Stampa
27.06.2016 Mogherini: adesso si accorge che l'Europa ha un problema
Lo racconta a Marco Zatterin che l'ascolta sull'attenti

Testata: La Stampa
Data: 27 giugno 2016
Pagina: 11
Autore: Marco Zatterin
Titolo: «Difesa e sicurezza 'serve un'Europa forte come mai prima'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/06/2016, a pag.11, con il titolo " Difesa e sicurezza 'serve un'Europa forte come mai prima' ", il Mogherini-pensiero raccontato da Marco Zatterin. Il quale, mentre si permettere di prendere per i fondelli Geert Wilders,
http://www.informazionecorretta.com/main.phpmediaId=999920&sez=120&id=62863  contravvenendo al suo ufficio, che è raccontare i fatti e non esprimere le proprie opinioni - il suo incarico è fare il corrispondente non l'opinionista- nel caso della Mogherini esprime tutto il rispetto dovuto a quel genere di politici che esprimono roboanti raccomandazioni su ciò che va fatto e quel che si deve evitare.

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Federica Mogherini triste? piange? allora c'è da stare allegri

Chiacchiere da bar, ma se ci avesse abituato solo a quelle, le avremmo anche perdonato la giovanile passione per Arafat, invece no, Mogherini è attiva, ma solo quando deve delegittimare Israele, quando etichetta i prodotti per boicottarne il commercio fuori da Israele, azione che si guarda bene dall'applicare ad altri stati.
Adesso che potrebbe scivolarle via la cadrega,  forse avrà meno tempo da dedicare all'odio verso Israele. Sul tavolo c'è il 'che fare' dell'Europa. Speriamo che la tenga occupata.

Ecco il pezzo:

L’Europa dei governi è ancora sotto choc.  Divisa, quasi per tragica coerenza davanti alla crisi britannica che, ammettono i diplomatici, «va oltre la stessa Brexit». Le capitali si confrontano e si scopre che c’è una pattuglia - Irlanda, Estonia e Danimarca - pronta a sfidare i profeti della linea dura con le genti della Brexit e a prendere tempo, lasciando la porta aperta, chissà che non si trovi un accomodamento. La Francia resta decisa a far pressione seria su Londra, l’Italia chiede «chiarezza per non sacrificare l’Unione» e auspica di tessere il futuro confronto insieme con Europarlamento e Bce, cosa che i tedeschi, temporeggiatori a partire Frau Merkel in giù, non garba. Commissione e Consiglio si disputano la leadership della trattativa. Gli uomini di Juncker sono preoccupati che il Regno Unito rinvii troppo l’attivazione dell’art. 50, la norma che disciplina il divorzio. Più si slitta, dicono, più ci sarà confusione Per tener alta l’attenzione, dopo qualche riflessione strategica, il Team Juncker ha deciso di lanciare il dibattito sulla nuova «Global Strategy» per l’Europa che il Consiglio, cioè i governi, ha un anno fa chiesto di compilare all’alto rappresentante per la Politica estera, Federica Mogherini. Il testo, che aggiorna e approfondisce il documento varato nel 2013 da Xavier Solana, è pronto da giorni. Da ieri circola nella capitali, 32 pagine di cornice con un chiaro inviato ad avanzare con l’integrazione partendo dalla dimensione internazionale, dunque centrando il discorso sui nodi della Sicurezza, come terrorismo, migranti, capacità di difesa concreta. «Lo scopo della nostra Unione è messo in dubbio - scrive Lady Pesc -. Eppure il mondo e cittadini hanno bisogno di un’Europa forte come mai prima». L’ambizione di fondo è «dare un’autonomia strategica» al patto europeo. E’ una soluzione per rispondere ai problemi che generano ansia nei cittadini, a maggior ragione ora che il referendum sulla Brexit ha assegnato un colpo deciso alle fondamenta dell’Ue. La Difesa è il capitolo centrale. Non si mette in discussione il ruolo della Nato, però si chiede di eliminare le barriere che impediscono di avere doti autonome, ad esempio di creare senza troppe difficoltà dei battaglioni comuni. Segue l’auspicio di un coordinamento dell’Intelligence per l’antiterrorismo e di azione efficace sui migranti che tagli le radici al fenomeno, con il Migrant Compact e il piano investimento per l’Africa. Interessante la linea sulla Russia. Non sarà riconosciuta mai l’annessione della Crimea, però si ammette l’esigenza di «un cambiamento sostanziale nelle relazioni bilaterali», ovviamente vincolato al rispetto del diritto internazionale. I leader europei ne parleranno domani nella sessione a ventotto. Mercoledì si ritroveranno senza il Regno Unito, per la prima volta. Nessuno si attende che David Cameron faccia partire subito il negoziato divorzile. «C’è un ampio riconoscimento delle ragioni per cui non è possibile accada», ha detto ieri una fonte europeo al termine della riunione degli sherpa dei governi (per l’Italia, Marco Piantini). «Senza richiesta, non si tratta», si sottolinea. E’ la sola intesa in un conteso in cui la sintonia latita. Una quadra verrà, prima del summit. Ma servirà parecchio altro lavoro nelle prossime ore.

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