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Per che cosa si uccide 24/06/2016

Gentilissima Redazione,
potreste indicare in base a quali informazioni qualificate Mahmud Badran, nel Vostro commento odierno su un articolo dell’Osservatore Romano, come un “lanciatore di pietre”? Secondo Israel Hayom ed il Jerusalem Post, un portavoce delle Forze armate israeliane lo hanno indicato, allo stato delle conoscenze, come un “uninvolved bystander”.
Secondo il Jerusalem Post ed altri giornali, il quindicenne, nel momento in cui un proiettile lo ha ucciso, non stava né lanciando pietre, né guardando altri lanciarle, bensì era in auto con amici, di ritorno da una serata in piscina, lungo una strada vicina a quella su cui era appena avvenuto il lancio di pietre (e, forse ancor peggio, il versamento di olio per far sbandare i veicoli di passaggio) ed è stato colpito, al pari di altri tre o quattro dei sei che viaggiavano su quell’auto, dal fuoco dei militari israeliani che stavano inseguendo i lanciatori di pietre.
Al momento è in corso un’inchiesta israeliana sul fatto e preferisco ignorare le gravi accuse mosse da un giornalista di Haaretz ai militari, ma è già abbastanza doloroso che un altro adolescente sia morto per aggiungervi accuse alla sua memoria. Sempre, appunto, che non abbiate altre, precise informazioni.

Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca

Se ci sarà una inchiesta ufficiale da parte israeliana, a quella ci atterremo, non abbiamo certo la presunzione di attribuirci compiti che non ci spettano. Converrà con noi - almeno dal quadro che lei stassa ci ha inviato - che quella strada era percorsa da: 1) lanciatori di pietre contro i soldati 2) gente che versava olio per far sbandare le macchine di passaggio. Che i sei tornassero dopo una serata in piscina, essendo presumibilmente arabi,  uno è portato a considerare che qualche pensiero gli sia venuto sulla pericolosità della strada che stavano percorrendo. Non hanno pensato di sentire il parere dei soldati ? Oppure stavano guardando ammirati i lanciatori di pietre ? non è una domanda ostile, ma realista, è questa l'attitudine dei palestinisti di fronte agli attacchi contro gli israeliani. Una vita spezzata è sempre un lutto, ci lasci però dire che c'è un grossa differenza tra chi - per difesa - uccide e chi uccide per terrorismo.

IC Redazione 


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