Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA, di oggi, 24/06/2016, a pag.16, la rubrica delle lettere a Michele Serra. dal titolo "Il senso politico dell'espressione 'nazi-islamismo'".
Stupisce favorevolmente leggere sulla stampa 'de sinistra ' un pezzo così innovativo rispetto al passato, quando la stessa definizione ci veniva rimproverata etichettandoci 'razzisti'. Oggi, la scrive e motiva, Michele Serra, gli facciamo tutti i nostri più sinceri auguri perchè il suo esempio serva di stimolo ai timorosi, in poche righe, caro Serra, lei gli fornisce anche la giustificazione storica. Complimenti!
Michele Serra
P.S. non sia modesto, lei è il primo ad usarla su un giornale importante, speriamo la imitino in tanti.
Seguono lettera e risposta:
Spettabile Serra, l'espressione nazi-islamismo è una delle più sballate che esistano. Non c'è niente in comune fra quelle due correnti di idee, chiamiamole così con molta generosità. In realtà l'Islam trova comprensione e indulgenza, nonché inviti a capirlo e accettarlo, a sinistra e non nell'estrema destra. È una delle balordaggini di una certa sinistra che, insieme all'apertura incondizionata ai migranti, all'entusiasmo per i gay e cose simili, fa sì che poi i ceti popolari si sentano molto dimenticati e snobbati evotino peri cosiddetti populisti (o non votino). Se lei non usasse più tale espressione farebbe migliore figura.
Silvia Cecchini (Milano)
Spettabile Cecchini, l'espressione «nazi-islamismo» o «nazisti islamici» non è mia. È adoperata con una certa frequenza anche da altri giornalisti e analisti, e l'ho adottata non solo perché ha una sua efficacia simbolica, ma perché ne condivido il senso politico. Il fondamentalismo islamico ha in comune, con il nazismo, la divisione degli umani in «puri» e «impuri» e la determinazione genocida nei confronti degli impuri. Che questa divisione non avvenga su basi razziali ma religiose non mi sembra faccia una grande differenza: apostati e infedeli sono, per il jihadismo, ciò che gli ebrei, gli zingari, i neri e i non ariani furono per il nazismo. Lei ha ragione sul fatto che la sinistra è molto in ritardo nella percezione della gravità del fenomeno, della sua aggressività, della sua disumanità (altro elemento, la disumanità, che suggerisce l'accostamento al nazismo). Ragione di più per risvegliare i sentimenti di allarme troppo sopiti evocando, appunto, il nazismo. Anche per il genocida norvegese Breivik, del resto, scrissi che si trattava di un «cattonazista», e rivendico quell'epiteto nello specifico. Dunque si rassegni: userò ancora tale espressione, specie quando si stia trattando dello sterminio degli omosessuali (bollati col triangolo rosa nei campi di concentramento nazisti).
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