Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 23/06/2016, un redazionale a pag.27, dal titolo " Netanyahu a Roma vedrà Kerry e Renzi per superare lo stallo"
L'unico aspetto corretto del redazionale sono le parole del presidente israeliano Rivlin all'Onu, da leggere e meditare, dopodichè si capisce quanto il resto del pezzo potrebbe averlo dettato la stessa Mogherini. Continuare a credere nell'utilità di iniziative come quella francese, dell'Onu o della UE significa unicamente protrarre lo stallo, non interromperlo.
Ecco il pezzo:
Bibi e Renzi
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu domenica sarà a Roma per tentare di ammorbidire l'imminente Rapporto del Quartetto sulla stagnazione del processo di pace con i palestinesi. In un solo giorno - dopo aver sentito ieri per telefono il presidente russo Vladimir Putin - vedrà il segretario di stato Usa John Kerry, il premier Matteo Renzi e non si esclude un incontro anche con l'alto rappresentante della politica estera della Ue Federica Mogherini. Poi lunedì - per completare il tour de force diplomatico - Netanyahu tornerà in Israele per incontrare, il giorno successivo a Gerusalemme, il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon in visita nella regione. In agenda, oltre al Rapporto del Quartetto, anche l'iniziativa francese per una Conferenza internazionale di rilancio del processo di pace fatta propria dall'intera Ue e che prevede paletti, timing e incentivi certi, affidati come stesura alla Mogherini. Se i palestinesi appoggiano senza remore l'iniziativa di Parigi, Israele - oltre a temere gli effetti del Rapporto e come conseguenza mosse ancora più dirette da parte delle Nazioni Unite - non ha mai nascosto la sua contrarietà alla Conferenza preferendo da sempre "trattative dirette e senza precondizioni" con i palestinesi. Netanyahu ha ripetuto che la via della pace passa unicamente attraverso questa strada ma non può ignorare l'effetto tenaglia tra Rapporto e iniziativa francese.
Reuven Rivlin all'Onu
Lo stesso presidente Reuven Rivlin oggi ha esposto con franchezza davanti al Parlamento Europeo le obiezioni israeliane: «Non è facile per me - ha detto - essere qui oggi e dire che in questo momento un accordo permanente di pace non può essere raggiunto». «L'iniziativa francese, approvata dalle istituzioni europee solo pochi giorni fa soffre - ha spiegato - dei soliti difetti fondamentali». Si fonda - ha proseguito - «sull'idea che facendo pressioni su "noi" e "loro" ci si possa condurre a negoziare un accordo permanente». Punto di volta ideologico - ha sottolineato - è «l'assunto della "mancanza di volontà"» delle parti che «non solo si è dimostrato fondamentalmente sbagliato ma che ignora le circostanze sul terreno». Poi ha indicato la strada che Israele ritiene migliore: «Se l'Europa è interessata ad essere un fattore costruttivo nello sforzo per un futuro accordo» di pace tra israeliani e palestinesi, «incombe sui suoi leader - ha concluso Rivlin - il compito di concentrarsi su una paziente e metodica costruzione della fiducia: non attraverso disinvestimenti ma tramite investimenti, non con i boicottaggi ma con la cooperazione». Ora tocca a Netanyahu che a Roma dovrà lavorare per alleggerire il Rapporto del Quartetto facendo bilanciare le responsabilità dell'attuale stallo del processo di pace e confrontarsi sulla strada futura dell'iniziativa francese. (R.Es.)
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