IC7 - Il commento di Michael Levi
Dal 12 al 18 giugno 2016
Comincia dalle Marche la collaborazione delle regioni italiane con il regime iraniano
Nelle Marche e’ iniziata la febbre dell’ oro, la corsa verso l’ Iran degli ayatollah. L’ incontro avvenuto a Jesi (AN) il 10 Maggio 2016, è parte di una visita diplomatica iraniana nelle Marche con lo scopo di incontrare le imprese della regione e promuovere investimenti dall’Italia verso l’ Iran.
Il meeting intitolato “Giornata Seminariale di presentazione del mercato Iraniano dopo l’ Implementation Day del 16/01/2016” e’ incominciato con il discorso introduttivo dell’ ambasciatore iraniano in Italia Jahanbakhsh Mozaffari “Il nostro è un mercato ricco che può offrire opportunità alle imprese marchigiane. Siamo i primi produttori di energia al mondo, abbiamo una popolazione di 80 milioni di abitanti. Oggi gli iraniani apprezzano il made in Italy. Le principali aziende italiane sono già presenti in Iran. I 28 memorandum, del valore di 100 miliardi, firmati dal premier Matteo Renzi nella recente visita a Teheran, testimoniano l’interesse concreto a sviluppare rapporti commerciali. Guardiamo con attenzione alle piccole e medie imprese che caratterizzano anche la nostra economia. Raccordiamole con le Camere di commercio dei due Paesi e venite in Iran con la missione del presidente Ceriscioli. Se gli imprenditori marchigiani toccano con mano la nostra realtà, possono farsi un’idea concreta su un mercato dinamico che offre opportunità di crescita e sviluppo. Quello iraniano è un mercato da rivitalizzare per rilanciare l’economia. Servono 900 miliardi di euro e il nostro Paese dispone di queste risorse”.
La risposta del Presidente delle regione Marche ha sottolineato “l’onore per essere, le Marche, la prima regione visitata dall’ambasciatore dopo la fine delle sanzioni. Si aprono scenari interessanti non solo per le Pmi, ma anche per scambi culturali che possono rafforzare il gemellaggio con una regione iraniana, proposto dall’ambasciatore nella visita a Palazzo Raffaello”.
Durante il meeting non si e’ spesa una parola sulle violazioni dei diritti umani in Iran, il sostegno al terrorismo internazionale e allo spaccio di stupefacenti. Non si e’ chiesto l’ impegno dell’ Iran a far cessare il conflitto siriano che ha causato centinaia di migliaia di morti e che sta provocando un'ondata di profughi verso l’ Europa, con enormi costi finanziari che pesano sui contribuenti europei. Eppure l’ Iran è coinvolto nel conflitto mediorientale sia direttamente sia tramite il suo alleato Hezbollah. Non una parola sui giovani impiccati quotidianamente, molti dei quali minorenni e colpevoli solo di pensarla diversamente dal regime oppure di essere omosessuali. Niente sulle violazioni del trattato nucleare e sul lancio di missili balistici, sui quali è vistosamente scritto “Israele deve essere cancellata dalla faccia della terra”.
Ad opporsi a questa pura follia e’ intervenuta UANI, United Against Nuclear Iran, una organizzazione americana no profit, politicamente trasversale, che include ex ambasciatori, senatori, ex direttori di agenzie di intelligence americane ed europee. In Italia è rappresentata dall’ ex Ministro degli Esteri, l’ambasciatore Giulio Terzi di Santagata. Mark Wallace, CEO e fondatore di UANI, ha fatto pervenire al Presidente della regione Marche, in America con una missione per promuoverne lo sviluppo economico, una lettera tramite l’ Ambasciata italiana di Washington, nella quale mette in guardia sui pericoli sui pericoli rappresentati dal fare affari con il regime dei mullah. Non solo pericoli finanziari ed economici, ma compromettenti sul piano morale.
Nelle Marche sono attive grandi multinazionali che danno lavoro direttamente ed indirettamente a migliaia di persone. Nonostante tutto questo e la serietà della discussione che merita approfondimenti e dibattito, vi è stato un assoluto silenzio stampa da parte dei giornali locali, che hanno censurato le nostre lettere di protesta. Ci auguriamo che l’annunciato gemellaggio tra l’Iran e la regione Marche trovi una giusta opposizione. Sarebbe anche un esempio di fronte ad altri simili gemellaggi annunciati dai diplomatici di Teheran.
Michael Levi, United Against Nuclear Iran - Italia