Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 16/06/2016, a pag. 12, con il titolo "Si dice 'islam moderato', ma è l'eccezione o la regola?", il commento di Furio Colombo.
La prudenza può essere una virtù, ma le buone intenzioni servono solo a lastricare le vie dell'inferno. Di queste due posizioni alfiere è Furio Colombo, che non conclude il discorso sull'islam con parole decise - che gli appartengono, ma che non scrive. Ecco allora una serie di "non solo ma anche", inutili per capire il significato del terrorismo islamico.
Ecco l'articolo:
Furio Colombo
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Islam "moderato" e "radicale"
Dalla rubrica delle lettere:
CARO FURIO COLOMBO, perché secondo lei, quando si parla di Islam, spesso si aggiunge l'aggettivo "moderato"? Vuol dire che esistono varianti della religione islamica, una normale, una moderata, una estremista?
ANNA
LA RISPOSTA LA TROVIAMO in tutte le grandi religioni. Un induista come il Mahatma Gandhi immaginava che nell'India liberata e indipendente indù, islamici, parsi e i credenti di ogni altra religione avrebbero armoniosamente vissuto insieme. E invece l'immediato conflitto fra le due maggiori religioni (e la separazione nei due Stati dell'India e del Pakistan) è costata un milione di morti. Il cristianesimo ha punito le sue variazioni di fede (eresie, riforme e dissensi anche su isolati punti di dottrina) in modo violento e implacabile, usando tribunali, organizzando persecuzioni, ma con una diversità, notata dalla storia,fra estremismi crudeli e separazioni relativamente indolori.
Questa lettera, che chiede notizie sull'islamismo moderato, giunge al giornale mentre l'Italia - nei giorni di discussione e votazione sulla legge sulle unioni civili - ha attraversato una tempesta di cristianesimo estremista persuasa, senza imbarazzo, che attribuire ad altri, nel caso i gay, dei diritti che devono spettare a tutti, si provoca un rischio grave per le famiglie e i bambini che vivono all'interno della sola religione e della sola moralità riconosciuta.
Questa lettera giunge mentre l'America tenta di capire se il giovane assassino di Orlando era un estremista islamico o un estremista omofobo. Spesso, opportunamente, si citano le Crociate per ricordare l'estremismo simmetrico Cristianesimo-Islam, attribuito dalla storia agli eserciti e al credo delle due grandi religioni contrapposte, in armi per la conquista o il controllo di luoghi ritenuti sacri per entrambi. Ma, altrettanto opportunamente, si ricorda la grande avventura spagnola, secoli di egemonia islamica che non è mai stata occupazione o persecuzione, ma un fiorire di tollerante civiltà. E allora è impossibile non ricordare la violenza persecutoria della Regina Isabella, fervente cattolica, contro i sudditi ebrei dello stesso Paese, secoli dopo.
Credo, dunque, che prima di tutto si debba dire che stiamo di nuovo vivendo un momento feroce della storia che sta alterando religione, politica, comportamenti individuali e di massa e che chiede di non essere interpretata secondo presunte identificazioni religiose. E improbabile che il Califfato sia composto da fervidi ed estremi credenti, cosi come non erano fervidi cristiani gli invasori occidentali che avrebbero dovuto portare la democrazia e hanno portato distruzione e prigioni. Così come non è Donald Trump a qualunque cristianesimo creda di appartenere. Dunque, alla domanda sensata non si può che dare una risposta sensata: ogni religione può diventare un'arma mortale. Ma è sempre un trucco per coprire la mano del boia e farci credere che sia la mano di Dio.
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