IC7 - Il commento di Valentino Baldacci
Dal 5 all'11 giugno 2016
Quella contraddizione nella politica italiana verso Israele
Il ministro Stefania Giannini a colloquio con Shimon Peres
Questa nota è dedicata al convegno sui problemi della bioetica, uno dei dieci incontri tenuti il 1° e 2 giugno a Tel Aviv per iniziativa dell’Ambasciata italiana in occasione della Festa della Repubblica. Ma prima di parlare del convegno fatemi dire qualche parola sulla meravigliosa manifestazione del 5 giugno in occasione di Yom Yerushalaim, il giorno dedicato a Gerusalemme che quest'anno coincideva con l'anniversario dell'inizio della guerra dei Sei giorni del giugno 1967, cioè della liberazione della città dall'occupazione giordana.
Migliaia e migliaia di ragazze giovanissime hanno sfilato per la King George per poi confluire nel Parco dell'Indipendenza, cantando e ballando in mezzo allo sventolare di migliaia di bandiere. Erano in prevalenza ragazze giovanissime, piene di entusiasmo, bellissime di gioventù e di gioia di vivere. Io non ho l'abitudine di commuovermi ma questa volta mi sono venute le lacrime agli occhi. Finché ci saranno ragazze del genere Israele non morirà e anche gli attentati più feroci, come quello al mercato di Sarona, non riusciranno a piegare la volontà di esistere del popolo israeliano.
Tornando al convegno, più che del suo contenuto (nel mio caso dovevo parlare del contesto storico-politico della legislazione italiana sui temi della bioetica), che si può trovare anche su “Pagine Ebraiche”, ne voglio sottolineare due aspetti. Il primo riguarda i relatori israeliani, che parlavano tutti perfettamente l'italiano perché si sono formati in Università italiane e perché tornano spesso in Italia. Questo mi ha permesso di proporre loro di venire a parlare a Firenze - a cura della nostra Associazione Italia-Israele - sulle loro esperienze di ricerca nel campo della bioetica o in altri campi, come nel caso - di grande interesse - di un giudice arabo-israeliano, di origine beduina.
L'altro aspetto riguarda i due interventi della Ministra Stefania Giannini che ha sottolineato con molta forza che il Governo italiano rifiuta e respinge ogni forma di boicottaggio contro Israele, in particolare quello accademico. Sono stati due interventi molto chiari e molto belli ma che, proprio per questo, ripropongono il problema della contraddizione fra queste dichiarazioni di principio (che non sono le prime, si ricordi il discorso di Matteo Renzi alla Knesset) e i voti espressi di recente dai rappresentanti italiani nelle sedi Unesco e Organizzazione Mondiale della Sanità, voti ostili ad Israele. E' una contraddizione che deve essere risolta, perché getta un'ombra sulla reale posizione del Governo italiano e non favorisce certo il rafforzarsi del consenso nei suoi confronti.
Valentino Baldacci