Riprendiamo dalla STAMPA - TORINO di oggi, 08/06/2016, a pag. 48, con il titolo "Un incubatore per start up rafforza le intese tra Poli e technion di Haifa", la cronaca di Fabrizio Assandri.
Il campus del Technion, a Haifa
Dopo le polemiche su Israele, il Politecnico rilancia. «Abbiamo un progetto per un incubatore di start up condiviso col Technion di Haifa», dice Marco Gilli, rientrato da Israele al seguito del ministro Giannini. Tra le motivazioni della trasferta, per il rettore c’era la necessità di ricucire con Haifa. Da mesi l’accordo siglato da Università e Poli con l’ateneo israeliano, per ricerche sui temi dell’acqua e della salute, è al centro di proteste e inviti al boicottaggio nel mondo accademico. Sotto accusa i legami del Technion con l’esercito. L’ambasciatore israeliano, preoccupato per la protesta, s’era rivolto a Gilli. Il rettore, che nel viaggio ha anche incontrato l’ex premier Simon Peres, ora annuncia che all’attuale collaborazione se ne aggiungerà un’altra, il sostegno alle start up. E potrebbero riaccendersi le polemiche tra chi ritiene gli atenei complici dell’oppressione dei palestinesi, chi accusa di antisemitismo i boicottatori, chi crede nella scienza «neutra».
«Non c’è confronto tra la rete di aziende e capitali a cui possiamo affacciarci noi e la loro, che guarda anche agli Usa: lì le start up non fanno a tempo a realizzare un prototipo che vengono comprate – dice Gilli – noi abbiamo una cosa che lì manca, l’industria manifatturiera». Le giovani imprese dovrebbero passare periodi di incubazione in entrambi i Paesi, «per il progetto dovrebbe esserci un finanziamento del ministero degli Esteri».
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