Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/06/2016, a pag:14, con il titolo "Una spia tra i fedelissimi di Saddam, ecco come Israele distrusse l'Osirak" laa cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile Ilan Ramon, all'epoca di Osirak
Ilan Ramon, eroe d'Israele, morto nell'esplosione nello spazio dello Shuttle nel 2003
Una spia all'interno del regime di Saddam Hussein guidò cacciabombardieri israeliani sul reattore nucleare di Osirak. E a studiare i piani di volo al limite dell'autonomia degli F-16 fu un pilota alla sua prima missione, «che non aveva mai sganciato una bomba in vita sua». A 35 anni da quel 7 giugno 1981, reduci e agenti del Mossad hanno rivelato dettagli sconosciuti dell'operazione Opera.
Un blitz al limite delle possibilità dei mezzi e degli uomini. L'obiettivo, e la data, vennero scelti con un «aiuto interno», ha confermato Gad Shimron, ex agente del Mossad. Israele aveva individuato il programma iracheno per produrre plutonio, e la bomba atomica, nel 1976. Dopodiché aveva seguito, e sabotato, il reattore di Osirak, «passo per passo». «Non c'è bisogno di essere un esperto di intelligence per capire che se c'è un progetto in Iraq con decine di tecnici e scienziati stranieri - ha spiegato Shimron -, le agenzie interessate cercheranno di reclutarne qualcuno».
La messa in servizio della centrale era già stata ritardata di «due o tre anni». Soprattutto con un'operazione in Francia, nel porto di Seyne-sur Mer, dove il primo nucleo del reattore, che stava per essere spedito via nave in Iraq, esplose in circostanze «inspiegabili».
La spia all'interno rivelò anche quando sarebbe cominciata la produzione di plutonio, sufficiente a costruire una bomba all'anno. Il ministro Menachem Begin decise di agire, «fosse l'ultima cosa che faccio da premier». L'operazione, in codice Ammunition Hill, fu però scoperta dal leader dell'opposizione, Shimon Peres. Begin la cancellò e la fece ripartire con un nome scelto a caso «dal computer»: Opera. Il problema vero era che gli F-16 non avevano autonomia sufficiente per colpire a 15 km da Baghdad e tornare indietro. II comandante della pattuglia di otto caccia, Ze'ev Raz, ha confermato che il bersaglio era «oltre il limite dei jet. Abbiamo dovuto usare ogni sorta di trucchi». L'aviazione israeliana avrebbe avuto a disposizione gli aerei per il rifornimento in volo solo nell'82. Il blitz non poteva aspettare.
Fu deciso di agire una domenica, quando i tecnici stranieri erano via. Vennero aggiunti serbatoi supplementari, la rotta per coprire i 3000 km andata e ritorno fu curata nei minimi dettagli. I jet passarono sul Golfo di Aqaba. II re di Giordania Hussein li notò dal suo yacht ma non riuscì ad avvertire gli iracheni. Poi attraversarono il deserto giordano fingendo di essere caccia sauditi «fuori rotta». Il piano di volo venne studiato da Ilan Ramon, al battesimo del fuoco. Tutti lo prendevano in giro perché «non aveva mai sganciato una bomba». II governo e l'allora comandante dell'aeronautica, David Ivey, avevano messo in conto di perdere «uno o due» aerei: «Il problema non era colpire, era tornare vivi».
A Ramon fu affidata la posizione di coda al ritorno, la peggiore: «E come un branco di antilopi che scappa da una tigre». Ma Ramon riuscì a colpire e a tornare in salvo.
Nel 2003 sarà il primo israeliano ad andare nello spazio, ma nella tragica missione dello Shuttle Columbia, esploso in volo.
Gli F-16 furono anche facilitati, secondo fonti irachene mai confermate, dal fatto che gli uomini dell'antiaerea erano andati a farsi uno spuntino e avevano spento i radar. Il reattore non fu mai ricostruito, anche se Saddam lanciò un vasto programma sotterraneo per produrre uranio arricchito.
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