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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
04.06.2016 La pioggia a Parigi travolge anche il vertice sul Medio Oriente
Se ne accorge anche Giampiero Gramaglia

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 04 giugno 2016
Pagina: 13
Autore: Giampiero Gramaglia
Titolo: «Hollande tenta la pace araba ma fa un buco nell'acqua»

Riprendiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi,04/06/2016, a pag.13, con il titolo "Hollande tenta la pace araba ma fa un buco nell'acqua" la cronaca di Giampiero Gramaglia del fallimentare incontro parigino organizzato da François Hollande.

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In linea con il giornale su cui scrive, Gramaglia etichetta la posizione israeliana con parole pesanti, in pratica l'unico responsabile della pace lontana è il governo a guida Netanyahu, che i colloqui non abbiano mai sortito risultati, a Gramaglia non passa per l'anticamera del cervello che la colpa potrebbe essere attribuita all'Anp. Non sia mai !
Per leggere un commento equilibrato, oltre a quello di Paola Peduzzi in altra pagina di IC oggi, ecco 
 il link al commento di Fiamma Nirenstein, pubblicato ieri:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=253&sez=120&id=62619

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Giampiero Gramaglia

Ecco il pezzo:

La piena della Senna manda sott'acqua anche la conferenza di Parigi sul Medio Oriente: un flop largamente annunciato perché non c'è, in questa fase, né il clima né la volontà per fare progressi verso la pace tra israeliani e palestinesi, anche se tutti percepiscono che lo stallo può favorire jihadisti e terroristi. Aprendo i lavori, il presidente francese Hollande,che cerca legittimazioni internazionali, mentre in patria incassa contestazioni, ha invitato Israele e la Palestina a fare "la scelta coraggiosa della pace". Parole nobili, ma vuote: era già chiaro dopo il pollice verso mostrato giovedì dal governo israeliano, la formazione più conservatrice che abbia mai guidato il Paese: la Conferenza di Parigi - è la linea dell'esecutivo Netanyahu - "allontana la pace" ed è anzi "un'occasione perduta. Nella Storia, questa conferenza sarà ricordata per aver contribuito a irrigidire le posizioni palestinesi". O, più probabilmente, non sarà ricordata per nulla. La conferenza, dove c'erano il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni,l'Onu e l'Ue, doveva servire, nelle intenzioni di Parigi, a rilanciare l'iniziativa di pace in Medio Oriente. I protagonisti, però, se la sono cantata e suonata fra di loro, ripetendo concetti su cui c'è un accordo di massima da anni, ma non si fanno progressi. Gli unici vincitori dello statu quo nel conflitto in Medio Oriente saranno "gli estremisti di ogni parte e i terroristi", ha ammonito Hollande, indicando l'obiettivo di "confermare insieme che la pace passerà da due Stati, Israele e uno Stato palestinese, che vivano fianco a fianco nella sicurezza". E lo stesso hanno detto l'Europa, con l'Alto Rappresentante Federica Mogherini, e l'America, l'Italia e ciascuno degli Stati presenti. Per Gentiloni, la soluzione dei due Stati è "l'unica che può consentire a Israeliani e palestinesi di vivere in pace e nel riconoscimento reciproco": si "rischia che la questione israelo-palestinese diventi secondaria" e che "nel vuoto crescano posizioni di radicalizzazione e di terrorismo", benché l'Isis stia "subendo sconfitte serie in Iraq e Libia". Il documento conclusivo afferma chel'attualestatusquoin MedioOriente "non è sostenibile" e che "una soluzione negoziata a due Stati è l'unico modo per conseguire una pace duratura". Con l'augurio di rivedersi per un summit più concreto entro fine anno.

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