Monaco, la città dove tutto cominciò: ostacoli al ricordo
Commento di Roberto Giardina
Roberto Giardina copertina del suo libro PFIFF,
una storia nella Torino degli anni '60
Monaco, alcune Stolpersteinen (pietre d'inciampo)
Monaco dice ancora no alle Stolpersteine, alle pietre d´inciampo. Ne sono state installate 56mila in Germania ma vengono vietate solo nella capitale bavarese, e in altre poche località della regione. Una sentenza all´italiana, e non è un caso. La seconda sezione del Tribunale amministrativo ha deciso che le pietre possono essere poste nei marciapiedi ma, allo stesso tempo, il Municipio ha il diritto di vietarle. La vertenza non è finita perché è stato presentato appello.
Tempo fa, Christof Eberstadt ha chiesto di porre una Stolpersteine innanzi al portone, al numero 8 della Heßstrasse, per ricordare la sua bisnonna Hermine che, a 89 anni, il 23 giugno del 1942 fu deportata e morì il giorno di Natale dello stesso anno a Theresienstadt. Va precisato che la strada non è dedicata a Rudolf Hess, il vice di Hitler, che nel 1919 abitava a Monaco, ma al professore di grafica Carl Ernst Heß. “Mi sembrava che non ci fossero problemi, dice Eberstadt, una Stolpersteine non obbliga nessuno, nessuno ci inciampa, chi vuole la legge, e chi no se ne va per la sua strada”.
Ma dal 2004 Monaco vieta le pietre..Un “nein” ripetuto il 29 luglio dell´anno scorso. Il pronipote di Frau Hermine ha presentato ricorso La comunità ebraica è divisa, anche se la maggioranza è a favore delle pietre. Charlotte Knobloch, presidente della Israelitische Kultusgemeinde, è contraria: le pietre non sono un omaggio dignitoso per le vittime, e sono un´operazione commerciale che lava la coscienza dei tedeschi.
Martedì l´ultima decisione del Tribunale: le pietre non rappresentano alcun problema, ma la loro installazione è soggetta a permessi come per l´affissione di un manifesto pubblicitario.
E´anche vero che non hanno scopo di lucro, comunque un´autorizzazione è necessaria. Un cavillo giuridico che permette al municipio di continuare a vietare le Stopersteine.
Una lapide o una stele sono ammesse, le pietre no. L´Spd, il partito socialdemocratico, e la CSU, i cristiano sociali, hanno appoggiato il divieto.
Gli ebrei di Monaco deportati furono circa 4500. Difficile e costoso porre altrettanto lapidi sulle facciate dei palazzi: una Stopersteine costa non più di 120 euro, una lapide in marmo almeno mille. Non si dovrebbe farne una questione economia, ma è chiaro l´intento dei politici locali di impedire il ricordo delle vittime.
Stranamenete, o forse no, la “Süddeutsche Zeitung” di Monaco, uno dei migliori giornali d´Europa, e che non è affatto reazionario e conservatore, ha dedicato alla vertenza appena dieci righe. La “Frankfurter Allgemeine” di Francoforte un lungo commento d´apertura nella prima pagina dell´inserto cultura. Sia come sia, conclude l´articolo, nel mondo si leveranno le accuse contro Monaco, la città dopo tutto cominciò, l´unica che si batte contro la testimonianza delle Stpersteine. Non è finita, e l´avvocato di Herr Eberhardt ha presentato ricorso contro la sentenza.