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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2016 Monaco, la città dove tutto cominciò: ostacoli al ricordo
Commento di Roberto Giardina

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 giugno 2016
Pagina: 1
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Monaco, la città dove tutto cominciò: ostacoli al ricordo»

Monaco, la città dove tutto cominciò: ostacoli al ricordo
 Commento di Roberto Giardina

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Roberto Giardina                 copertina del suo libro PFIFF,
                                                una storia nella Torino degli anni '60

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Monaco, alcune Stolpersteinen (pietre d'inciampo)

 

Monaco dice ancora no alle Stolpersteine, alle pietre d´inciampo. Ne sono state installate 56mila in Germania ma vengono vietate solo nella capitale bavarese, e in altre poche località della regione. Una sentenza all´italiana, e non è un caso. La seconda sezione del Tribunale amministrativo ha deciso che le pietre possono essere poste nei marciapiedi ma, allo stesso tempo, il Municipio ha il diritto di vietarle. La vertenza non è finita perché è stato presentato appello.
Tempo fa, Christof Eberstadt ha chiesto di porre una Stolpersteine innanzi al portone, al numero 8 della Heßstrasse, per ricordare la sua bisnonna Hermine che, a 89 anni, il 23 giugno del 1942 fu deportata e morì il giorno di Natale dello stesso anno a Theresienstadt. Va precisato che la strada non è dedicata a Rudolf Hess, il vice di Hitler, che nel 1919 abitava a Monaco, ma al professore di grafica Carl Ernst Heß. “Mi sembrava che non ci fossero problemi, dice Eberstadt, una Stolpersteine non obbliga nessuno, nessuno ci inciampa, chi vuole la legge, e chi no se ne va per la sua strada”.

Ma dal 2004 Monaco vieta le pietre..Un “nein” ripetuto il 29 luglio dell´anno scorso. Il pronipote di Frau Hermine ha presentato ricorso La comunità ebraica è divisa, anche se la maggioranza è a favore delle pietre. Charlotte Knobloch, presidente della Israelitische Kultusgemeinde, è contraria: le pietre non sono un omaggio dignitoso per le vittime, e sono un´operazione commerciale che lava la coscienza dei tedeschi.
Martedì l´ultima decisione del Tribunale: le pietre non rappresentano alcun problema, ma la loro installazione è soggetta a permessi come per l´affissione di un manifesto pubblicitario.
E´anche vero che non hanno scopo di lucro, comunque un´autorizzazione è necessaria. Un cavillo giuridico che permette al municipio di continuare a vietare le Stopersteine.
Una lapide o una stele sono ammesse, le pietre no. L´Spd, il partito socialdemocratico, e la CSU, i cristiano sociali, hanno appoggiato il divieto.
Gli ebrei  di Monaco deportati furono circa 4500. Difficile e costoso porre altrettanto lapidi sulle facciate dei palazzi: una Stopersteine costa non più di 120 euro, una lapide in marmo almeno mille. Non si dovrebbe farne una questione economia, ma è chiaro l´intento dei politici locali di impedire il ricordo delle vittime.
Stranamenete, o forse no, la “Süddeutsche Zeitung” di Monaco, uno dei migliori giornali d´Europa, e che non è affatto reazionario e conservatore, ha dedicato alla vertenza appena dieci righe. La “Frankfurter Allgemeine” di Francoforte un lungo commento d´apertura nella prima pagina dell´inserto cultura. Sia come sia, conclude l´articolo, nel mondo si leveranno le accuse contro Monaco, la città dopo tutto cominciò, l´unica che si batte contro la testimonianza delle Stpersteine. Non è finita, e l´avvocato di Herr Eberhardt ha presentato ricorso contro la sentenza.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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