Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 31/05/2016, a pag. 27, con il titolo "Compie 100 anni Bernard Lewis, islamologo principe", il commento di Franco Cardini.
Non tragga in inganno il titolo. Il pezzo di Cardini è colmo di omissioni, inesattezze, millantato credito. Invitiamo i lettori, per essere informati correttamente su Bernard Lewis, a leggere il pezzo di Fiamma Nirenstein pubblicato oggi in altra pagina. ecco il link: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=62592
1) Cardini definisce "aspre" le prese di posizione di Lewis nei confronti dell'islam odierno, ma non argomenta questa annotazione.
2) Fa cenno alla discussione critica di Lewis sul genocidio armeno, senza entrare in merito, addirittura non chiamandolo neppure genocidio, e millantando una mera differenza di vedute con il grande storico britannico.
3) Omette tutti i crimini che si consumano oggi - e anche in passato non sono mancati - nel mondo islamico.
4) Trascura lo scontro di civiltà che il mondo musulmano, negatore delle libertà occidentali, ha innescato.
5) Ricostruisce per sommi capi una storia pacificata - quindi falsa - del rapporto islam - Europa.
Ecco l'articolo:
Franco Cardini
Bernard Lewis
Cento simboliche lucenti candeline e mille auguri al grande Bernard Lewis, che è arrivato felicemente, gloriosamente, a varcare l'invidiabile confine del secolo di vita. L'amica Fiamma Nirenstein, sua allieva e per molti versi sua "figlia spirituale", mi confidava proprio ieri che, se la prodigiosa mente del suo maestro può dar segni di appannamento qua e là, nelle cose quotidiane, se gli parli di storia, del "suo" Oriente, allora torna magicamente a non perdere un colpo. Sir Bemard è una gloria dell'Accademia e del nostro Occidente.
Cittadino britannico di fede ebraica, nato a Stoke Newington il 31 maggio 1916, ha insegnato a lungo nella School of Oriental and African Studies dell'Università di Londra ed è oggi professore emerito di Studi sul Vicino Oriente nella prestigiosissima Princeton University. Studioso della civiltà musulmana (con particolare riguardo al mondo arabo e turco, ma con straordinarie competenze anche in quelli persiano, centroasiatico e indiano oltreché, naturalmente, ebraico), dovremmo qualificarlo tecnicamente come "arabista" e "tuttologo": ma sarebbe un'ingiusta, riduttiva limitazione del suo sterminato sapere.
Sir Bernard è molto conosciuto in quanto appartiene ai principali coordinatori della monumentale Cambridge History of Islam, strumento di consultazione indispensabile per tutti gli studiosi e i ricercatori, non solo e non necessariamente specialisti. Ma io amo ricordarlo con gratitudine speciale anche per alcune fra le sue moltissime monografie, alcune di straordinario successo. Limitandosi ai titoli tradotti in italiano, I musulmani alla scoperta dell'Europa (Rizzoli 2005) fu per tutti noi un'avventura sull'altra faccia della luna: eravamo abituati all'immensa letteratura dei viaggiatori occidentali in Asia, da Marco Polo e magari anche da prima in poi; ma pochissimi fra noi sospettavano che, al di là di qualche nome arcinoto come Ibn Jubayr, tanti fossero i musulmani che ci avevano nei secoli reso visita in Europa: non sempre accolti con la medesima cordialità che i musulmani dimostravano di solito nei nostri confronti.
Altro libro rivelatore è stato Le origini della rabbia musulmana (Mondadori 2010), testo severo, a tratti duro e amaro, nel quale Lewis dà conto delle origini dell'attuale crisi alla luce di quello «scontro di civiltà»: una definizione che risale principalmente a lui e della quale egli (ben più di Samuel P. Huntington) va considerato il "padre nobile". Ma non vanno dimenticati l'agile, limpido contributo dedicato a Le molte identità del Medio Oriente (II Mulino 2011), prezioso vademecum, e lo splendido La Sublime Porta (Lindau 2015).
Studioso generosissimo, non è peraltro che sir Bernard sia un personaggio facile. Le sue prese di posizione dinanzi all'islam moderno (non solo quello radicale) sono state sovente molto aspre: è rimasta famosa una polemica sulle violenze perpetrate dai Giovani Turchi contro la minoranza armena ai primi del '900, a proposito della quale Lewis - negando che i massacri si potessero comunque qualificare come "genocidio" - si attirò accuse violente, per la verità ingenerose e lesive della libertà di pensiero e di ricerca. Non se ne lasciò intimorire. Se è lecito dissentire su alcune sue conclusioni (personalmente l'ho fatto spesso), la sua competenza, onestà intellettuale e personalità di studioso sono sopra qualunque critica. Cent'anni sono tanti, sir Bemard: ma gliene auguriamo ancora molti, sereni e operosi.
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