Non mettiamo la testa sotto la sabbia
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: Jeremy Corbyn e gli "amici" terroristi palestinesi
Cari amici,
prendiamone atto, anche se abbiamo idee di sinistra (o piuttosto soprattutto se le abbiamo). Ormai l’antisemitismo a sinistra è stato sdoganato e fa parte più dell’identità “progressista” (non parliamo di quella “rivoluzionaria”) che di quella “conservatrice” o addirittura “reazionaria”. Non è la prima volta, ci fu un tempo in cui In Italia questo vizio veniva stigmatizzato con la definizione proposta da August Bebel, e poi ripresa da Lenin: “L’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli”.
(E però dire nel 1893 che l’antisemitismo era il socialismo degli imbecilli implicava che fosse un socialismo, che fosse una specifica malattia socialista, ben sviluppata e abbastanza diffusa solo 14 anni dopo l’invenzione del termine da parte di Wilhelm Marr, nel 1879, perché il riverito fondatore della socialdemocrazia tedesca dovesse dedicarci un intervento al congresso del partito - il tutto venticinque anni prima della fondazione del partito nazista, quando Hitler era un bambino di quattro anni e Mussolini ne aveva dieci).
Una volta si diceva dunque che l’antisemitismo fosse il socialismo degli imbecilli, poi a sinistra si è sostenuto che bisognava distinguere fra antisemitismo e anti-israelismo, anzi si camuffava pudicamente quest’ultimo da “dissenso con le politiche del governo israeliano”. Oggi tutto questo è saltato.
In Italia questa cosa si sente ancora poco. Ci sono si dei “diversamente intelligenti” (nel senso politico di Bebel, senza allusioni personali, che usano l’Anpi per lasciar predicare l’odio per Israele e gli ebrei e non solo il 25 aprile, festa della liberazione (evidentemente anche della liberazione dei pregiudizi e dell’odio contro gli ebrei), ma anche nei giorni feriali. Gira sul web (http://www.linformale.eu/sorpresa-lanpi-ospita-la-comizzoli/) la notizia che il circolo Anpi di Martano, in provincia di Lecce, ospita la proiezione di un film intitolato “Il cancro” (che sarebbe poi Israele, cioè gli ebrei) realizzato da una donna che un paio d’anni fa, quando Hamas aveva rapito e ucciso tre studenti israeliani, ebbe la brillante idea di farsi ritrarre con le tre dita alzate che i filoterroristi usavano allora per celebrare il rapimento, accanto a un forno (potete vedere qui l’immagine, generosamente definita “sfottò” dal Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/home/ragazzi_israeliani_rapiti_uccisi_foto_attivista_filopalestinese_forno-478477.html. Questa è una reazione di parte ebraica che spiega agli smemorati che cosa significhino i forni per gli ebrei: http://www.rightsreporter.org/quelle-tre-dita-davanti-al-forno-che-non-possiamo-dimenticare/. E questa è la contorta giustificazione della donna in questione: http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/07/foto-incriminata-mo-vi-denuncio.html). Bene, l’opera di questa donna piace all’Anpi di Lecce (a proposito, che partigiani ci sono stati a Lecce? Dopo l’8 settembre non era territorio già liberato dagli alleati?). Lo scandalo è uscito qualche giorno fa e la direzione nazionale dell’Anpi, così abituata a esigere il centralismo democratico per il voto negativo al prossimo referendum sulle riforme costituzionali, che con la Resistenza non c’entra nulla, su questo caso per quel che ne so non ha fatto valere la propria autorità.
Antisemitismo oggi in Italia
Ma non basta: Fiom, Cobas e Arci (http://www.ilfoglio.it/occidentalia/2016/05/27/fiom-cobas-e-arci-per-il-boicottaggio-disraele___1-vr-142533-rubriche_c158.htm) si sono ufficialmente uniti di recente alle politiche di boicottaggio di Israele, magari ricordando quell’occasione del 1982 in cui i sindacati portarono al Tempio ebraico di Roma una bara per esprimere naturalmente su una sede religiosa ebraica il proprio “dissenso dalle politiche del governo israeliano”, naturalmente da non confondere con l’antisemitismo.
Ma in Italia, lo ripeto, la cosa si sente ancora poco. Sarà il nostro buon carattere, o sarà il fatto che il Pd è in mano a un gruppo dirigente non estremista; ma comunque finora c’è un freno, che altrove manca. Ieri vi ho parlato di Sanders, oggi vi devo parlare del leader laburista Corbyn. Il Labour è un glorioso partito democratico, che non sempre si è comportato decentemente nei confronti di Israele (ma qualche volta sì) e in genere ha evitato l’antisemitismo, anche perché aveva una considerevole base ebraica. Oggi sotto Corbyn, il suo rapporto con gli ebrei è nettamente peggiore - lo ripeto: nettamente peggiore - di quello di partiti di destra che hanno in misura diversa almeno il sospetto di radici fasciste, come il Front National francese, la FPO austriaca, AfD in Germania e perfino gli ungheresi di Orban.
Perché faccio questa affermazione? Vi racconto due episodi recentissimi. Ricordate l’epidemia di sospensioni di antisemiti conclamati che avevano colpito il Partito Laburista un mesetto fa? Erano venuti allo scoperto con dichiarazioni antisemite da far accapponar la pelle un paio di deputati, l’ex sindaco di Londra e consigliere ascoltato di Corbyn, Livingstone, alcune decine di consiglieri comunali e regionali (http://www.theguardian.com/politics/2016/apr/28/antisemitism-row-divided-labour-party). C’era stato anche il caso dei giovani laburisti di Oxford, antisemiti anche loro, col seguito di un’inchiesta insabbiata (http://www.telegraph.co.uk/news/2016/05/17/labour-accused-of-suppressing-key-report-into-anti-semitism-at-o/). In tanti avevano parlato di “un serio problema di antisemitismo per il partito laburista" (http://www.bbc.com/news/uk-politics-36157027) e alla fine Corbyn aveva abbozzato e aveva cioè accettato di sospendere dal partito gli autori delle dichiarazioni incriminate. Si era sotto elezioni ed era importante mostrare la faccia buona.
Bene, erano sospensioni, non espulsioni. Niente di definitivo. Per garantismo? Ma no, nessuna inchiesta seria è seguita, anche perché l’antisemitismo nel partito laburista è un sentimento diffuso, “grassroot” o popolare come si usa dire nel gergo politico anglosassone (http://blogs.spectator.co.uk/2016/04/labours-anti-semitism-problem-stems-from-its-grassroots/). Nessuna inchiesta è seguita. E ora, piano piano, le sospensioni vengono annullate. La prima a essere perdonata è stata un’attivista Jackie Walker, che era stata sospesa per aver dichiarato che gli ebrei (notate, gli ebrei, ovviamente non gli israeliani) erano stati i finanziatori e gli organizzatori del traffico di schiavi dall’Africa (anzi del “genocidio africano”). Il che non solo è palesemente falso (c’erano pochissimi ebrei nei paesi schiavisti come Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, nell’epoca dello schiavismo), ma nasconde anche il fatto che coloro che fornivano gli schiavi agli europei erano in buona parte bande di trafficanti arabi. Dopo aver dichiarato, non di smentire la calunnia antisemita, ma che le sue parole erano state “contorte, schiacciate e mutilate” (http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/anti-semitism-row-momentum-organiser-jackie-walker-readmitted-to-labour-party-following-racism-a7053966.html), Walker è stata riammessa nel partito (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/212905). Aspettiamo gli altri.
Nel frattempo, giusto per capire il rapporto che Corbyn ha con l’antisemitismo, c’è un’altra storia. Nel pieno della polemica, il povero Herzog, leader del partito israeliano fratello del Labour, con cui ha rapporti da un secolo, aveva scritto una lettera a Corbyn, molto compita, molto commossa, molto perbene, in cui gli chiedeva spiegazioni. Bene, sapete che cosa ha risposto Corbyn al povero Herzog? Niente, assolutamente niente. Non ha neanche messo il dito sulla tastiera. Come se gli avessero proposto di comprare una macchina usata. Un silenzio così clamoroso, così maleducato, così inconsueto nelle relazioni internazionali, da puzzare esso stesso di razzismo. Qualcuno gliel’ha fatto notare (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/212915) e sapete che cosa ha risposto Corbyn a questa osservazione? Niente.
Istruttivo, no? Meglio farsene una ragione. La sinistra è tornata antisemita, anche nel senso di Bebel. E’ sempre più difficile essere di sinistra senza praticare l’antisemitismo, anche quando si è per caso di origini ebraiche, come Sanders e un paio di “imbecilli” (nel senso di Bebel, beninteso, niente di personale) che ci sono anche in Italia. O ci si adegua, o si cambia posizione politica, come abbiamo fatto in tanti di fronte all’evidenza. O si nasconde la testa sotto la sabbia. Ma qualcosa mi dice che - ecco - non è una soluzione.
Ugo Volli