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Un sintomo da non trascurare a destra: Cari amici, le lezioni americane sono la scelta più importante della politica mondiale, che ormai si svolge quasi sempre col ritmo dei due mandati, cioè degli otto anni, perché di solito i Presidenti sono rieletti. Dunque siamo di fronte alle elezioni che determineranno probabilmente la scena politica mondiale fino al 2024: anni decisivi anche per l’Europa, in cui si realizzerà o sarà sconfitta l’invasione musulmana del nostro continente, inspiegabilmente favorita dalle maggiori autorità politiche e “morali” europee. Ma resta il fatto che Sanders va forte, ottiene il voto dei giovani oltre che degli estremisti ideologici e che questo è un fatto nuovo nella storia americana. Voglio dedicare questo articolo a un dettaglio che chiarisce il senso di questo successo di Sanders. Come sapete il candidato ha origini ebraiche. E come forse potete immaginare, i candidati (come sono ancora lui e Clinton) devono mettersi d’accordo sulla “piattaforma” del partito che sarà presentata alla convention, cui non manca molto. Di fronte a un politico di lungo corso (com’è Sanders e com’è anche Corbyn in Gran Bretagna, anche se entrambi fanno i santerellini) che fa o dice qualche cosa la domanda non è perché ci crede lui, ma che cosa pensa di guadagnarci a dirlo, e dunque perché crede che il suo elettorato ci creda. A me non interessa tanto sapere se nel fondo del loro cuore nutrano odio per Israele o addirittura per il popolo ebraico, quanto il calcolo che hanno fatto che sia conveniente dar voce pubblica agli odiatori di Israele e non prendere troppo le distanze da loro neppure quando si esprimono in maniera palesemente antisemita; e soprattutto che questo calcolo sia stato premiato dal voto: per Corbyn solo nelle elezioni interne ai laburisti (e forse nell’elezione del sindaco di Londra); per Sanders con i risultati davvero sorprendenti alle primarie. Qualcosa del genere bisogna pensare di movimenti come Podemos in Spagna (che rischia di mangiarsi i gloriosi socialisti), Syriza in Spagna e buoni pezzi di sinistra sindacale intellettuale e politica in Italia, dai Cinque Stelle alla Fiom ai sindaci arancioni. Queste realtà sono ovviamente assai diverse fra loro, ma hanno temi simili: antiliberali, anticapitalisti, con tentazioni luddiste, un rimpianto per la “buona sinistra che fu”, magari anche del vecchio comunismo sovietico, maoista e guevarista; dunque dirigisti, statalisti, favorevoli al “primato della politica” sull’odiato mercato, nemici della libertà di opinioni perché convinti di essere, loro solamente, puri e onesti in un mondo di ladri; e infine filoislamici, filo-immigrazione e ovviamente fortemente anti-isreliani se non dichiaratamente antisemiti. Il problema - non solo per noi sionisti, ma per l’Europa e la politica mondiale - è che questa è la sinistra che arriva e che in certi casi rischia di affermarsi o almeno di sostituire quella storica ormai istituzionale. Possiamo solo sperare che quest’ondata si sgonfi rapidamente e combatterla meglio che sappiamo. Ma bisogna dire che i veri nemici della libertà non sono i Salvini, i Hofer, i Wilder, le Le Pen, i polacchi e gli ungheresi, ma sono loro, i paladini senza macchia e senza paura di un progresso che come i gamberi procede verso il boicottaggio degli ebrei e la dittatura del politically correct. Ugo Volli |
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