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La Stampa Rassegna Stampa
27.05.2016 Sui barconi in arrivo in Italia infiltrati terroristi dello Stato islamico
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 27 maggio 2016
Pagina: 3
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «'L'Isis cerca di infiltrare combattenti sui barconi in partenza dalla Libia'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/05/2016, a pag. 3, con il titolo "L'Isis cerca di infiltrare combattenti sui barconi in partenza dalla Libia", il commento di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Una imbarcazione con profughi dalla Libia salvata dalla guardia costiera italiana

L’Isis sta cercando di infiltrare i suoi combattenti nella rotta dei migranti fra la Libia e l’Europa. L’allarme arriva dai servizi segreti di Misurata, la città alleata del governo di unità nazionale di Fayez Al-Sarraj, in prima linea nella lotta contro gli islamisti che hanno la loro roccaforte libica a Sirte.

Gli uomini di Misurata hanno raccolto indicazioni negli ambienti degli scafisti e intercettato chiamate sospette. Come quella a un trafficante identificato con il nome di comodo Abu Walid. L’uomo ha ricevuto una telefonata da un religioso legato allo Stato islamico. «Puoi portare 25 uomini con una piccola barca in Europa, per 40 mila dollari?».

Lo scafista ha rifiutato, ma richieste di questo tipo si sono moltiplicate negli ultimi due mesi. I servizi di Misurata collegano lo sviluppo alla pressione che le forze libiche cominciano a esercitare su Sirte. Le milizie della città sono ora a 80 chilometri dalla roccaforte islamista. Ma c’è un altro fattore: la chiusura della rotta balcanica e i maggiori controlli in Turchia.

Vestiti all’occidentale
Due settimane fa un gruppo di 40 tunisini avrebbe tentato il viaggio direttamente da una spiaggia vicino a Sirte, ma sarebbe stato fermato dal cattivo tempo. Secondo il capo dell’Intelligence militare di Misurata, Ismail Shoukri, gli jihadisti pianificano la traversata «con le loro famiglie, mogli e figli, senza armi, vestiti all’occidentale, come normali migranti».

L’Isis dispone anche di numerosi passaporti siriani falsi, ma difficili da individuare, perché realizzati con le matrici prese negli uffici centrali dei governatorati siriani che ha conquistato negli anni scorsi: «Cercheranno di mimetizzarsi, di apparire il più filo-occidentali possibile, per superare i controlli».

Dalle informazioni raccolte negli ambienti degli scafisti, gli islamisti cercano barche più piccole e meno affollate per ridurre i rischi. Ma in ogni caso dovranno passare attraverso gli hotspot che l’Europa ha istituito lungo le frontiere marittime di Italia e Grecia. E dove lavorano sempre più agenti dell’Europol proprio per evitare questo tipo di infiltrazioni.

Sotto pressione
L’Isis schiera in Libia circa 6 mila combattenti, in maggioranza stranieri, soprattutto tunisini. A febbraio si erano spinti fino a 110 chilometri da Misurata dopo aver conquistato la cittadina di Abu Grein. All’inizio di maggio le milizie misuratine li hanno ricacciati indietro verso Sirte. Sul fronte opposto, a Est, gli islamisti sono contrastati dalla Guardia petrolifera alleata di Al-Sarraj e le avanguardie delle forze armate di Tobruk guidate dal generale Khalifa Haftar.

In caso di disfatta agli jihadisti resterebbe solo la fuga verso il deserto, e i confini porosi con Ciad e Mali, o il tentativo in mare, camuffati da migranti, per cercare di entrare in Europa e organizzare attacchi terroristici. Secondo fonti diplomatiche occidentali, l’infiltrazione nella rete dei trafficanti di uomini in Nord Africa «è solo questione di tempo».

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