Gentilissima Redazione, non so se il nuovo Custode di Terra Santa abbia nominato Israele (potrebbe aver preferito rivolgersi a tutti i fedeli a lui affidati ed a tutti i popoli dell'area su cui si estende, da secoli, la Custodia). Di certo, Israele è il primo degli Stati nominati nell'articolo di Avvenire come inclusi nella Custodia stessa. Per quanto riguarda il Vostro suggerimento al 'Vaticano', di certo sapete che la Santa Sede ha già nunzi (ambasciatori) e relative sedi in Giordania, Libano, Siria, Egitto ed altri Paesi arabi e musulmani, come li ha in Israele. Il Custode di Terra Santa, però, non è un diplomatico, ma, quale capo della Custodia, ha il compito, da più di sei secoli, di custodire, provvedere alla manutenzione e tenere aperti al culto i santuari cattolici (o comuni a cattolici e ortodossi) in tutta l'area descritta nell'articolo e di ospitare ed assistere i pellegrini (fino alla ricostituzione del Patriarcato Latino di Gerusalemme, a metà dell'Ottocento, aveva anche le funzioni di un vescovo verso tutti i cattolici locali e tuttora i frati e le strutture della Custodia svolgono attività pastorali e caritative verso di loro).
Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Non mettiamo in dubbia quanto ci scrive, ma lei dimentica il punto di partenza, che coinvolge il Vaticano, la sua politica estera, i suoi predicatori, i viaggi dei pellegrini organizzati dalle diocesi. In pratica tutta la chiesa cattolica e i suoi fedeli: la cancellazione di fatto del nome di Israele. Agiungiamici anche lo schierarsi dalla parte dei paesi arabo-musulmani quando c'è da votare una risoluzione contro Israele e capirà il perchè della nostra convinzione a continuare a scrivere in maniera critica della S.Sede.
IC Redazione