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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Shoah: ecco come se ne distorce nome e uso 21/05/2016
 Shoah: ecco come se ne distorce nome e uso
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Gli eventi storici in genere svaniscono con il tempo. Non è successo così con la storia della Shoah, le cui analisi sono in continua crescita, mentre prima era sufficiente un rapporto annuale. Lo scorso anno le catalogazioni sono state così numerose che sono stato obbligato a documentarmi solo su quelle più significative. Una tendenza che continua anche quest’anno.

La definizione più diffusa è quella che cataloga gli israeliani come nazisti. Si è saputo quest’anno che il Ministro svedese della casa, Mehmet Kaplan, del partito dei verdi, l’aveva pubblicamente affermato nel 2009, scoperta che l’ha obbligato a dimettersi.
Il nuovo status di osservatore non membro all’Onu ha permesso all’ambasciatore del non esistente stato di Palestina, Riyad Mansour, di esibire il suo odio da quel podio. Falsificò la storia della Shoah quando chiamò gli israeliani ‘terroristi’ perchè uccidevano gli assassini palestinesi paragonandolo ai nazisti che usavano la stessa parola ‘terroristi’ per i combattenti della rivolta di Varsavia.

La parlamentare araba Hanin Zoabi ha adoperato la medesima falsa analogia paragonando Israele alla Germania degli anni ’30. La città tedesca di Bayreuth ha consegnato il ‘Premio della Tolleranza’ al gruppo americano per i diritti civili “Code Pink”, che aveva paragonato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Hitler. I suoi membri hanno partecipato a una conferenza di negazionisti della Shoah. Un commentatore sportivo italiano ebreo, David Guetta, venne avvicinato da sportivi italiani a Londra dopo che la Fiorentina era stata sconfitta, al coro di “ David Guetta, il treno per Mauthausen ti aspetta”

Paragoni con Hitler e i nazisti non vengono rivolti solo a Israele. Due ex presidenti del Messico si sono uniti al coro paragonando a Hitler in candidato alle presidenziali Donald Trump. Il segretaio del Partito Laburista inglese Jeremy Corbyn, che si dichiara amico di organizzazioni terroristiche, è un campionario a molte facce di diffamazioni anti-semite, dopo che è venuta a galla la sua lunga amicizia con il negatore della Shoah Paul Eisen.

La distorsione della storia della Shoah è solo uno dei tanti aspetti. Vicky Kirby, ex candidata laburista al parlamento, aveva twittato nel 2014 che Hitler era un “Dio sionista”. Aveva già espresso le sue opinion in proposito nel 2011, quando disse che “ gli ebrei avevano nasi prominenti” e che “abbiamo inventato Israele quando li abbiamo salvati da Hitler, che però adesso appare come il loro maestro”. Kirby venne espulsa dal partito, ma venne dopo riammessa. La sua sospensione venne catalogata “avvertimento ammonitore”. Successivamente è stata di nuovo sospesa durante le investigazioni sull’anti-semitismo nel partito laburista.

Nel 2015, l’ex sindaco laburista di Londra Ken Livingstone, aveva chiamato un giornalista ebreo “ kapò in un campo di concentramento”. Quest’anno Livingstone ha affermato che “ Hitler era stato un sostenitore del sionismo” nel 1932, prima di diventare “matto e avere ucciso sei milioni di ebrei”. Una consigliera musulmana del Partito Laburista a Luton, Aysegul Gurbuz, ha twittato che Hitler è stato “il più grande uomo della storia”, e sperava che l’Iran avrebbe usato le armi nucleari per “cancellare Israele dalle carte geografiche”. Poi lo negò, dicendo che era stata la sorella ad averlo twittato.
È stata sospesa dal partito laburista in attesa della fine delle investigazioni.

Un parrucchiere residente in Austria, Ibrahim B., ha citato Hitler nella sua pagina di FaceBook, scrivendo “ Avrei ucciso tutti gli ebrei del mondo, ma ne ho lasciati alcunin in vita, così sapete perché li ho uccisi..”, il giudice austriaco la ritenne una legittima espressione critica nei confronti dello Stato ebraico.
Jean-Marie Le Pen, ex leader del francese Fronte Nazionale, non manca mai quando c’è da sminuire la Shoah. È Stato denunciato anche quest’anno per aver definite la camere a gas “solo un dettaglio” della storia della 2a guerra mondiale. Lo ripete in molti modi a intervalli regolari dal 1987.

Un altro motivo ricorrente riguarda chi si paragona in modo del tutto ingiustificato agli ebrei vittime del nazismo. La Presidente del Brasile Dilma Rousseff ha paragonato chi ha cercato di metterla sotto accusa per corruzione alla persecuzione nazista degli ebrei. Fare il saluto nazista è un altro fenomeno ricorrente. A Bruxelles, 450 teppisti di estrema destra appartenenti a varie tifoserie di football si comportarono così lo scorso marzo, come fece anche nello stesso mese in Norvegia lo sterminatore Anders Breivik, mentre entrava nell’aula del tribunale.

Alcuni richiami alla Shoah non vanno giudicati anti-semiti, sono piuttosto estreme distorsioni che dimostrano la confusione che regna fra molti europei, non esclusi quelli che appartengono alle classi dirigenti. Come il Ministro degli Interni belga Jan Jambon, che ha paragonato l’accoglienza di terroristi musulmani in Belgio agli ebrei che vennero nascosti durante la Shoah.

Di diversa natura, dopo nuove ricerche, sono i dati ritrovati sulla 2a guerra mondiale. È venuto alla luce che le Ferrovie olandesi (NS) hanno ricevuto 2.5 milioni di euro durante la guerra per trasportare gli ebrei al Campo di Transito di Westerbork e poi da lì al confine con la Germania dove poi sarebbero stati sterminati.
La storica tedesca Harriet Scharnberg ha scoperto l’accordo che ci fu tra l’Associated Press e la Germania nazista per auto-censurarsi. Questo permise alla Associated Press, l’unica fra le agenzie di informazione occidentali, di lavorare in Germania sino a quando gli Usa entrarono in guerra nel 1941. L’ AP ha smentito una parte di queste informazioni.

L’ex agente FBI Robert Wittman sta per pubblicare un libro che racconta come è stato scoperto il diario – ritenuto perduto -di Alfred Rosenberg, uno degli architetti della Soluzione Finale, e il nazista che organizzò il furto delle opere d’arte durante la 2a guerra mondiale.

Molti di questi abusi della terminologia e della storia riguardante la Shoah riguardano l’Europa. Sono l’ennesima prova, se ce ne fosse bisogno, che l’anti-semitismo è endemico in Europa. La sua crescita significativa può essere ascritta all’attuale incertezza e instabilità dell’Occidente.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.


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