|
|
||
(Non) si può avere tutto Quante donne si trovano a dover conciliare ogni giorno le esigenze della famiglia con quelle della carriera? Una realtà che parla di sfide e difficoltà quotidiane, che si alimenta di soddisfazioni per i risultati conseguiti e di rimpianti per il poco tempo dedicato ai figli, ma che appartiene a tutte le donne che non vogliono rinunciare né alle gratificazioni della professione, né alle gioie della famiglia. Gheula Canarutto Nemni, classe 1972, è una di queste donne e racconta la sua esperienza di donna ebrea ortodossa con sette figli, laureata alla Bocconi, nel suo primo libro ”(Non) si può avere tutto” (Mondadori), “un’autobiografia degli abitanti femminili del pianeta”. La protagonista, Deb Recanati, è un’ottima studentessa che a poche settimane dall’esame di maturità si innamora e decide di sposarsi, nonostante lo sconcerto della madre che per lei aveva in serbo grandi sogni di carriera e desiderava vederli realizzati nella figlia. (“…Mia madre Anne ci ha provato, a conciliare quei due mondi che per loro natura procedono paralleli e incuranti l’uno dell’altro...Una donna che al mattino, nel silenzio della casa vuota, spolvera vecchi peluche e disegni ingialliti di arcobaleni, immaginando come sarebbe stata la sua vita se in quel momento fosse invece dietro a una scrivania a redigere qualche contratto”). Da un giorno all’altro Deb deve imparare a essere moglie e madre, oltre che conciliare l’amore per il marito con le invadenze affettuose della suocera; deve preparare gli esami all’Università e cambiare pannolini, preparare la cena e tenere puliti i pavimenti. Alternando esami complicati a gravidanze ravvicinate, contro le aspettative di tutti, Deb si laurea ed è pronta per entrare nel mondo del lavoro, cui si approccia con l’onestà e la professionalità che la caratterizzano. E’ brava e preparata perché dunque non riesce a trovare lavoro? Dopo qualche esperienza fallimentare Deb si rende conto che il maggiore ostacolo all’assunzione è il suo stato di famiglia troppo affollato di pargoli. Finalmente l’università dove ha studiato le apre le porte ma sin dall’inizio, dall’ostracismo e dal distacco dei colleghi, oltre che dalle perfidie dei suoi superiori, capisce che la strada è tutta in salita e che le difficoltà non sono finite. Eppure Deb non si arrende e combatte per la sua dignità di donna e madre. Il romanzo autobiografico di Gheula Canarutto Nemni è lo specchio fedele della realtà complicata che vive la maggioranza delle donne che scelgono di realizzarsi nel lavoro pur avendo una famiglia; è un racconto di rara freschezza espressiva, pervaso da un filo di ironia che investe soprattutto la protagonista alle prese ogni giorno con le mille incombenze di essere madre e nel contempo donna “in carriera”. Colpisce nel libro la forte componente religiosa che sostiene la famiglia e scandisce ogni momento della giornata: quando pregare, i luoghi dove mangiare, i cibi permessi e quelli proibiti, i momenti da dedicare all’intimità con il marito ecc. Come la protagonista Deb, anche l’autrice è un’ebrea ortodossa per la quale “osservare è una sfida. E’ il riuscire a dimostrare che puoi vivere in questo mondo esattamente come tutti gli altri, mantenendo però una forte identità e peculiarità”. E’ un libro intelligente, pieno di vita e di rispetto per ogni donna (“…nella diversità siamo tutti uguali”) quello di Gheula Canarutto Nemni che, rivelando una profonda conoscenza dell’anima femminile, ci racconta che i sogni possono avverarsi e “anche se tutti ti dicono che non puoi avere tutto, tu comunque puoi e devi provare ad ottenerlo”.
|
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |