lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.05.2016 La legge contro il negazionismo è giusta e necessaria
Chi si oppone? Sergio Romano, naturalmente!

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 maggio 2016
Pagina: 33
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Negazionismo, le leggi e la Storia»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/05/2016, a pag. 33, con il titolo "Negazionismo, le leggi e la Storia", la lettera di Gian Luigi Molteni e la risposta di Sergio Romano.

Sergio Romano prende posizione contro la legge sul negazionismo. Non considera che non tutte le opinioni sono legittime, ma soprattutto ignora la portata positiva della legge nei Paesi dove esiste già. In Francia, per esempio, grazie a una legge analoga il comico antisemita Dieudonné è stato più volte condannato a pene pecuniarie e detentive (anche se ha finora eluso queste ultime): per saperne di più, rimandiamo alla pagina di Informazione Corretta http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62393
David Irving, storico inglese negazionista, è stato condannato in Austria a 1 anno e mezzo di carcere, regolarmente scontato in gattabuia. Risultato: non ha più scritto testi negazionisti. Aveva diffamato la storica americana Deborah Lipstadt.

Ecco lettera e risposta:

Immagine correlata
Sergio Romano


Striscione negazionista di un gruppo di estrema destra (che, non a caso, inneggia anche a Ahmadinejad, il presidente iraniano che molte volte ha minacciato di distruzione Israele)

Dunque anche in Italia sarà sanzionato severamente chi osa mettere in dubbio talune verità «ufficiali e dogmatiche» sull'Olocausto. La verità imposta non è mai verità e denota una certa «coda di paglia». Il sottoscritto, da sempre appassionato di Storia, che la legge in tutte le versioni, vincitori e vinti, per poi trarne conclusioni in base a prove e riscontri, potrà quindi senza timore discutere di Giulio Cesare e di Mao, di Putin e di Attila, di Vietnam e di Man-chu-kuo, ma non potrà più, pena la galera, avere un serio confronto civile sull'argomento Olocausto. Comprendo le motivazioni politiche ed economiche ma... viva la libertà di pensiero e la ricerca storica. Povero Voltaire, tanta fatica per nulla.

Gian Luigi Motteni - Lecco

Uno storico francese di origine ebraica, Pierre Nora, ha fondato qualche anno fa l'associazione Liberté pour l'histoire e ha lanciato un appello che dice, tra l'altro, «Preoccupati dei rischi di una moralizzazione retrospettiva della storia e di una censura intellettuale, noi ci appelliamo alla mobilitazione degli storici europei e alla saggezza dei politici. La Storia non deve essere schiava dell'attualità né essere scritta sotto dettatura da memorie concorrenti. In uno Stato libero nessuna autorità politica ha titolo per definire la realtà storica e per restringere la libertà dello storico sotto la minaccia di sanzioni penali». Con altri storici ho firmato quell'appello e non ho cambiato idea. È stato detto che la legge sul negazionismo combatte il razzismo. A me sembra invece che permetta ai negazionisti di proclamarsi vittime di un divieto. È il miglior regalo che si possa fare a quel genere di persone.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT