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Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli Cari amici, è come coi compleanni: se non ti fanno gli auguri, mica puoi chiederli tu, no. Aspetti, un po’ ti distrai, ti dici che si saranno dimenticati ma magari se ne ricorderanno, chissà, ti faranno un bellissimo regalo per rimediare alla figuraccia, infine lasci stare e cerchi di dimenticare l’amaro in bocca. Per qualche giorno ci pensi ancora e poi te ne dimentichi, sperando che l’anno prossimo vada meglio. Magari citi le data un po’ più in là, distrattamente, con l’aria di non badarci: prenderanno nota? Non succede solo per i compleanni, anche per la politica. Prendete per esempio questa data: 4 aprile 2015. Vi dice qualcosa? Temo proprio di no. Vi dò un altro aiutino, un luogo oltre alla data: Losanna, 4 aprile 2015. Vi dice qualcosa? Temo proprio di no. Né a voi, né alla compagnia cantante dei media e dei politici. Eppure è passato solo un anno e dissero che era un evento storico... Ho lasciato passare il 4, il 5, il 6, l’intero mese di aprile, i tredici mesi di maggio. E adesso ve lo ricordo così, con l’aria distratta. Il 4 aprile 2015 fu concluso a Losanna l’Iran nuclear deal framework, cioè l’accordo fondamentale con l’Iran. Poi ci furono degli altri tiramolla fino a luglio, ma il momento in cui Obama fu sicuro di aver sconfitto Netanyahu (l’unico avversario esplicito dell’Iran deal, i sauditi remavano contro sotto il pelo dell’acqua) fu proprio quello (https://en.wikipedia.org/wiki/Iran_nuclear_deal_framework).
I giornali e i politici ci spiegarono allora che erano arrivate le magnifiche sorti e progressive, che ci sarebbe stata la pace in Medio Oriente sotto la benevola sorveglianza dei moderatissimi iraniani, che sarebbe cessata la strage in Siria, che Israele sarebbe stato molto più sicuro e l’Europa sarebbe uscita dalla crisi economica grazie al meraviglioso nuovo mercato che si apriva. Bene, bravo, applausi a Obama il pacificatore! Peccato che non si sia visto nulla di tutto ciò. La crisi economica continua, gli ayatollah continuano a costruire armi per distruggere Israele (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/military-official-says-iran-tested-precision-guided-ballistic-missile/2016/05/09/; http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=33593) e a manipolare i sudditi dell’Autorità Palestinese per indurli al terrorismo (http://www.gatestoneinstitute.org/8007/iran-palestinian-state). E sono nemici dell’America come prima, più di prima (http://www.memritv.org/clip/en/5460.htm). Della guerra in Siria è meglio non parlare, con l’aiuto dei russi gli ayatollah sono tornati all’offensiva e così per il loro tentativo di insediarsi in tutto il mondo arabo, Yemen in testa. Si capisce, insomma, perché il compleanno non sia stato festeggiato. E però invece dei regali o dei festeggiamenti è venuta fuori con chiarezza un’altra cosa: l’inganno. Non solo non c’è nulla da festeggiare oggi, ma non c’era neppure un anno fa, come Netanyahu si sgolò a dire fra l’educato fastidio di tutte le persone perbene, cioè progressiste, in Europa e negli Stati Uniti. L’ironia è che l’inganno è venuto fuori sul giornale che è la Pravda di Netanyahu, cioè il New York Times, in un pezzo adulatorio (in gergo si userebbe una definizione ben più colorita, che non riporto qui per non scandalizzare i bambini) nei confronti di quello che sempre nel gergo si chiamerebbe il suo ghost-writer o addirittura il suo “negro” (il colore non c’entra; qui è la schiavitù in gioco), insomma colui che gli scrive i discorsi e che lo stupido avvocaticchio diventato presidente ha pomposamente a nominato “vice-consigliere della sicurezza nazionale responsabile per la comunicazione strategica”, tal Bob Rhodes (se volete leggere l’intervista, la trovate qui: http://www.nytimes.com/2016/05/08/magazine/the-aspiring-novelist-who-became-obamas-foreign-policy-guru.html?_r=0). Nell’intervista Rhodes ammette di avere manipolato la stampa (per cui ha espressioni di grande disprezzo) e il Congresso, inventandosi l’opposizione fra moderati buoni ed estremisti (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=16025) e l’idea che l’accordo fosse un’occasione unica per via della presidenza di Rouhani, mentre le trattative erano molto precedenti, oltre che mistificare la politica di Obama, che voleva comunque l’accordo a ogni condizione e fingeva ogni tanto di indurire la sua posizione negoziale per coprirsi di fronte ai media americani (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=16015). Ovviamente Rhodes agiva per conto del suo capo, e dunque è solo uno scrittore fallito che confeziona retorica politica, mentre Obama è il vero imbroglione (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=33553). In questa storia i primi ingannati sono stati gli elettori americani (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/211966), ma Obama cercò in maniera particolarmente intensa anche di imbrogliare Israele, come ha rivelato il suo ministro della difesa dell’epoca, Leon Panatta (http://www.dailywire.com/news/5540/obamas-former-defense-secretary-yeah-we-lied-hank-berrien), incaricandolo di rassicurare i governanti israeliani sulla garanzia americana, che invece non si sognava e non si sogna di dare. In una situazione normale quel che è uscito in questi giorni sarebbe ben sufficiente a incriminare Obama, visto che è evidentemente molto più grave di quel che fece Nixon col Watergate. Ma siamo sotto elezioni, si sa che l’imbroglione se ne deve andare fra qualche mese e non c’è il tempo di processarlo. Resta il fatto che Obama ha fatto un danno enorme al proprio paese e al mondo e lo ha fatto consapevolmente, barando e imbrogliando e incaricando altri di farlo: semplice ideologia? Odio maturato nei lunghi anni di educazione islamica in Indonesia? Stupida volontà di lasciare il segno sulla politica mondiale? Certamente gli storici ne discuteranno a lungo in futuro. Per ora sappiamo solamente che il compleanno non si festeggia, né qui né negli Stati Uniti. Ma noi italiani abbiamo un vantaggio rispetto ai cittadini americani, che mentre loro sanno di essere governati da un mentitore, noi non sappiamo che lo sono, perché la benevola stampa nazionale ci risparmia il dispiacere. Gli auguri no, non li riceviamo; ma di menzogne per bene e di silenzi ideologici sono pieni i nostri giornali. PS: Questa sera Israele celebra Yom Haatzmaut, la festa dell'indipendenza. Auguri!
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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