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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.05.2016 Se i palestinesi finiscono bombe e coltelli, ecco il judo di Riccardo Simeone
La storia di chi vuole la pace (eterna, per gli ebrei)

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 maggio 2016
Pagina: 5
Autore: la redazione
Titolo: «Il judo di Riccardo Simeone per aiutare la Palestina»

Riprendiamo dal CORRIERE dello SPORT di oggi, 10/05/2016, a pag. 5, con il titolo "Il judo di Riccardo Simeone per aiutare la Palestina", l'intervista a Riccardo Simeone.

Può darsi che un giorno o l'altro i terroristi palestinesi terminino la scorta di bombe, coltelli e pietre. Ecco allora che tornerà utile l'insegnamento di Riccardo Simeone: con il judo potranno difendersi "contro la violenza della terribile occupazione sionista". Questo sì che significa volere la pace (quella eterna per gli ebrei, però).

Ecco l'intervista:

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Se le pietre finiscono, c'è sempre il judo...

Un mirabile esempio di come lo sport possa aiutare ad alleviare le sofferenze della vita. Riccardo Simeone è un insegnante di judo della Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali, una persona che ha dedicato la sua vita a questo sport e all'insegnamento di questa disciplina. Un giorno, nel dicembre del 2004, decide di partire alla volta dei Territori palestinesi per una missione dall'altissimo significato: insegnare lo sport e, in particolare, la pratica del judo alle bambine e ai bambini orfani o feriti a causa del conflitto israelo-palestinese. Simeone si reca cosi a Nablus e fa visita ai tre campi profughi che sorgono ai margini della città. E' lo stesso Maestro che, a distanza di oltre dieci anni, ricorda quei significativi momenti: «Ricordo di essere partito decidendo di getto, colpito dalle immagini che ogni giorno vedevo in tv e che provenivano dai quei luoghi, martirizzati dalla guerra e da ogni tipo di violenza. Ho subito pensato - prosegue - che lo sport che insegno fosse il più adatto per alleviare le ferite psico-fisiche subite da questi bambini. II judo rafforza lo spirito e il corpo. II mio desiderio era togliere i ragazzi dalla strada e fornire loro un passatempo salutare, sotto ogni punto di vista, che li distogliesse da un passato di violenza e da un presente fatto di tristi ricordi».

Qual è stata la risposta dei bambini? Quali domande le hanno rivolto? «Quei bambini sono speciali. Leggevo nei loro occhi una felicità incredibile nel sapere che qualcuno, finalmente, si occupasse di loro, li facesse giocare e gli desse insegnamenti. I nostri ragazzi sono contenti quando non vanno a scuola. I ragazzi palestinesi, invece, sono tristi quando non possono andarci. Qualcuno di loro mi voleva portare al cimitero, desiderava che insieme andassimo a trovare il papà o la mamma, morti nella guerra».

AI termine della sua esperienza nel campi profughi, ha deciso di scrivere un libro, "Il mio Judo in Palestina", con l'intento di destinare i proventi per la costruzione di un asilo nido nella Striscia di Gaza. A che punto è il progetto? «Di comune accordo con le associazioni benefiche, abbiamo deciso di abbandonare l'idea di costruire un asilo, per il timore che potesse andare presto distrutto dai bombardamenti che, in quei luoghi, si susseguono a ritmo incessante. Ho quindi deciso di devolvere il ricavato del mio diario al finanziamento di numerose iniziative benefiche, anche a tutela delle donne palestinesi e dei bambini. Sono felice di questa decisione, i soldi ricavati sono una buona somma: ringrazio tutti per la sensibilità dimostrata».

Maestro, quando pensa di ritornare in quei luoghi? «Spero di poterlo fare quanto prima. Ma ho anche il grande timore di recarmi di nuovo a Nablus e, a distanza di qualche anno, non ritrovare più qualche bambino che ho allenato e fatto crescere. Sarebbe questo, per me, uno strazio insopportabile. Ho visto una bambina colpita al volto da un proiettile mentre si affacciava alla finestra della sua abitazione, ho visto interrompere alcune mie lezioni di judo a causa dello scattare del coprifuoco, ho visto bambini cadere sotto i colpi dei soldati con ancora la merenda in bocca». Immagini che il Maestro Simeone non potrà davvero dimenticare. 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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