Due ukaz
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
voglio partire ancora da una riflessione sull’elezione dell’immigrato pakistano Sadiq Kahn a sindaco di Londra. Quel che questa votazione dimostra è semplicissimo e ovvio, anche se politici e media cercano di non parlarne: se vi prendete in casa un gran numero di stranieri, questi prima o poi governeranno, anche più in là del loro numero, perché troveranno qualcuno (nel nostro caso i laburisti) che li aiuterà a prendere il potere, magari con l’illusione di manovrarli. E magari prima ci sarà stata una Chiesa che li avrà aiutati a entrare e a ottenere la cittadinanza, magari con l’illusione di convertirli o almeno sfruttarli nella loro lotta alla modernità “materialista” e “consumista”. E in mezzo ci sarà tanta gente di buona volontà che darà una mano per costruire “ponti e non muri”. Tutti costoro si illudono di “arricchire” il proprio paesaggio politico-sociale-religioso, o di poter condizionare le politiche dei nuovi arrivati. Ma illudersi è insensato: i nuovi governanti dichiarano naturalmente di governare in nome di tutti (così ha detto anche Kahn); ma faranno gli interessi di chi si sentono vicino, magari anche il loro partito, ma innanzitutto i loro “fratelli” etnici e religiosi. Col tempo questo dominio diventerà evidente e irreversibile, che sia ottenuto con le elezioni o con la violenza come a Molenbeck, il quartiere di Bruxelles, capitale dell’Europa, che la polizia non è in grado nemmeno di pattugliare.
Sadiq Khan
Naturalmente, perché la presa del potere avvenga, occorre che il panorama etnico e religioso sia adeguato. Ed è esattamente quel che è accaduto a Londra. Guardate le informazioni di questa pagina di Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Demography_of_London), non molto aggiornata, ma chiarissime: nel 2001 i britannici a Londra erano il 69,7 %, nel 2011 il 44%; se il cambiamento è continuato con lo stesso ritmo, oggi sono sotto il 38%; se si passa alle religioni i cristiani di vario tipo erano nel 2001 il 58%, nel 2011, erano diventati il 48%, oggi potrebbero essere il 43%; corrispettivamente i musulmani che erano l’8%, sono diventati nel 2011 il 12,5 e oggi certamente sono sopra il 15%. (Per curiosità, gli ebrei, che erano il 2,1 sono diventati l’1,8). Possiamo pensare che per paesi ex coloniali come la Gran Bretagna, la Francia, il Belgio e l’Olanda, questa snazionalizzazione sia un contrappasso autoinflitto per il dominio su paesi lontani. E infatti sono proprio questi i più vicini al passaggio dei poteri.
Il problema è che anche paesi che per varie ragioni non hanno ospitato minoranze provenienti dalle ex colonie oggi sono obbligati - o almeno si cerca di obbligarli - a costruire le loro minoranze. E qui veniamo alla delibera dei giorni scorsi della commissione che dirige l’Unione Europea, quella che avevo chiamato nella mia ultima cartolina per gioco - ma neanche tanto - il Soviet Supremo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste d’Europa.
Gli ukaz o decreti del Soviet supremo che vi voglio far conoscere sono due. Il primo dice per l’appunto che ogni stato europeo DEVE prendersi la sua quota di immigrati, sotto pena di una multa di 250.000 euro per immigrato respinto (che fa un miliardo di euro circa per ogni nave con 4000 clandestini, o se volete un valore di circa 300 miliardi l’anno di multe possibili per respingimenti, qualcosa fra il prodotto interno lordo del Portogallo (245) e della Svezia (372)(http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/05/05/news/emergenza-immigrazione-1.13416687). Naturalmente metà dei paesi europei hanno detto che non si sognano neanche di pagare multe del genere, e allora gli “europeisti” (cioè i filoburocrati e i nemici dei popoli europei) hanno incominciato a parlare di togliere gli aiuti a chi non ci sta (http://www.ilgiornale.it/news/politica/profughi-lultima-dellue-stangata-chi-non-li-accoglie-1252890.html). Per fortuna l’Unione Europea somiglia alla Russia di Breznev non solo per il suo grado di democrazia, ma anche per l’inefficienza, l’impossibilità di decidere sulle politiche (mentre è bravissima a concentrarsi sui regolamenti che disciplinano la curvatura delle zucchine o il diametro dei preservativi). Dunque non se ne farà niente. Ma è chiaro che c’è davvero un tentativo di imporre agli europei che non lo vogliono, un futuro di sottomissione ai Sadiq Kahn che verranno.
L’altro ukaz riguarda la Turchia. Il soviet ha deciso che i paesi europei devono eliminare i visti d’entrata per i cittadini turchi (http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2016/20160504_video_19114321/00042138-la-commissione-europea-propone-liberalizzazione-visti-ai-turchi.php). I quali però sono 80 milioni, tutti musulmani dato che gli abitanti cristiani delle terre conquistate 500 anni fa da nomadi che provenivando dall’Asia centrale sono stati tutti convertiti con la forza o sterminati con le stesse tecniche genocide che impiega oggi l’Isis: sono gli Armeni, gli Assiri, i Greci, gli Aramei, stanziati da quelle parti da migliaia di anni e oggi tutti distrutti. I turchi attuali in grande maggioranza sembrano avere pochissimo interesse per la democrazia (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=62327), tanto è vero che hanno eletto e rieletto Erdogan, ormai sempre più lanciato verso la dittatura (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/211824). Insomma introdurre liberamente i turchi è un altro modo di provocare la colonizzazione musulmana d’Europa.
All’ukaz della Commissione, non si capisce bene se dovuto al delirio terzomondista di Mogherini o a un vero e proprio colpo di fulmine di Merkel, che ha rovesciato la tradizionale politica tedesca, si è opposto per fortuna il parlamento europeo, sulla base del fatto che certamente la Turchia, nonostante la panna montata burocratica, non si sta affatto avvicinando al modello democratico dell’Europa, anzi; e che dunque vi è un pericolo reale a farla avvicinare troppo (http://www.eunews.it/2016/05/04/commissione-propone-lesenzione-dei-visti-per-la-turchia-ma-il-parlamento-ue-frena/57731). Al che, naturalmente Erdogan, nel suo solito stile mussoliniano ha dichiarato che lui tira diritto (http://it.sputniknews.com/politica/20160506/2628874/Terrorismo-turchi-Schengen-Ankara-riforme-Europol.html).
Ecco, la conclusione del ragionamento è questa: l’elezione di Khan e di quelli che lo seguiranno è democratica, segue la maggioranza. Ma queste maggioranze si costituiscono in maniera assolutamente non democratica. Nessuno ha chiesto a noi europei o italiani se volevamo un milione e passa di clandestini l’anno da accudire a nostre spese e da naturalizzare prima o poi perché ci possano legittimamente presiedere. Nessuno ci ha chiesto se volevamo un processo che porterà probabilmente una dittatura nepotista e una bomba demografica musulmana come la Turchia dentro i nostri confini. E nessuno ce lo chiederà, perché chi si oppone a queste cose è per lorsignori un populista che non ha diritto di parola, va processato come Wilders o contestato, come Salvini. Abbiamo un’unica possibilità: rovesciare (democraticamente col voto, sia ben chiaro) la classe dirigente dei vari paesi europei compreso il nostro e disfare quel grottesco incubo burocratico che hanno costruito a Bruxelles per usurpare il nome di Europa. E’ una convinzione che ormai in Europa ha raggiunto fra un quarto e un terzo degli elettori, in forte crescita. Speriamo che il buon senso e l’istinto di sopravvivenza prevalgano.
Ugo Volli