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La Stampa Rassegna Stampa
09.05.2016 Padre Pizzaballa verso il Patriarcato di Gerusalemme
Cronaca e commento di Andrea Tornielli

Testata: La Stampa
Data: 09 maggio 2016
Pagina: 15
Autore: Andrea Tornielli
Titolo: «L'ex Custode di Terra Santa verso il Patriarcato di Gerusalemme»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/05/2016, a pag. 15, con il titolo "L'ex Custode di Terra Santa verso il Patriarcato di Gerusalemme", il commento di Andrea Tornielli.

LA STAMPA è l'unico giornale che dà notizia del probabile incarico a Padre Pierbattista Pizzaballa, già Custode di Terra Santa, a prossimo Patriarca di Gerusalemme.

L'articolo è firmato da Andrea Tornielli, il vaticanista-porta/parola più attento a presentare quanto avviene e si decide in Vaticano. Nessun quotidiano ha un vaticanista così ubbidiente come Tornielli: il fatto che sia ben visto nelle stanze della Santa Sede spiega che possa scrivere scoop come quello di oggi.

I 12 anni trascorsi da Padre Pizzaballa a Gerusalemme sono stati segnati da una diplomazia preoccupata solo di compiacere il mondo arabo e musulmano. Non ha mai raggiunto i picchi di Fouad Twal, il Patriarca latino di Gerusalemme che Pizzaballa dovrebbe andare a sostituire. Twal è un fanatico odiatore di Israele, Pizzaballa invece ha sempre agito con maggiore intelligenza, anche se il risultato non differiva di molto.

Ecco l'articolo:

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Andrea Tornielli

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Padre Pierbattista Pizzaballa

Lo scorso 12 aprile ha salutato tutti ed è tornato in Italia, in un convento. Chi lo conosce assicura che vuole prendersi un adeguato periodo di riposo. Ma si può star certi che non rimarrà «parcheggiato» per molto tempo: padre Pierbattista Pizzaballa, 51 anni, il Custode di Terra Santa ha lasciato Gerusalemme e nelle prossime settimane si attende il nome del successore, che sarà designato con il consenso della Santa Sede dopo la votazione dei frati della Custodia.

Si conclude così un percorso che non ha precedenti, per lunghezza, nell’ultimo mezzo secolo: Pizzaballa dopo essere stato designato nel 2004 per un mandato di sei anni ha avuto infatti ben due proroghe di tre anni. Segno che la sua guida è stata apprezzata da tutti, fuori e dentro la Custodia.

Nato a Cologno al Serio, nella bergamasca, sacerdote dal 1990, specializzato in teologia biblica, in servizio presso la Custodia dal 1999, Pizzaballa ha ottenuto un master all’Università ebraica di Gerusalemme e ha insegnato ebraico moderno svolgendo un apprezzato lavoro pastorale con la piccola comunità di fedeli cristiani di lingua ebraica del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Da Custode ha accolto due Papi in pellegrinaggio in Israele: Benedetto XVI nel 2009 e Francesco nel 2014. Con Papa Bergoglio il feeling è stato evidente.

Quelli del suo governo non sono stati anni facili: la Custodia si estende in molte zone del Medio Oriente che oggi sono sconvolte dalla guerra e dalla violenze. In alcune città e villaggi i frati francescani sono gli unici ministri cristiani rimasti dopo che il territorio è caduto sotto il controllo dei miliziani islamisti dell’Isis e di Al Nusra. Pizzaballa ha saputo creare una rete di relazioni e contatti, ha fatto conoscere meglio in Italia e nel mondo la Custodia e il suo insostituibile servizio. Ha avuto buoni rapporti con il Governo israeliano e con l’Autorità palestinese. Ed ha giocato un ruolo non secondario negli accordi con le altre Chiese cristiane per i restauri del tetto della basilica della Natività di Betlemme e ora per quelli di consolidamento dell’edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

È capitato più volte che gli ex Custodi di Terra Santa, nel primo periodo dopo la fine del loro mandato, non restassero nel territorio della Custodia dove hanno esercitato il loro ruolo di governo. Ma c’è chi sostiene che per Pizzaballa potrebbe aprirsi prima del previsto la strada del ritorno con un ruolo di responsabilità. Nei prossimi mesi si dovrebbe infatti decidere il nome del nuovo Patriarca latino di Gerusalemme, dato che l’attuale, Fouad Twal, ha compiuto 75 anni lo scorso ottobre. E il francescano bergamasco viene considerato da molti come un candidato autorevole. Gli ultimi due patriarchi latini, il palestinese Michel Sabbah (1987-2008) e lo stesso Twal, giordano, sono stati scelti tra il clero di origini arabe. È vero che esiste una lunga tradizione di Custodi italiani poi divenuti vescovi latini, da quando il Patriarcato residenziale è stato ristabilito, a metà del XIX secolo: l’ultimo di questi è stato Alberto Gori, Custode di Terra Santa negli anni della Seconda Guerra mondiale e poi dal 1949 al 1970, Patriarca latino. Ma è anche vero che per molti anni i frati di origine europea hanno svolto un servizio di supplenza per mancanza di clero autoctono. Oggi la situazione è diversa, e nonostante l’indiscussa autorevolezza di Pizzaballa, riconosciuta da tutti, la sua designazione non sarebbe così semplice. Altri due nomi che circolano per la successione a Twal sono quelli di Maroun Elias Lahham, vicario episcopale per la Giordania - Paese dove risiede la maggioranza del clero e dei fedeli arabi di rito latino - e di Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi di origini venete ma incardinato nel clero del Patriarcato fin dai tempi del seminario nel 1962.

Sembra invece non avere fondamento l’indiscrezione che vorrebbe padre Pizzaballa candidato outsider per la successione del cardinale Angelo Scola alla guida della diocesi di Milano.

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direttore@lastampa.it

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