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La Stampa Rassegna Stampa
06.05.2016 Pd Milano: Daniele Nahum con l'islamica coraggiosa Maryan Ismail, ma l'islam italiano non le assomiglia
Cronaca di Fabio Poletti

Testata: La Stampa
Data: 06 maggio 2016
Pagina: 13
Autore: Fabio Poletti
Titolo: «Milano, un ebreo e un'islamica candidati insieme nella lista Pd»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/05/2016, a pag. 13, con il titolo "Milano, un ebreo e un'islamica candidati insieme nella lista Pd", la cronaca di Fabio Poletti.

Maryan Ismail è una candidata coraggiosa che merita appoggio nella lotta contro il fondamentalismo diffuso a macchia d'olio tra i suoi correligionari. Proprio per questo non è rappresrentativa della realtà islamica italiana. Non ci resta che augurarci che di persone del genere, in futuro, ce ne siano di più.

Ecco l'articolo:

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Maryan Ismail

Si trovano sotto la stessa bandiera da anni. L’ultima volta il 25 aprile in piazza a Milano. Fianco a fianco, dietro lo striscione della Brigata ebraica, Daniele Nahum, ex vicepresidente della comunità ebraica, e Maryan Ismail, somala e musulmana. «Io e Daniele siamo come il risotto alla milanese. Ci vuole il riso ma pure lo zafferano arabo. Un modello di perfetta integrazione», se la ride lei. Entrambi si candidano per il centrosinistra nella lista del Pd a Milano. Insieme formano il ticket, figlio della legge elettorale che prevede che i candidati siano di sesso diverso, quando vengono espresse le preferenze sulla scheda. A parte il genere e la religione, culturalmente e politicamente sono divisi da niente. Da laici guardano a una società multietnica con una netta separazione tra religione e politica.

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Daniele Nahum

«Se fosse per me farei come Sadiq Khan a Londra che ha fatto iniziare il ramadan in sinagoga e sostiene le unioni civili», racconta lei che gli integralismi li combatte da sempre e nella sua biografia annovera anche la dolorosa perdita del fratello Yusuf Mohamed Salvatore, funzionario Onu ammazzato l’anno scorso in un attentato a Mogadiscio. A sentirli sembra che sia soprattutto lei quella più arrabbiata per la contestazione filopalestinese e dei centri sociali alla partecipazione della Brigata ebraica alla manifestazione. Daniele Nahum, responsabile culturale del Pd milanese, la liquida in poche battute: «Sono solo i nuovi antisemiti». Maryan Ismail che siede nella segreteria milanese del partito va oltre: «Tutte le contestazioni sono legittime ma quelle figlie dell’ideologia sono sempre sbagliate. Il ruolo della Brigata ebraica nella Resistenza si sa. Sono per due Stati affiancati, quello palestinese e quello arabo». In questi anni Daniele Nahum e Maryan Ismail hanno imparato a convivere con critiche e talvolta insulti. Quando si sono trovati ad affrontare un tema spinoso come quello della moschea che a Milano non c’è, ed è l’unica città europea, sono finiti pure sotto il fuoco amico.

Che la città abbia bisogno di una moschea lo sostengono entrambi da sempre. Ma sono stati i primi a storcere il naso quando la giunta di Giuliano Pisapia ha lanciato il bando aperto a tutti per la costruzione del luogo di culto. Daniele Nahum sostiene che la moschea sia una scelta di civiltà anche se ci vogliono garanzie: «Vogliamo che ci siano interlocutori credibili. Il problema del rapporto tra religione e politica deve essere chiaro». Toni moderati si capisce. Ma qualcuno tra i più preoccupati all’interno della comunità ebraica ha storto il naso. Daniele Nahum risponde a tono: «Non mi faccio condizionare dalla religione». Stessa musica dalle parti di Maryan Ismail, anche lei contestata da qualche componente della comunità musulmana per le sue riserve sul bando: «Noi musulmani abbiamo bisogno di un luogo di preghiera trasparente. Questo vuol dire che deve essere aperto a tutti. E in moschea religione e politica devono essere separati».
A sentirli parlare oggi che sono passati 12 anni, sembrano quelli di allora. Quando lui orbitava nel Partito Radicale e lei andava in missione con Emma Bonino. Daniele Nahum ha orizzonti larghi se riuscisse a entrare a Palazzo Marino: «Non sono il candidato della comunità ebraica. Mi propongo di amministrare Milano. Penso agli asili nido e ai problemi degli artigiani. E poi vorrei che i migranti e i richiedenti asilo venissero impiegati in lavori socialmente utili». Idea condivisa da Maryan Ismail, declinata alla milanese: «Lavori socialmente utili ai profughi ma pure ai disoccupati italiani. Perché alla fine Milano è una città molto tollerante e aperta».

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