Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/05/2016, a pag. 17, con il titolo "Israele apre un ufficio alla Nato. Sconfitta la Turchia", il commento di Gianandrea Gaiani.
Gianandrea Gaiani
La Nato
Nel giorno in cui torna scaldarsi il confine con la Striscia di Gaza con scontri tra truppe israeliane e miliziani di Hamas e Jihad Islamica, Gerusalemme ottiene un importante successo diplomatico con l'invito della Nato ad aprire una rappresentanza permanente presso il proprio quartier generale a Bruxelles. "E' un passo importante, un obiettivo al quale abbiamo lavorato da anni", ha detto Netanyahu nella riunione di governo di ieri. «Il mondo è interessato a collaborare con noi per la nostra determinazione nella lotta contro il terrorismo, per le nostre conoscenze tecnologiche, per la nostra copertura di intelligence e per altri motivi ancora».
L'iniziativa si inserisce in un contesto che vede già da tempo rapporti molto stretti tra lo Stato Ebraico e molti membri dell'alleanza nel settore della difesa e sicurezza, specie ora che l'Europa si trova in prima linea contro la minaccia portata dallo Stato Islamico. Sul piano diplomatico l'invito a Israele costituisce un'importante apertura da parte della Turchia, il cui governo islamista sostiene apertamente Hamas e finora aveva posto il veto all'apertura dell'ufficio di Gerusalemme a Bruxelles. Le pressioni degli alleati sembrano quindi aver moderato la posizione di Ankara, che già dal dicembre scorso sta riallacciando rapporti con Gerusalemme. I due paesi sono stati a lungo legati da una robusta alleanza politica e militare.
Il successo conseguito dal «lungo sforzo diplomatico» di Gerusalemme costituisce un successo politico personale per il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo una stagione di aspre critiche internazionali per la politica degli insediamenti ebraici e dopo il progressivo raffreddamento dell'alleanza storica con gli Stati Uniti determinatasi con l'Amministrazione Obama. Per Netanyahu l'invito della Nato è «un passo importante che migliorerà la sicurezza di Israele» mentre sul piano strettamente militare sarà ora più facile intensificare lo scambio reciproco di informazioni specie sul fronte del contrasto al terrorismo islamico.
Fin da subito dopo gli attentati negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001 la Nato ha schierato nel Mediterraneo Orientale la flotta dell'operazione Active Endeavour con lo scopo di monitorare il traffico marittimo e i movimenti di miliziani e terroristi in uno scacchiere che comprende anche Israele. I nuovi rapporti con la Nato non implicano una futura adesione dello Stato Ebraico all'Alleanza né doveri degli alleati per la difesa di Israele (sono 40 i Paesi legati alla Nato da rapporti di partenariato) ma rinsaldano la cooperazione nei settori di comune interesse.
Israele è membro del Dialogo Mediterraneo della Nato fin dalla sua nascita, nel 1994, insieme a sei Stati arabi: Egitto, Algeria, Tunisia, Giordania, Mauritania e Marocco. Paesi con cui la Nato ha interesse a cooperare nella lotta al terrorismo. Ieri anche la Giordania è stata invitata ad aprire una rappresentanza presso il quartier generale della Nato.
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