Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/05/2016, a pag. 15, con il titolo "Artiglieria ed elicotteri, Mosca 'blinda' Aleppo", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Putin aiuta Assad il macellaio: "Ehi, sembra che tu abbia bisogno di aiuto"
Russia e America hanno raggiunto un accordo per «estendere» la tregua in Siria anche ad Aleppo, con uno «stretto monitoraggio» per evitare che venga di nuovo violata. L’intesa rifinita da John Kerry e Serghiei Lavrov è arrivata dopo una settimana terribile, con i «peggiori combattimenti» da quando è cominciata la guerra. Ora Mosca e Washington dovranno fare pressione sugli alleati per renderla concreta e rilanciare i colloqui di pace la prossima settimana. Ma sul terreno, con l’arrivo dell’artiglieria pesante russa e una nuova alleanza fra ribelli islamisti e no, tutto fa presagire una resa dei conti finale.
La situazione, come ha detto Kerry era «fuori controllo». Il cessate il fuoco del 27 febbraio si era sbriciolato in una spirale di attacchi e rappresaglie. Per questo il segretario di Stato americano si è speso allo spasimo per arrivare a una nuova tregua. Molto fragile. È stata la strage all’ospedale di Al-Quds, una settimana fa, a ricompattare il frastagliato fronte dei ribelli, che hanno giurato vendetta.
La battaglia del parco
Fra la serata di martedì e ieri mattina la nuova alleanza Jaysh al-Fatah Halab, l’esercito della conquista di Aleppo, ha cercato di sfondare le linea di difesa governativa nella parte occidentale della città. Damasco ha reagito mandando in prima linea le unità d’élite, spalleggiate dall’Hezbollah libanese. Solo con l’intervento dell’artiglieria russa e i raid aerei sono riusciti a respingere l’assalto.
Due settimane fa, secondo il sito Al-Masdar, i russi hanno inviato lanciarazzi Bm-27, Bm-21, Tos-1A, e semoventi da 152 mm, ufficialmente gestiti dai siriani. Martedì sono entrati in azione al cosiddetto Family House Park, una zona cerniera fra l’Ovest in mano ai governativi e l’Est dei ribelli. Il parco è passato più volte di mano nel corso della guerra e questa volta è stato ripreso dalla 106esima Brigata, corpo scelto della Guardia repubblicana, con la copertura del fuoco russo.
Alleanze variabili
A complicare la tenuta della tregua c’è il fatto che Jabat al-Nusra è tornata nell’alleanza Al-Fatah, assieme ai gruppi filo-turchi e filo-sauditi, dopo che era stata espulsa all’inizio dell’anno, quando i negoziati procedevano bene, ed era finita nel girone dei «gruppi terroristi» assieme all’Isis. Ed è proprio sulla lista di chi è terrorista e chi no che si sono incagliati i negoziati.
Mosca vuole includere quasi tutti i gruppi che combattono ad Aleppo e spazzarli via. Ieri, è vero, ha annunciato di aver ritirato 30 jet d’attacco al suolo Su-25. Ma sono stati sostituiti dagli elicotteri d’assalto Ka-52, più moderni e dotati di sistemi elettronici che li rendono immuni ai missili portatili Manpad che sarebbero giunti ai ribelli via Turchia. L’arrivo dell’artiglieria, più adatta al combattimento urbano come del resto gli elicotteri, completa il quadro.
Assedio governativo
Il tutto mentre la zona Est della città è finita sotto assedio, con l’esercito che impedisce il passaggio di aiuti umanitari nelle zone controllate dagli insorti, e le formazioni islamiste reagiscono con lanci di razzi indiscriminati, anche sull’università e un ospedale. Ieri il presidente del gruppo di lavoro dell’Onu sugli aiuti umanitari, Jan Egeland ha denunciato il blocco degli aiuti da parte di Damasco e i continui attacchi alle strutture sanitarie: «É una catastrofe. I medici e gli infermieri sono uccisi, mentre la popolazione sanguina».
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