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La Stampa Rassegna Stampa
04.05.2016 Cupola di Fuoco, il centro di comando più segreto di Israele
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 04 maggio 2016
Pagina: 12
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Monitor, sensori e droni nella centrale hi-tech di Israele»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/05/2016, a pag. 12, con il titolo "Monitor, sensori e droni nella centrale hi-tech di Israele", il commento di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile


Soldati israeliani sulle alture del Golan

Si chiama Cupola di Fuoco il centro di comando più segreto di Israele, dove convergono milioni di informazioni, immagini, riprese in tempo reale da migliaia di sensori, telecamere e droni in volo sui confini più caldi. In particolare quelli con il Libano e la Siria. È da queste stanze iperconnesse che gli ufficiali danno l’ordine di colpire il nemico. E ora si trovano di fronte, sulle alture del Golan, la più pericolosa organizzazione terroristica, l’Isis.
Dopo centinaia di intrusioni sventate, la Cupola di Fuoco ha subito un aggiornamento tecnologico che ora permette al comandante di turno di osservare anche la distruzione effettiva di dozzine di bersagli alla volta. E di poter reagire «nel giro di secondi». Il sistema di controllo computerizzato, con centinaia di monitor controllati 24 ore su 24, serve soprattutto a evitare infiltrazioni di terroristi. «La sfida non è solo identificare e neutralizzare singole cellule - ha spiegato di recente a “Ynet” il colonnello della Divisione Golan Guy Markizno -. Ma è anche quella di colpire un gran numero di obiettivi contemporaneamente».

Il nuovo sistema computerizzato ha un’interfaccia semplice da usare che mostra le immagini su grandi schermi ad alta risoluzione, simile a quello di Facebook. Ma è solo la parte visibile. La parte tenuta segreta non ha un nome. Consiste in algoritmi in grado di calcolare in pochi secondi, e senza apporto umano, quali missili, proiettili o bombe sono i più adatti per a distruggere i bersagli. Il reparto «bersagli» della Divisione Golan, una delle forze d’élite dell’esercito israeliano, è stato costituito due anni fa. «La situazione nel Golan è molto più complessa che a Gaza o in Libano, dove è chiaro chi è il nemico - continua il colonnello Markizno -. Nel Golan ci sono molti “centri di potere”. Un giorno si combattono, il giorno dopo si alleano. Bisogna analizzare le sfumature: per esempio la Brigata Martiri di Yarmouk, affiliata all’Isis, combatte per il territorio mentre Jabat al-Nusra (Al-Qaeda) combatte per l’ideologia».

In questo caos, l’esercito israeliano si sta preparando a un attacco su larga scala. Due settimane fa la Divisione Golan si è esercitata sul terreno, con incursioni simulate in Siria, proprio a respingere questo tipo di minaccia che un computer, per quanto super, non potrebbe sconfiggere senza l’apporto umano.

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