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La Stampa Rassegna Stampa
29.04.2016 Più che un articolo, la fotocopia di un volantino contro Israele
Che succede alla cronaca torinese della Stampa?

Testata: La Stampa
Data: 29 aprile 2016
Pagina: 49
Autore: Federico Callegaro
Titolo: «Non parteciperemo a un evento finanziato con i soldi di Israele»

Riprendiamo dalla cronaca di Torino della STAMPA di oggi, 29/04/2016, a pag.49, con il titolo "Non parteciperemo a un evento finanziato con i soldi di Israele" la cronaca di Federico Callegaro.

Leggiamo il pezzo con grande stupore. Invece di un articolo, pare la fotocopia di un volantino di propaganda. Al cronista non è venuta la curiosità di informarsi se quanto gli veniva rifilato era vero oppure solo un fanatico attacco di quella fobia che si chiama anti-israelismo.
Se si fosse informato, non avrebbe disinformato i lettori del quotidiano torinese, come ha invece fatto. Bastava guardare il programma del Festival del Cinema per verificare come la proiezione dei molti film stranieri era fatta in cooperazione con gli uffici culturali delle ambasciate, come avviene in tutte le rassegne. Purtroppo quei quattro gatti godono di particolari attenzioni, sono abituati a continuare nella loro ostinazione di vedere in Israele il Male assoluto, anche grazie al sostegno che gli viene dato dai giornali, anche se poi dopo tutto finisce in un flop totale. Come è avvento con la contestazione contro il Politecnico di Torino e l'Università israeliana Technion, che continueranno a collaborare come hanno sempre fatto.

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Ecco l'articolo in questione:

Da organizzatori di tre incontri a promotori del boicottaggio dell’evento. Gli universitari di Studenti Indipendenti hanno deciso di non prendere parte al prossimo Torino Gay and Lesbian Film Festival, in programma dal 4 al 9 maggio al cinema Massimo. Motivo della decisione sarebbe la presenza dell’ufficio culturale dell’ambasciata israeliana nell’elenco dei collaboratori del Tglff. «Siamo venuti a conoscenza del fatto che l’intero evento è finanziato anche da Israele, costringendoci pertanto ad interrompere ogni nostra collaborazione con gli organizzatori - spiegano i ragazzi dei collettivi -. La decisione non vuole in nessun modo delegittimare tema, contenuti e scopi del Festival, ma dissociarsi da uno Stato che da sempre ha disprezzato il rispetto di qualsiasi convenzione sui diritti fondamentali dell’uomo». Gli universitari avrebbero dovuto gestire tre appuntamenti, organizzati con Dams e Coordinamento Torino Pride, su storia dell’omosessualità, bullismo omofobico e rapporto tra orientamento sessuale e religione. «A noi non risulta che Israele abbia finanziato la rassegna - spiegano gli organizzatori del Tglff -. Studenti Indipendenti, poi, avrebbe collaborato con noi marginalmente, solo per tre eventi che fanno capo alla sezione Off». Anche nello stesso mondo dei collettivi si è acceso il dibattito: il gruppo Lgbt Identità Unite, che fa capo alla galassia dei Si, non avrebbe infatti ancora deciso se unirsi ai colleghi nel boicottaggio. «Loro non si sono ancora ufficialmente ritirati ma siamo andati a spiegare le nostre ragioni e confidiamo che aderiranno alla protesta - racconta Alberto del gruppo Progetto Palestina -. Israele usa i temi dell’omosessualità per darsi una parvenza di democraticità che nasconde le loro politica aggressiva».

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direttore@lastampa.it

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