Ieri, 25 aprile, in ogni città italiana si sono tenute celebrazioni e cortei. La Cartolina odierna di Ugo Volli (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62186) e il commento di Deborah Fait (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62187) rendono conto della partecipazione numerosa della Brigata ebraica al corteo di Milano e della contestazione subita da parte di un gruppo di facinorosi antisemiti sostenitori del terrorismo palestinese.
A Roma, invece, i sostenitori della Brigata ebraica hanno deciso di non prendere parte al corteo dell'Anpi per le minacce ricevute da parte delle sigle filo-palestiniste. I sostenitori della Brigata, che tra 1944 e 1945 partecipò attivamente alla Liberazione combattendo contro i nazifascisti, 42 morirono anche per permettere all'Anpi di celebrare questo giorno, si sono ritrovati in via Tasso, insieme a Giorgio Napolitano che ha espresso ancora una volta il proprio sostegno a chi viene ogni anno insultato e allontanato per puro antisemitismo, scegliendo di non partecipare al corteo ufficiale.
Al corteo dell'Anpi, invece, si sono viste bandiere palestinesi e di vari gruppi terroristi come Hezbollah, Hamas, Fronte popolare per la liberazione della Palestina. L'Anpi li ha accettati senza fiatare: un fatto reso ancora più grave in quanto, durante la Seconda guerra mondiale e la Shoah, la suprema autorità degli arabi palestinesi, il Gran Muftì di Gerusalemme Haj Amin Al Husseini era buon amico di Hitler e sostenne il progetto di genocidio degli ebrei - anche attivamente, con la creazione di una divisione di SS musulmani operativi nello sterminio delle comunità ebraiche in Bosnia. Che l'Anpi non apra bocca per denunciare una situazione simile è ignobile.
A Torino, come da anni succede, un gruppetto di volenterosi nipotini dei carnefici di Hitler ha messo in piedi una manifestazione contro il sionismo e la Brigata ebraica a margine della tradizionale fiaccolata del 25 aprile. Ecco la locandina di costoro - accolta anch'essa dall'Anpi con il silenzio.
Per concludere come si deve il nostro J'accuse: NESSUN quotidiano, oggi, ha ricordato la partecipazione palestinese guidata dal Gran Muftì di Gerusalemme alleato a Hitler durante la Shoah. Pochi conoscono questa storia, non ricordarlo in una occasione come questa ha un solo significato: complicità. Citiamo però volentieri il commento di Umberto Gentiloni su Repubblica del titolo "Quei combattenti venuti da lontano", l'unico uscito oggi che ricordi con parole adeguate la vicenda della Brigata ebraica. Sarebbe stato perfetto se avesse ricordato la partecipazione palestinese allo sterminio ebraico in collaborazione con Hitler. In questo caso sarebbe stato l'unico ad averlo ricordato.
Umberto Gentiloni