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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.04.2016 Mi spiace dirvelo, ma…
Commento di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 aprile 2016
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «Mi spiace dirvelo, ma…»

Mi spiace dirvelo, ma…
Commento di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

 http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/18770

Miei cari amici, ebrei d’Israele e della diaspora, mi spiace dirvi che gli attacchi terroristici che ci colpiscono oggi come ieri, da una settimana, da un mese, da un anno, da un decennio e da un secolo, sono tutti parte della stessa guerra, della stessa lotta, della stessa Jihad condotta contro di noi dai nostri vicini da ormai oltre un secolo.
A volte è una guerra su vasta scala con carri armati, fragori, fiamme, aerei e navi, a volte invece è una guerra di bassa intensità, conosciuta come “terrorismo”, con sparatorie, esplosioni, accoltellamenti. In arabo è sempre Jihad, l’obiettivo sono gli ebrei solo perchè sono ebrei.

Mi dispiace inoltre dovervi ricordare che questa guerra è iniziata molto prima della creazione dello Stato ebraico proclamato nel 1948. Le aggressioni e i massacri degli anni 1920, 1921, 1929, dal 1936 al 1939 ed altri ancora, non erano certo avvenuti a causa di uno Stato ebraico o per quella che i nostri nemici chiamano l' “occupazione” del 1948, di certo non per l’ “occupazione” del 1967.
Nel 1929 l’orrendo massacro degli ebrei di Hebron era stato perpetrato contro degli ebrei che non facevano parte del movimento sionista, anzi. Vi ricordo che il Movimento di Liberazione della Palestina (Fatah) è stato fondato nel 1959 e che l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) è nata nel 1964, dunque alcuni anni prima dell’ “occupazione” del 1967, risultato della vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni.

Voglio farvi notare che le grida che sentivamo, soprattutto nella Guerra di Indipendenza del 1948, erano (in arabo) “Itbach al Yahud” ovvero “Massacrate gli ebrei” e non gli “israeliani” o i “sionisti”, perché il loro vero problema sono gli ebrei, che si rifiutano di essere sottomessi all’Islam, non accettano di vivere come dhimmi, ovvero “persone protette” come l’Islam impone a loro e ai cristiani.
Ancora oggi nel mondo arabo i bambini cantano: “La Palestina è il nostro paese e gli ebrei sono i nostri cani”. Il cane, nella tradizione islamica, è un animale impuro.
La Sharia stabilisce che se un musulmano sta pregando e davanti a lui passa un cane, un maiale, una donna, un ebreo o un cristiano, le sue preghiere verranno respinte e lui deve ricominciare a pregare dall’inizio.

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Non è piacevole dirvi questo, ma sappiate che il canto più popolare tra i nemici di Israele è “Khyber, Khyber o Giudei, l’esercito di Maometto ritornerà di nuovo”. Khyber è un’oasi nella penisola arabica popolata da ebrei fino a quando Maometto non li ha massacrati nel 626 d.C. Il canto ricorda quell’evento e minaccia una replica.
Gli ebrei, secondo il Corano (Sura 5, versetto 82) sono i nemici più ostili dei musulmani. Il versetto 60 afferma che la maledizione e la furia di Allah  ricadranno su di loro,  trasformandoli  in scimmie e maiali. Da quando in qua scimmie e maiali hanno diritto ad uno Stato? Da quando hanno il diritto di sovranità? Nonostante quello che pensate, la pace con l’Egitto è stata raggiunta solo dopo che Sadat si rese conto che, malgrado gli sforzi degli arabi di distruggere Israele nella Guerra di Indipendenza del 1948, nella Campagna del Sinai del 1956, nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, nella Guerra di logoramento del 1970, e persino nella Guerra dello Yom Kippur del 1973 in cui aveva attaccato di sorpresa Israele, lo Stato ebraico era riuscito a respingere tutti gli eserciti arabi e a portare la guerra nel loro territorio.

Sadat, per questi fatti, aveva capito che Israele era invincibile e che non c’era altra scelta che fare la pace, anche se questa pace sarebbe stata temporanea e analoga alla precedente Pace di Hudabiya del 628 d.C. Allora Maometto aveva concesso un periodo di pace di 10 anni agli infedeli abitanti alla Mecca, ma l’aveva spezzata dopo solo due anni. Yasser Arafat firmò gli accordi di Oslo non perché credeva nella pace, ma perché, definendoli la “Pace di Hudabiya “, aveva visto gli accordi come un cavallo di Troia che avrebbe ingannato gli ebrei. L’unico obiettivo degli accordi di Oslo era quello di creare una entità palestinese con esercito e armi, che a tempo debito avrebbero distrutto Israele. Arafat l’aveva sempre ribadito, ma la nostra dirigenza politica aveva spiegato che lui lo stava dicendo solo per un suo uso interno, e quando gli attentatori suicidi si sono fatti esplodere nelle nostre strade, le vittime sono state chiamate “vittime della pace”.
Da quando la pace richiede vittime? E i fucili che gli abbiamo consentito di avere spareranno su di noi?

Mi rattrista dirvi che sono falliti tutti gli sforzi di Israele per compiacere Hamas, che da organizzazione terroristica è diventato uno stato terrorista. Razzi mortali, tunnel per attaccarci, attentatori suicidi, sono tutti considerati legittimi agli occhi del governo jihadista di Gaza, così al diavolo la vita di uomini, donne e bambini che vivono nella Striscia, e al diavolo il loro benessere, la loro salute, la loro sicurezza e le loro proprietà.
Gli abitanti di Gaza sono pedine nelle mani di Hamas, della Jihad e dei salafiti: tutti autonominatisi collegamento tra Gaza e il Paradiso, avendogli già dato un assaggio dell’inferno sulla terra.

Mi duole dire a tutti voi operatori di pace, pacifisti, anime deboli e stanche in Israele e nel mondo, che il cemento e il ferro che ci avete costretto a dare ai jihadisti di Gaza al fine di ricostruire le loro case distrutte, sono stati invece utilizzati per costruire dei tunnel portatori di morte sia per gli abitanti di Gaza che per gli israeliani. Invece di costruire ospedali, scuole e infrastrutture, i jihadisti hanno costruito un’infrastruttura di morte, sofferenze e disastri. Avete sbagliato ancora una volta, basando la vostra politica su sogni irrealizzabili, delusioni e speranze invece che su fatti e cifre.
Gli analisti, me compreso, non sono del tutto senza colpa: hanno pensato in buona fede che quando Hamas si fosse assunta la responsabilità per il benessere di Gaza, i suoi dirigenti sarebbero diventati più moderati, realistici e pragmatici.
Niente di più sbagliato: Hamas, nonostante abbia lasciato l’opposizione per governare, non ha cessato il jihad contro Israele, non l’ ha tolto dalla cima della sua lista delle priorità, né ha modificato minimamente il suo progetto genocida dell’ “entità sionista”.

Non vorrei distruggere il sogno dei “due stati per due popoli”, ma devo farlo, perché ciò che sta accadendo a Gaza oggi è esattamente ciò che accadrà al secondo stato palestinese che si sta tentando di instaurare in Giudea e Samaria.
Hamas sarà il vincitore delle elezioni, come lo fu a Gaza nel gennaio 2006, e vincerà pure quelle presidenziali. Se così non fosse, prenderebbe comunque tutta la Giudea e la Samaria con un colpo di stato violento, proprio come ha fatto a Gaza nel 2007.
E quando ciò accadrà, che cosa si dirà? “Ooops ... non sapevamo ... non potevamo immaginare...?”

Adesso lo sapete e non è necessario fare previsioni ! Questo dovrebbe essere il punto di partenza, la vostra ipotesi di lavoro. Se l’Hamas di Gaza sta scavando oggi tunnel di morte nella sabbia, scaverà domani nelle rocce per costruirne in Giudea e Samaria - e vorrei proprio vedere come li troverete e li farete saltare in aria, quando ciò accadrà.
E a tutti voi che avete la memoria corta, permettetemi di aggiornarvi: nel mese di luglio del 2014, con il lancio di razzi da Gaza, Hamas era riuscito a far chiudere per un giorno l’aeroporto Ben Gurion. Se e quando otterrà il controllo della Giudea e della Samaria, sarà perfettamente in grado di far cessare l’attività dell’aeroporto con una semplice catapulta,  dalle colline di Beit Arye potrà dominare tutte le piste dall’alto. Chi non mi crede dovrebbe salire in auto e guidare fino alla cima delle colline ad est del Ben Gurion, che si trovano in “ territori conquistati, occupati”. Per le condizioni del vento in Israele, la maggior parte degli aerei che atterrano scendono al Ben Gurion da est, volando a velocità moderata proprio sopra quelle stesse colline.
Hamastan permetterà agli aerei diretti in Israele di volteggiare in cerchio sul suo territorio per prepararsi all’atterraggio?

Che prezzo sarà costretto a pagare Israele dopo che un RPG ( lancia-granate anticarro portatile ) o una mitragliatrice avrà abbattuto, D-o non voglia, un aereo della El Al? Offriremo loro Gerusalemme, per calmarli? E dato che stiamo già parlando di Gerusalemme, cosa farete quando lo Stato di Hamas si presenterà con un ultimatum: Gerusalemme o guerra? Il Monte del Tempio oppure vi facciamo chiudere il Ben Gurion? E quando il mondo appoggerà la loro richiesta di Gerusalemme, lasciando che sia Israele a pagare il prezzo per calmare l’Islam estremista, che cosa direte? E quando i cecchini torneranno al tiro a segno sui passanti nelle strade di Gerusalemme dalle mura della città vecchia, come i loro fratelli giordani hanno fatto fino al 1967, dove vi andrete a nascondere? Dietro muri di cemento? Una barriera di sicurezza? Oppure sposterete semplicemente la capitale di Israele a Tel Aviv?

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 Mi dispiace deludervi, ma la cosa peggiore che sia mai successa alle speranze di Israele per la pace, è stato l’aumento dei movimenti per la pace, coloro che incolpano Israele di volere uno stato di terrore in Giudea e Samaria e per questo deve rinunciare a Gerusalemme Est.
In Medio Oriente, chi esprime un desiderio di pace, chi manifesta la sua bramosia di pace e offre la sua terra e il paese in cambio di un pezzo di carta con su scritto la parola “pace”, è considerato come uno che ha perso la guerra e sta mendicando per il resto della sua vita. I movimenti per la pace hanno cambiato l’immagine di Israele in quella di un paese rinunciatario debole e timoroso, l’esatto opposto del tipo di paese che può ottenere la pace in Medio Oriente.

 Nella regione violenta e fanatica in cui Israele sta cercando di sopravvivere, chiunque sia considerato debole viene preso a calci e pugni ed è inviato nel migliore dei casi all’inferno, o macellato e decapitato sul posto.
In Medio Oriente, pace significa che i tuoi nemici ti lasciano in pace perché sei troppo forte, minaccioso e pericoloso per prendersela con te. In Medio Oriente solo chi vince ottiene la pace. Chi non accetta questa realtà, chi non è pronto per “sangue, sudore e lacrime”, colui che con impazienza chiede “Peace Now”, non appartiene al Medio Oriente. Qui, abbiamo posto solo per i coraggiosi, i forti, i determinati e quelli che credono nella giustizia della loro causa. Chiunque sia privo di questi qualitàpuò trovarsi una casa adatta da qualche altra parte, dove la vita è più tranquilla, silenziosa, prospera e sprizzante gioia. Possiamo suggerire Parigi, Bruxelles, Madrid, Boston o San Bernardino ....

Auguri di un felice Pesach a tutti i figli di Israele!

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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