Riprendiamo da Eurofestival News con il titolo "Mosca: strappano passaporto a cantante gay in gara all’Eurovision" l'articolo di Emanuele Lombardini.
Putin, in stretta collaborazione con la chiesa ortodossa, sta imponendo sempre più misure restrittive delle libertà civili. Oppositori del regime in carcere, dove spesso trovano la morte, giornali censurati, la libertà di parola è ormai un ricordo. Tra le varie repressioni vi è anche quelle contro i diritti delle minoranze, in particolare degli omosessuali, la cui vita è diventata particolrmente difficile. Adesso se la prendono anche contro i cantanti se sono gay, come è avvenuto a Hovi Star, israeliano, a Mosca per partecipare a un concorso.
Ecco il pezzo:
Nei giorni scorsi si è tenuto in Russia uno dei consueti eventi promozionali in vista dell’edizione 2016 dell’Eurovision Song Contest, che come è noto si svolgerà il 10, 12 e 14 maggio alla Globen Arena di Stoccolma. Un concerto, quello di Mosca, che come quelli a cui ha partecipato la nostra Francesca Michielin ad Amsterdam e Londra, serve ai cantanti che vi prendono parte – non tutti quelli in gara, solo coloro che vogliono – per “tastare il polso” della fanbase eurovisiva in vista dello show e presentare dal vivo le loro canzoni. Fra i cantanti presenti al pre-party eurovisivo russo c’era anche il rappresentante israeliano Hovi Star, in concorso a Stoccolma con Made of stars. Il giovane interprete è noto in patria soprattutto per il suo aspetto androgino e l’impegno nella comunità LGBT e nonostante questo ha voluto comunque presentarsi a Mosca, capitale della nazione in cui il premier Putin attua da anni una politica discriminatoria nei confronti della propaganda omosessuale. Ebbene, proprio Hovi Star è stato vittima di un increscioso episodio di discriminazione. All’arrivo in aeroporto, Star è stato deriso dalle guardie per il suo aspetto e gli è stato danneggiato il passaporto. A riferire i dettagli è un’altra fra gli artisti che saranno presenti a Stoccolma ed erano al concerto-evento di Mosca, la spagnola Barei, in gara con Say yay!. Barei è stata testimone oculare del fatto. In una intervista rilasciata al quotidiano catalano La Vanguardia, Barei si sofferma proprio sulla Russia, grande favorita della vittoria del concorso con Sergey Lazarev e You’re the only one. Dopo aver sottolineato lo scarso gradimento per il brano, che trova “troppo freddo”, risponde senza mezzi termini alla domanda del cronista sulle preoccupazioni dei fan eurovisivi per una possibile vittoria russa, proprio per via delle discriminazioni in atto in quel Paese: “Non credo vinceranno – dice – Molti fra i votanti sono omosessuali e se io lo fossi, vedendo come trattano i gay in Russia, non la voterei. Proprio a livello umano…”. Poi entra nel dettaglio: “Ero lì in quel momento e mi sono vergognata quando sono arrivata. Hovi Star, il rappresentante di Israele, è stato trattato veramente male in aeroporto, molto male davvero. Lo hanno deriso e io stavo per fare una scenata davanti a tutti. Lui non si nasconde, si presenta per quello che è: si trucca il viso e gli occhi. Venivamo da Riga, in Lettonia, e quindi si era tolto un po’ di trucco proprio perché sapeva che stavamo arrivando a Mosca”. E continua: “Ma questo non è bastato: al controllo dei passaporti, gli hanno rotto la plastica che lo proteggeva, lo hanno guardato in faccia e hanno cominciato a ridere fra loro. Terribile. Poi gli hanno tirato dietro la plastica mentre lui diceva: “Mi state rovinando il passaporto, come faccio ad usarlo domani?” E loro ridevano. Lui è rimasto di ghiaccio. Agli altri non hanno fatto nulla, solo a lui, per il suo aspetto. Onestamente, sapevo che in Russia c’era questa discriminazione, ma quello che ho visto coi miei occhi in aeroporto è molto più di quello che pensavo”.