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Italia Oggi Rassegna Stampa
23.04.2016 Soldi a Panama: toh, chi si vede, tutta la leadership palestinista
Analisi di Angelica Ratti

Testata: Italia Oggi
Data: 23 aprile 2016
Pagina: 16
Autore: Angelica Ratti
Titolo: «I depositi all'estero dell'Autorità palestinese»

Riprendiamo da ITALIA OGGI del 23/04/2016, a pag.16, con il titolo " I depositi all'estero dell'Autorità palestinese " la cronaca di Angelica Ratti.

Sui conti a Panama sono usciti moltissimi articoli, eppure nessuno conteneva la notizia che Italia Oggi riporta nel pezzo di Angelica Ratti. Che però cita inutilmente il commento di Haaretz, in quanto la scoperta è stata diffusa dal parigno Le Monde, come, peraltro, scrive la stessa giornalista.
Perchè questa censura 'protettiva' ? Per non incrinare l'abituale trattamento di favore nei confronti dei palestinesi?
Pensarlo ci avvicina alla soluzione della domanda.
Alla fine dell'articolo si può trarre una giusta morale: che bel branco di furbacchioni si siederà a discutere della fine del conflitto con Netanyahu, tutta gente d'onore, verso la quale non si potrà avere se non la più completa sfiducia.

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Abu Mazen

Ecco il pezzo:

I Panama papers analizzati dal consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icii) e dal quotidiano israeliano Haaretz hanno messo in luce uno strano groviglio fra l'Autorità palestinese e uno dei figli del suo attuale presidente Mahmoud Abbas. La questione, come ha riportato il quotidiano francese Le Monde, è nata nel segreto degli uffici della società panamense di consulenza fiscale e legale internazionale, Mossack Fonseca, che nel settembre 1994 ha iscritto la società Apic (compagnia di investimenti araba palestinese) nelle isole Vergini britanniche. All'epoca dei fatti, il leader palestinese era Yasser Arafat. Mahmoud Abbas aveva guidato la delegazione palestinese che, un anno dopo, avrebbe firmato gli accordi di Oslo che fanno parte del processo di pace per risolvere il conflitto araboisraeliano. Gli azionisti di Apic si riunirono la prima volta il 24 maggio 1995 all'hotel Sheraton di Dubai. E nell'occasione fu nominato amministratore l'uomo d'affari saudita di origine palestinese, lo sceicco Omar Aggad, tra i fondatori di Apic. Lo scopo era di evitare che l'economia palestinese patisse come quella di Israele. In vent'anni Apic è diventata un colosso economico in Palestina e conta attività in quasi tutti i settori: alimentari, sanità, comunicazione, automotive e centri commerciali. Dal 2014 è quotata alla borsa palestinese. Il direttore generale e presidente del cda è Tarek Aggad, figlio del fondatore Omar Aggad. L'Autorità palestinese indirettamente pesa in Apic dal 1994 attraverso il fondo di investimento palestinese Pif che possiede il 18% del capitele della società offshore. Pif ha un portafoglio di investimenti di oltre un miliardo di dollari ed è controllato direttamente dall'ufficio del presidente dell'Autorità palestinese, che sceglie anche i membri del cda, ad eccezione dei posti di nomina ministeriale, secondo quanto aveva scritto Jake Walles, allora consulente degli Stati Uniti a Gerusalemme, in un cablogramma del febbraio 2006 rivelato da WikiLeaks. I legami fra Apic e l'Autorità palestinese non sono soltanto di natura finanziaria Già Mohammed Rashid, consulente finanziario di Arafat, era stato membro del cda di Apic e presidente del Pif. Nel 2012 è stato condannato in contumacia dai giudici palestinesi per aver distratto diversi milioni di dollari anche al Pif .Nel 2011, nel cda di Apic entra Tarek Abbas, figlio del presidente dell'Autorità palestinese, e potente uomo d'affari, con interessi in diversi settori di investimento di Apic (dg aggiunto nella società araba palestinese dei centri commerciali e nel cda del principale distributore dei territori palestinesi che vende prodotti alimentari, sigarette, cosmetici). Inoltre, dal 1999 è presidente di Sky (che domina il mercato pubblicitario palestinese), acquisita da Apic. Dai Panama papers è emerso che nel giugno 2013 Tareck Abbas possedeva azioni per 982 mila dollari nella società delle isole Vergini. Nel 2006 Sky firmò un contratto per una campagna di comunicazione finalizzata a migliorare l'immagine degli Usa nei territori occupati. Mossack Fonseca non ha verificato i legami fra Tarek Abbas e suo padre il presidente dell'Autorità palestinese, mentre gli ha scovati per altri membri del cda come Tarek Aggad membro del cda di Pii E anche per l'avvocato israeliano Durgham Maraee, rappresentante del Pif nel cda di Apic e dg di Wataniya Mobile, uno dei principali operatori di telefonia in Palestina. Pif possiede il 34% del capitale di questa società e nel momento in cui si apprestava a entrare in borsa, l'allora console americano nell'aprile 2009 scriveva al suo governo orca i rischi di possibile collusione dovuti all'interazione fra l'operatore esistente, il nuovo, l'Autorità palestinese e il governo israeliano. E aggiungeva che il ruolo di Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, in tutto questo era complicato dal fatto che il secondo operatore di telefonia mobile (Wataniya) è largamente finanziato dal Pif e che il consigliere economico del presidente Abbas, Mohammad Mustafa, è presidente del Pif e dg di Wataniya Palestina. Così sono stati in molti a pensare che un altro figlio del presidente dell'Autorità palestinese, Yasser Abbas avesse interessi finanziari in Wataniya, ma il rappresentante legale dei fratelli Abbas sostiene il contrario. E ha ricordato che le attività di Apic sono controllate dal ministero del commercio della Palestina e dall'Authority di controllo sulla borsa del paese.

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