Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/04/2016, a pag. 15, con il titolo "Israele ora guarda alla Russia, addio Obama", il commento di Daniel Mosseri.
Il titolo - della redazione del giornale - non rende giustizia alla realtà: Israele dialoga con chiunque sia disposto a farlo, ma è ben lontana da una alleanza con la Russia, un Paese che fornisce di armi e risorse il regime iraniano, che a propria volta si propone la cancellazione dalle mappe dello Stato ebraico. Puntuale come di consueto, invece, la riflessione di Mosseri.
Ecco l'articolo:
Daniel Mosseri
Il Golan è Israele
Israele non recederà mai dalle alture del Golan. Questo il messaggio che il premier israeliano Benjamin Netanyahu in visita a Mosca ha consegnato al presidente russo Vladimir Putin. Le alture strappate alla Siria con la guerra dei Sei Giorni (1967) rivestono per Israele un'importanza strategica. A differenza del Sinai riconsegnato all'Egitto o della Cisgiordania oggetto di un negoziato coi palestinesi, Israele non ha intenzione di restituire alla Siria gli altopiani a metà strada fra Gerusalemme e Damasco.
Mentre Netanyahu visitava Putin, alcune centinaia di chilometri più a sud, l'Arabia Saudita e le altre monarchie del Golfo ricevevano il redivivo Barack Obama. In Arabia Saudita il presidente americano è inviso per aver sdoganato l'Iran e il suo programma nucleare. Obama si è impegnato in una due giorni per riallacciare con gli emiri del petrolio ma c'è da credere che i sauditi e i loro alleati resteranno delusi dal tono ambiguo del capo della Casa Bianca: «Nonostante l'accordo per il nucleare», ha affermato Obama davanti al Consiglio di Cooperazione del Golfo «noi tutti abbiamo serie preoccupazioni per il comportamento dell'Iran e per le sue attività destabilizzanti. Allo stesso tempo», ha aggiunto, «nessuno di noi guadagnerebbe da un conflitto con l'Iran».
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