Gli agricoltori nella Valle del Giordano disubbidiranno alla ingiunzione dell’Unione europea di etichettare i loro prodotti con il marchio “non prodotti in Israele”. È stata infatti questa la richiesta che era arrivata dalla Germania, scrivere “territori occupati dal governo di Israele” su tutti i loro prodotti, venduti nei paesi della UE per il 20%, il resto in Usa, Asia, Russia.
Dudu Elhayani, presidente dei coltivatori della Valle del Giordano, ha poi scritto una lettera all’ambasciatore tedesco, Clemens von Goetze, nella quale definiva la richiesta ‘discriminatoria e politicamente motivata’. Aggiungendo ‘noi non metteremo nessuna etichetta su nessun prodotto, ci ricorda quanto era avvenuto negli anni del nazismo, il boicottaggio dei negozi di ebrei’. ‘Questo avviene mentre è in atto una ondata di terrorismo palestinese che colpisce ogni giorno innocenti israeliani’ ha poi affermato Elhayani, ‘è inaccettabile’.
L’agricoltura è la maggior fonte di sostentamento per il 60% degli abitanti della Valle del Giordano. Questa polemica non ha riscosso interesse sui nostri media, eppure sarebbe stato corretto – e onesto – far sentire anche le ragioni di chi vive al di là della linea verde – ricordiamolo, non è un confine, i territori non sono ‘occupati’ ma contesi – invece di riportare soltanto le ordinanze dell’Unione europea. Bene ha fatto Dudu Elhayani a ricordare il ‘kauf nicht bei Juden’ (non comprate dagli ebrei) di nazista memoria.
IC Redazione