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La Stampa Rassegna Stampa
14.04.2016 Dabiq, rivista dell'Isis: 'Siamo creati per combattere per Allah, Parigi e Bruxelles sono solo l'inizio'
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 14 aprile 2016
Pagina: 12
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «'I kamikaze di Bruxelles sono diventati jihadisti in cella'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/04/2016, a pag. 12, con il titolo "I kamikaze di Bruxelles sono diventati jihadisti in cella", il commento di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Il mensile dello Stato islamico, "Dabiq"

Il mensile dell’Isis Dabiq celebra i terroristi autori delle stragi di Bruxelles e rivela dettagli sull’organizzazione degli attacchi. Il numero 14 della rivista di propaganda dello Stato islamico dedica due pagine ai «cavalieri della professione di fede». In particolare ai due fratelli Ibrahim e Khalid El-Bakraoui che, secondo la ricostruzione degli islamisti, si sarebbero convertiti in carcere e avrebbero partecipato anche agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Gli El-Bakraoui sono i due kamikaze che il 22 marzo hanno colpito all’aeroporto di Zaventem e nella stazione del metrò di Maelbeek. Ma avrebbero avuto anche un ruolo nell’organizzazione. «Tutti i preparativi per i raid a Parigi e Bruxelles sono iniziati con Khalid El Bakraoui», si legge nell’articolo. Khalid è definito «un leader naturale» e «con un carattere forte». Assieme al fratello maggiore Ibrahim avrebbe reperito «le armi e l’esplosivo» per l’attacco nella capitale francese.

La vocazione di entrambi alla jihad è nata in carcere. Ibrahim, arrestato per piccoli furti, «si informava delle atrocità commesse in Siria» e qualcosa «è scattato dentro di lui». Più poetica la conversione di Khalid. In sogno gli appare il Profeta a cavallo e vede se stesso «come un arciere che colpiva, si metteva al riparo, e colpiva ancora». Di lì la decisione di unirsi ai combattenti dello Stato islamico.

Khalid nel 2015 sarebbe transitato in Italia, diretto in Grecia, e poi in Siria. L’articolo riferisce di un altro sogno «dopo il raid benedetto di Parigi», che lo motivò «a un’operazione di martirio». Il kamikaze racconta: «Salii in alto, come se fossi nello spazio, circondato da stelle; ma il cielo era come il blu della notte. Una voce mi disse che ero stato creato per pregare Allah e combattere per la Sua causa». Il mensile islamista celebra anche Najim Laachraoui (traslitterato all’inglese Najim al-Ashrawi), l’artificiere degli attentati sia di Parigi che di Bruxelles, come conferma l’articolo.

Nel numero di Dabiq c’è però anche un articolo dell’ostaggio inglese John Cantlie, rapito nel luglio 2012. Parla della politica di non pagare riscatti da parte dei governi americano e inglese. Gli accusa di aver lasciato che James Foley venisse ucciso e racconta gli ultimi momenti del prigioniero americano prima dell’esecuzione. L’articolo sembra quasi un invito all’Occidente affinché paghi un riscatto per lui. Cantlie è apparso due settimane fa, molto dimagrito e provato, in un video girato a Mosul.

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