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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
12.04.2016 Putin regala agli ayatollah missili S-300
La Russia si conferma il più grande alleato di chi vuole la distruzione di Israele

Testata: Il Foglio
Data: 12 aprile 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «L'Iran è un paese non normale»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/04/2016, a pag. 3, l'editoriale "L'Iran è un paese non normale".

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Missili S-300 russi in Iran

Ieri è successo che il ministero degli Esteri iraniano ha annunciato il primo arrivo nel paese dei missili S-300 dalla Russia. Questa sigla, S-300, negli anni è diventata l’icona della capacità della Russia di imporre il proprio gioco in medio oriente: sistema d’arma a lunga gittata progettato in tempi ancora sovietici e poi passato all’erede Vladimir Putin, è capace di vedere in tempo reale e di intercettare aerei e missili nemici mentre violano lo spazio aereo con una probabilità di successo del 90 per cento. In parole povere, se Israele o altri pensano di potere bombardare i siti militari dell’Iran, devono rivedere i piani e fare i conti con questa creatura della Guerra fredda. Come sempre succede quando si parla dell’arrivo degli S-300 russi in Iran, la notizia è stata ritrattata: il ministero ha detto di poter confermare soltanto una non meglio specificata “prima fase dell’implementazione dell’accordo con Mosca”. Fuochino, fuochetto, fuocherello insomma. Dall’installazione degli S-300 in Iran passa la normalizzazione del paese, che oggi è in pausa atomica grazie al deal con Obama, e domani chissà. Forse si spoglierà in fretta di questa sua ritrovata normalità. Le foto che circolavano sui media ieri mostravano che a scortare i presunti missili c’erano i baschi verdi dei commando della 65° Brigata aerotrasportata, lo stesso reparto speciale mandato a combattere in Siria una settimana fa.

Renzi, in questi giorni primo capo di stato occidentale in visita a Teheran dopo l’accordo sulle sanzioni, dovrebbe tenerne conto. La normalità fragile dell’Iran nasconde mille possibili passi all’indietro e l’arrivo non confermato di un sistema d’arma avanzato non proietta ottimismo.

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