Riprendiamo da SETTE - CORRIERE della SERA di oggi, 01/04/2016, a pag. 54, con il titolo "Barak, dalla difesa all'app", il commento di Davide Frattini.
Davide Frattini
Ehud Barak (secondo da sinistra)
Con la barba hipster, che l'esercito di cui è il soldato più decorato proibisce di portare alle giovani leve, Ehud Barak riapparso in pubblico almeno per questa volta senza rientrare in politica dalla pensione. Già premier e ministro della Difesa (tra le altre cariche), ha investito un milione di dollari nella startup israeliana che ha creato Reporty. Quest'app permette di contattare i servizi di emergenza, d'inviare un video per descrivere la gravità dell'incidente e, attraverso un algoritmo, garantisce ai soccorsi d'individuare la posizione anche se la connessione alla rete cellulare fosse bassa.
Per l'ex leader laburista cresciuto nelle forze speciali, «il software è essenziale in un'epoca in cui il terrorismo non risparmia nessun Paese. L'emergenza è continua e Reporty aiuta le organizzazioni a mobilitarsi nel modo migliore». L'esempio è l'attacco sul lungomare di Tel Aviv all'inizio di marzo: l'attentatore palestinese è riuscito ad accoltellare dieci persone (uccidendo un turista americano) anche perché la polizia non è stata in grado d'individuare subito attraverso le telefonate di allarme la posizione dell'assalitore. Barak investe i soldi che ha guadagnato con le consulenze strategiche a società in tutto il mondo e continua a fornire i suoi consigli gratis al governo israeliano.
Dal palco della conferenza internazionale organizzata a Baku, in Azerbaijan, ha paragonato il conflitto con i palestinesi a un 'divorzio doloroso': «E necessario avviare il processo che porti alla separazione tra noi e gli arabi». Dopo aver proclamato che «un pessimista è un ottimista con l'esperienza», ha ammesso che la soluzione può solo arrivare dalle parti coinvolte: «È inutile aspettare che una forza esterna ci obblighi a risolvere lo scontro». In Israele nessuno esclude che a 74 anni Barak speri di tornare al governo, magari ancora come ministro della Difesa di Benjamin Netanyahu. Con lui aveva pianificato di bombardare le installazioni atomiche israeliane [NdR: iraniane], un piano fermato da Meir Dagan, l'ex capo del Mossad morto poche settimane fa.
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