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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.03.2016 'Il discorso dell’anno' di Nasrallah
Analisi di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 marzo 2016
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «'Il discorso dell’anno' di Nasrallah»

“Il discorso dell’anno”  di Nasrallah
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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Non ci sarà soluzione al conflitto nella regione se non con la sparizione di Israele

 Leggetelo attentamente. Nasrallah rappresenta l’Iran, la potenza che incombe su tutta la regione circostante, la minaccia più grave per la vicina Israele, con cellule operative in tutto il mondo, capaci di attacchi terroristici contro una lunga lista di possibili obiettivi.
Per due giorni interi, domenica 20 e lunedi 21 marzo, il notiziario di Al-Midian , canale televisivo con base in Libano e associato ad Hezbollah, ha diffuso un’anticipazione del “Discorso dell’anno” di Hassan Nasrallah, che sarebbe stato presto trasmesso.
Proprio quando era giunto il momento del discorso nella notte di lunedì, il conduttore ha dichiarato con emozione malcelata: “Il CEO di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un ampio discorso affronta temi di politica, di sicurezza e strategia,manda un chiaro messaggio a Israele e alla sua leadership; parla dei nostri piani per contrastare qualsiasi minaccia o attacco, parla direttamente alla Siria e al Presidente Assad, dicendoci questa è la situazione e questa è la realtà, questo è ciò che l’intero asse iraniano pensa, questa è la verità sui ruoli tattici e strategici insieme alla Russia; dice parole chiare e vere sulle decisioni prese dal Consiglio di Cooperazione di Arabia Saudita, dagli Emirati del Golfo e dalla Lega Araba e quali saranno le conseguenze, quali sono le ragioni per cui ci hanno definito organizzazione terroristica e il nostro messaggio alla nazione; pensieri profondi sull’arabismo, su al Azar,la più alta istituzione sunnita in Egitto, su sunniti e sciiti: ecco Hassan Nasrallah nel ‘Discorso dell’anno’."

 Dopo una presentazione di questo tipo, è ovvio che ci siano moltitudini di persone che ascoltano con attenzione quel discorso, perché Hezbollah negli ultimi anni, da un’organizzazione terroristica libanese è diventato un esercito di combattenti a livello panarabo, coinvolto fino al collo nelle guerre che si combattono in Siria e Yemen; inoltre rappresenta il potere dell’Iran che incombe a livello regionale ed è anche la più importante minaccia per Israele data la vicinanza geografica, con cellule operative in tutto il mondo pronte per attacchi terroristici su diversi livelli contro una lunga lista di possibili obiettivi.

Sul sito Internet di Al-Midian l’articolo che riassume il discorso è stato intitolato: “Nasrallah: (gli inserimenti fra parentesi sono miei MK) 
"Per quanto riguarda la guerra in Libano, andremo lì senza un tetto (il cielo è il limite per le nostre azioni), senza frontiere (attaccheremo ovunque) e senza limiti (useremo tutti i tipi di armi a nostra disposizione, in primo luogo contro Israele, ma punteremo il grilletto anche contro l’Arabia Saudita). ‘”
Nel suo discorso, Nasrallah ha detto:
“... l’esperienza passata ci ha insegnato che la guerra di luglio del 2006 è stata condotta su richiesta dell’ex Presidente degli Stati Uniti George Bush, nel tentativo di cambiare il Medio Oriente... Israele non scatena una guerra senza il permesso degli Stati Uniti. E’ quasi certo che il governo Obama non darà il permesso a Israele (di far scoppiare una guerra), perché sta per finire il suo mandato e qualsiasi attacco israeliano al Libano sarebbe un gioco d’azzardo il cui risultato finale è imprevedibile. “ “Molti arabi sono al servizio di Israele, alcuni di loro sono governi, altri sono spie. I regimi sono noti e conosciuti, mentre le spie sono lontano dai riflettori . Per questo motivo, la guerra deve avere obiettivi e portare dei risultati. Per Israele il prezzo da pagare è cruciale in termini di persone, di morale e di economia ... Hezbollah, grazie a preparazione, posizione geografica e dichiarazioni, ha fatto capire a Israele che una qualsiasi guerra in Libano esigerà un prezzo enorme, e che l’esito finale giustificherebbe quel prezzo. Israele teme per la vita di chi abita negli insediamenti (a suo parere, tutto Israele è un insediamento) ed è proprio su questo punto che faremo pressione. Gli israeliani sanno bene che Hezbollah ha missili assai precisi in grado di raggiungere qualsiasi punto della Palestina occupata (occupata fin dal 1948, ovvio ), e stiamo parlando di una guerra in cui noi difenderemo la nostra terra, la nazione e la famiglia, se saremo attaccati. Pertanto, dobbiamo difendere la nostra terra, e dato che l’israeliano dice che vuole colpire le infrastrutture del Libano e portarlo indietro di 300 anni, dobbiamo dimostrare che non siamo deboli.”
“Il problema non sono solo i serbatoi di ammoniaca a Haifa, perché (in Israele) ci sono anche delle fabbriche. Sembra che gli israeliani abbiano garanzie di sicurezza internazionali e arabe, o una visione positiva dei regimi arabi (come l’Arabia Saudita e l’Egitto, che verrebbero in suo aiuto in caso di guerra), e ( pensa Israele ) che non sarà attaccato da veri missili, - il motivo per cui ha costruito fabbriche petrolchimiche e biologiche, reattori nucleari, impianti di stoccaggio per le sostanze radioattive, testate nucleari, situando queste fabbriche e reattori all’interno delle città o in prossimità di esse, alcuni proprio accanto alle città - e se Israele decidesse di distruggere le nostre infrastrutture noi saremmo giustificati ad attaccare uno qualsiasi di questi obiettivi al fine di scoraggiare il nemico.”
“ Supponiamo di attaccare questi obiettivi, cosa dovrà aspettarsi l’entità sionista? Dopo tutto, se questi obiettivi sono localizzati in aree urbane, abbiamo il diritto di bombardare quelle aree. Israele sta facendo i suoi piani e noi abbiamo un elenco di fabbriche, depositi e complessi urbani con la loro esatta posizione, e Hezbollah ha tutte le possibilità (di attaccarli). Nulla potrà aiutare gli israeliani in quel caso,  sanno che il prezzo sarà enorme ... ci sono istituti biologici che producono tutto quello di cui Israele ha bisogno o per le esportazioni e quando osservo l’entità (sionista), io dico:. ‘ Loro sanno che i regimi arabi hanno missili precisi, ed allora perché avrebbero dovuto costruire i loro reattori e le industrie all’interno delle città ?’ Non ho una spiegazione per questo se non pensando a delle garanzie fornite loro da alcuni regimi arabi. “ Nelle guerre di luglio nel 2006 e di Gaza (2008-9, 2012, 2014), gli israeliani hanno affermato che diversi statisti di regimi arabi hanno chiesto di non fermare i combattimenti, e che Israele è in rapporti amichevoli con molti regimi arabi (i sauditi che non vorrebbero altro che distruggere Hamas e Hezbollah); Hezbollah perciò ha il diritto di avere armi al fine di opporsi alle violazioni israeliane. Israele si considera libero di invadere i cieli del Libano ogni volta che vuole, così come di introdursi nei siti web libanesi. Il Libano è in realtà sotto costante attacco israeliano.”
“Alcuni pensano che siamo impegnati con la Siria (e quindi non possiamo iniziare una guerra con Israele), ma noi abbiamo un gruppo (una unità missilistica), che si concentra esclusivamente su Israele ... non c'è motivo per cui dovremmo rivelare (le informazioni sui tipi di) armi in nostro possesso, ma abbiamo il diritto di avere tutte le armi che ci permetteranno di proteggere l’esercito libanese, il popolo libanese e gli eserciti della regione (siriani e iraniani), al fine di proteggere le loro vite e la loro sovranità ... qualsiasi attacco al Libano si tradurrà in una risposta adeguata ... nessuno dà garanzie e non scambiamo messaggi con il nemico israeliano, non siamo interessati a comunicare con loro in alcun modo. Noi non offriamo garanzie di sicurezza per il nostro nemico, noi vogliamo limitarci a dirgli: non attaccare.”
Nasrallah nel suo discorso ha insistito a lungo sull’Arabia Saudita, sulla sua guerra contro l’Iran, sui suoi tentativi di impedire l’accordo nucleare con l’Iran, e sulle affermazioni che dietro alle organizzazioni eretiche (quelle che chiamano infedele chi sta contro di loro, sciiti in testa) ci siano i Sauditi, e questo è il motivo per cui i sauditi “ci hanno messo nella lista delle organizzazioni terroristiche”.
Ha continuato a sostenere che la decisione della Lega Araba di considerare Hezbollah un’organizzazione terroristica è sbagliata e senza fondamento. Hezbollah, nel racconto di Nasrallah, era impegnato a combattere Israele quando “coloro che non amano noi ( i sauditi ) sono venuti e ci hanno costretti ad andare a combattere in Siria” (leggi: i sauditi servono gli interessi israeliani ...).
Secondo lui, i sauditi non vogliono parlare con l’Iran, la Siria (Assad) o Hezbollah, ma a parte questo, Hezbollah ha buone relazioni con tutti i gruppi arabi palestinesi.
Se la Siria dovesse cadere nelle mani dell’ISIS o di Jebhat al Nusrah, cadrà pure il Libano ed è questo il motivo che rende indispensabile l’impegno di Hezbollah in Siria, nonostante le pesanti perdite.

In sintesi, è possibile affermare che Nasrallah provi un certo senso di responsabilità per la sicurezza del Medio Oriente e che potrebbe scuotere l’intera regione se volesse farlo. Con gli iraniani - e le loro nuove acquisizioni da miliardi di dollari - alle spalle, si sente potente e abbastanza sicuro per minacciare Israele e l’Arabia Saudita, per dire al mondo intero che cosa fare, per parlare del Libano come se questo gli appartenesse. La verità è che da ogni punto di vista, ha il controllo di quasi tutto ciò che viene fatto e che si muove in Libano, quindi dobbiamo tener conto che uno di questi giorni, e abbastanza presto, il Libano diventerà lo Stato ufficiale di Hezbollah.

 Felice Purim a tutto Israele, e che possiamo essere salvati rapidamente dai discendenti del malvagio Haman, “ che si levano in ogni generazione per distruggerci, ma il Santo, benedetto Egli sia, ci salva dalle loro mani ...”

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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